Scontri e violeiìze alle porte di Kabul di Giovanni Cerruti

Scontri e violeiìze alle porte di Kabul Scontri e violeiìze alle porte di Kabul Esecuzioni sommarie dei taleban sconfitti, saccheggi Giovanni Cerruti inviato a ISLAMABAD «Non c'è più nessun ostacolo sulla nostra strada, siamo a sei chilome¬ tri da Kabul e siamo determinati a conquistarla. Deve essere libera¬ ta. Siamo responsabih di tutto l'Afghanistan e Kabul, la capitale, ne fa parte». E già si parla di violenze, di esecuzioni sommarie. Abdullah Abdullah, il ministro de¬ gli Esteri dell'Alleanza del Nord, , alle otto di sera parla al telefono sateUitare con il comandante Go- zar. «L'ordine è quello di fermarsi e aspettare», dice. Aspettare che sia pronto un governo provviso¬ rio. Le truppe sono state più veloci della pohtica. E' stato facile, trop¬ po facile arrivare fino alla Kabul bombardata da 37 giorni. E così a Herat, a Konduz e in tutte le città dell'altra metà dell'Afghanistan.. Ora diventa difficile l'Afghanistan dei taleban che fuggono, abbando¬ nano strade e città, si rifugiano sulle montagne. La chiamano «riti¬ rata strategica», due parole che nascondono imboscate e granate chef esplòdono' contróTèàiti arma¬ ti dell'Alleanza del Nord. Questi avanzano allegri, convinti che sia finita. E invece può capitare quel che è successo l'altra notte a Dash-i-Qaleh, con l'attatco e la morte dei tre giornalisti appena entrati dal Tagikistan. «Ci fermiamo alle porte di Ka¬ bul perché ce l'hanno chiesto gli americani», spiega il ministro Ab¬ dullah. I mujaheddin dei coman¬ danti Gozar e Millah Khan passa¬ no la notte a Mir Bacha Kot, 20 chilometri dalla capitale. Mille uomini, i cavaUi, i carri armati con la fotografia del loro eroe, il co¬ mandante Massud assassinato, ap¬ piccicata con il nastro isolante. L'ordine è tenere le posizioni. «Non entreremo fino a quando non sarà definito il nuovo governo provvisorio», ha finalmente pro¬ messo Abdullah. Tutte le città del Nord dell'Afghanistan sono toma- te cosa loro. «Può essere che siano cadute», dichiara Hanan Himat, il portavoce del governo dei taleban. Ma non sembra sia cosi nelle province, nelle montagne, attorno alle strade che collegano Herat, Mazar-i-Sharif e Konduz. L'Alto Commissariato per i profughi se¬ gnala sparatorie, bande e scorri- Dande. I funzionari del Program¬ ma per l'alimentazione dell'Onu denunciano l'assalto ai depositi di cibo e il saccheggio di olio, biscotti e zucchero. L inviato del «New York Times» David Rohde ha rac¬ contato ciò che accade a Ghlay Nasro, 16 chilometri da Kabul. I soldati dell'Alleanza del Nord han¬ no giustiziato quattro taleban spa¬ rando loro a bruciapelo, quindi hanno saccheggiato i corpi e ruba¬ to in un bunker scarpe, zucchero, torce. «Ho preso 700 mila afghani (40 mila lire)», se la rideva un soldato appena uscito da un bunker abbandonato. I soldati del¬ l'Alleanza del Nord sono difficili da controllare. Vicino a un bunker un fotografo ha visto i soldati che trascinavano un taleban di qua- rant'anni, ferito, fuori dalla trin¬ cea: era terrorizzato, implorava che lo salvassero. I soldati lo hanno rimesso in piedi, perquisi¬ to, gli hanno svuotato le tasche. Mentre altri giornahsti si avvicina¬ vano, un soldato gli ha sparato una raffica nel petto, un altro lo ha colpito con il calcio del fucile, mentre un terzo lo ha ripetutamen¬ te colpito alla testa con vm razzo. A dieci metri c'era il corpo di un giovane pakistano con il foro di un proiettile nella testa. E accanto.a lui un altro cadavere, sempre con ferite al capo. A duecento metri altri soldati uccidevano un tale¬ ban dopo avergli svuotato le ta¬ sche. Il generale Dostum, ispeziona- to il confine con l'Uzbekistan, è tornato padrone della sua Mazar-i- Sharif. E' da qui che le organizza¬ zioni umanitarie dell'Onu riporta¬ no brutte notizie. Le bande, i saccheggi e - come dice Linsday Davies - «deportazioni di nemici e battaghe nelle strade». Per il gene¬ rale Dostum o è falsò oppure è normale. Fa sapere che le donne continuano a liberarsi dall'oppres¬ sione del burqa e gli uomini da , quella della barba lunga, la radio è tornata a trasmettere la musica proibita dai taleban, le scuole e gli ospedali riapriranno le sezioni femminili. Da bravo musulmano sciita, il generale uzbeko ha prov¬ veduto di persona a spezzare le catene dal Tempio di Ah, il genero di Maometto. I taleban sunniti avevano chiuso pure questo. Er il simbolo della città, Mazar-i-Sha¬ rif sta per «Tomba del Prescelto». All' agenzia Reuters ha raccontato con orgoglio di aver pregato tra le piastrelle blu del Tempio del Calif¬ fo Ah, e fuori c'erano migliaia di fedeli commossi , e le dorme in lacrime. Anche Ismail Khan è tornato nella sua Herat. L'aveva promesso domenica ed è entrato ieri alle dieci del mattino. «Dopo una batta¬ glia durata sei ore», ha subito telefonato a Khorasan, nell'Est dell'Iran, la città dove si era rifu¬ giato un anno fa dopo l'evasione dal carcere di Kabul. Da Herat raccontano il ritomo di un ex governatore amato, con le macchi¬ ne che suonano il;;placson e le1 botteghe che riaprono. Alla stessa ora il portavoce dei taleban nega¬ va la caduta di Herat, altra città che porta all'isolamento del regi¬ me di Kabul. L'ex ufficiale del¬ l'esercito afghano che avevava disertato con l'arrivo dell'Armata Rossa è rimasto a Herat solo quat¬ tro ore. Con i suoi tremila uomini si è subito rimesso in marcia, direzione e obiettivo la provincia di Farah. Conquistata quella sarà ai confini del deserto di Kandahar, la provincia e la città dei rifugi di Osama bin Laden e del mullah Omar. Il signore di Herat, quando a settembre è rientrato dall'Iran, aveva detto che con i due ha da regolare «un conto personale». A mezzogiorno è caduta Kon¬ duz, conquistata dagli uzbeki del generale Dostum. Come a Herat, come in tutte le città riprese ai taleban, hanno subito liberato i detenuti. Il maggiore Sbafi ha raccontato la sua ultima battagha e il suo stupore: «I combattimenti sono stati furiosi, ma quando han¬ no capito che avrebbero perso si sono arresi». Taleban fedeli al mullah Omar, arabi fedeli a Bin Laden, volontari pakistani fedeli al mullah Soofi Mohammed. Si consegnano e prendono il posto dei detenuti liberati. «Ma c'è qual¬ cosa di strano», per il maggiore Sbafi che telefona da Konduz al¬ l'agenzia Ima. E' come se l'eserci¬ to di Kabul, il terribile esercito di Kabul, rinunciasse al combatti¬ mento. «O scappano o si arrendo¬ no», riferisce il maggiore. Sarebbe andata così anche attorno all'aero¬ porto di Bagram, l'ultima batta¬ gha alle; porte di Kabul. 1300 si sono arrèsi, fa sapere il comandan¬ te. Babu,jMi, e aflche qui sono taleban, afghani e pakistani. «Ma ne abbiamo uccisi eh più». Un altro mighaio è fuggito in città. Nell'accampamento di Mir Ba¬ cha Kot il comandante Gozar aspetta nuovi ordini. Il ministro AbduUah ha chiamato tutti i gene- rali, tutti i conquistatori delle città. Hanno detto sì, anche il solitario e misterioso Dostum: «Va bene, è giusto aspettare il nuovo governo». E per arrivare a Kabul il comandante Gozar rischia di aspettare parecchio. Il nuovo go¬ verno ancora non c'è e non si vede, nel gioco a incastro tra interessi deUe tribù, deUe etnie, dei paesi confinanti, del Pakistan e degli Stati Uniti c'è sempre un tassello che salta. Se la facile calata su Kabul ha sorpreso, soiprende pure il silenzio del Pakistan. Il presiden¬ te Musharraf non voleva l'Allean¬ za del Nord a Kabul e adesso quasi c'è. Voleva i taleban moderati nel nuovo governo, ma nessuno li ha mai visti né sentiti. Il solo ostacolo dell'Alleanza ferma alle porte di Kabul, come dice sornione il mini¬ stro Abdullah, è il nuovo governo. Ma un ostacolo si può sempre evitare. E il comandante Gozar potrebbe ricevere l'ordine. Prende¬ re Kabul. A Ghlay Nasro, 16 chilometri dalla città, soldati già feriti uccisi a sangue freddo L'Onu denuncia analoghi episodi a Mazar-i-Sharif Avanzata travolgente, frenata a fatica dalle richieste americane Il «ministro degli Esteri» dell'Alleanza: «Siamo decisi a conquistare la capitale» CONQUISTATA (ma 1 taleban smentiscono) Molti morti e prigionieri Strada importantissima per Iran e Turkmenistan CONQUISTATA ma c'è controffensiva SI COMBATTE resa imminente CONQUISTATA molti morti e prigionieri Importante via di comunicazione verso il Tagikistan Sfondate le linee taleban —25 km a Nord dopo i « bombardamenti vT" Peshawar americani "-"■T Muiaheddin LV-* a 6-10 km a Nord di Kabul 1300 prigionieri Colonne in fuga verso Sud (taleban: non è vero) Lo scenario^del combattimenti,