Accordo all'Onu sul dopo-taleban

Accordo all'Onu sul dopo-taleban Accordo all'Onu sul dopo-taleban Usa, Russia, Cina: un governo che rappresenti tutti i gruppi WASHINGTON Stati Uniti, Russia e i sei Paesi confinanti con l'Afghanistan hanno raggiunto alle Nazioni Unite un accordo sul futuro del Paese per il «dopo taleban». L'ac¬ cordo prevede la creazione di una coalizione che rappresenti tutte le componenti della società afghana - compresi eventuali taleban disertori - nel Paese posto sotto lo scudo di forze di pace fomite dalla Turchia e da altri Paesi, musulmani e non. La fase di istituzione del governo potrebbe essere preceduta da un'amministrazione di transizio¬ ne a Kabul retta da esperti delle Nazioni Unite. L'accordo è emerso al termine di una riunione dei ministri degli Esteri dei Paesi interessati - il cosiddetto «gruppo dei sei più due» - che si è svolta ieri al Palazzo di Vetro a margine dell' Assemblea Generale dell'Onu. Il testo della dichiarazione congiunta che suggella l'intesa sottolinea la necessità di «stabili¬ re con urgenza un'amministra¬ zione afghana su vasta base rappresentativa». Frase, questa, che sembra segnare una svolta nella politica del governo del presidente George W. Bush, il quale fin dal suo insediamento aveva evitato di impegnarsi in operazioni di «Nation building», o ricostruzione politica di un Paese disastrato da un conflitto. Il cambiamento appare confer¬ mato dal convinto sì americano a una proposta giapponese per una conferenza intemazionale per la ricostruzione dell'Afghani¬ stan, che si dovrebbe tenere il 20 novembre al Palazzo di Vetro. La riunione potrebbe essere anche l'inizio di una nuova fase della diplomazia statunitense, con il segretario di Stato Colin Powell che ha ringraziato il mini¬ stro degli Esteri iraniano Kamal Kharrazi - i due si sono stretti la mano, in una svolta nelle relazio¬ ni tra i due Paesi, rotte; oltre 20 anni fa - quando questi ha reite¬ rato la condanna di Teheran per gli attacchi terroristici dell'I 1 settembre contro l'AnKirica. Oltre a Usa e Russia, il «grup¬ po dei sei più due» comprende Cina, Iran, Pakistan, Tagikistan, Turkmenistan e Uzbekistan. Al¬ la riunione ha partecipato anche l'inviato speciale Orni per l'Af¬ ghanistan, l'ex ministro degli Esteri algerino Lakhdar Brahi- mi, appena rientrato da un giro di consultazioni in Asia centrale e con l'ex re afghano Zabir Sbah, accettato come traghettatore del futuro del Paese dall'Allenza del Nord che combatte i taleban. Sebbene si tratti di un'intesa di massima che lascia ancora molto da definire, l'accordo se¬ gna una svolta anche nelle rela¬ zioni fra i Paesi confinanti e l'Afghanistan con le sue compo¬ nenti. Il Pakistan è sempre stato vicino ai taleban, tradizional¬ mente avversati invece dall' Iran, che con Tagikistan e Uz¬ bekistan appoggia l'Alleanza del Nord. Sebbene schierata con la coalizione intemazionale a favo¬ re dell'offensiva militare ameri¬ cana in Afghanistan, Islamabad ha insistito che i taleban diserto¬ ri possano partecipare a un futu¬ ro governo, e che all'interno di questo ci sia un'adeguata rappre¬ sentanza dell'etnia pashtun, cui appartiene lo stato maggiore ta¬ leban e che è comunque la mag¬ gioritaria nel Paese. Al termine della riunione, Brahimi ha fatto sapere che l'Onu sta organizzando ima con¬ ferenza da tenersi al più presto - forse a Gipevra o a Vienna - tra gli esponenti delle diverse com¬ ponenti della società afghana proprio per discutere del futuro politico di Kabul. Quando è arrivata la notizia del disastro del volo 587 della American Airlines, i delegati era¬ no riuniti in ima sala deUe Nazio¬ ni Unite. Alle 9,20 hanno appre¬ so della nuova tragedia avvenu¬ ta a pochi chilometri dalla sede del Palazzo di Vetro, e tutti i delegati si sono incollati ai televi¬ sori. L'Assemblea generale ha osservato un minuto di silenzio, ' mentre l'ingresso nel palazzo dell'Onu è stato bloccato per un paio di ore. Questa misura di sicurezza ha impedito al ministro degli Esteri italiano Renato Ruggiero di pronunciare il suo previsto discorso. [l.s.] L'America cambia linea e accetta di impegnarsi direttamente a Kabul Il 20 novembre conferenza internazionale Un minuto di silenzio all'Onu per le vittime dell'Airbus; nella foto il segretario di Statp Powell con il ministro degli Esteri britannico Straw

Persone citate: Brahimi, Colin Powell, George W. Bush, Kamal Kharrazi, Lakhdar Brahi, Nazio, Powell, Renato Ruggiero, Straw