NEW YORK Torna l'emergenza

NEW YORK Torna l'emergenza NEW YORK Torna l'emergenza OH no, un'altra volta!». Milena Owens stava facendo alcuni ritoc¬ chi alle decorazioni per il Gior¬ no del Ringraziamento sulle finestre della sua biancastra casa con il tetto marrone di Bell Harbor quando alle 9.17 di ieri mattina ha rivissuto in una frazione di secondo l'incubo dell'attacco alle Torri. Gemelle dell'11 settembre, costato la vita a quasi cinquemila perso¬ ne. Un forte botto sulla propria testa, un pezzo di aereo che le precipita davanti agli occhi e quindi la terra che trema sotto i piedi, il fumo che annerisce le decorazioni, invade la casa, fiamme lì dove c'era fino ad un attimo prima l'abitazione con giardinetto del vicino. La paura è tornata a New York quando il volo 587 dell'American Airli¬ nes si è schiantato su un quar¬ tiere residenziale popolato di gente comune dal reddito me¬ diò basso, molti i tassisti, pom¬ pieri e poliziotti, in gran parte greci e jafroamericam,,,. , Bell Hàfbor, nel quartiere di Queens, aveva già pagato un prezzo alto l'il settembre. Al¬ meno dieci funerali di vittime dell'attacco terroristicp sono stati celebrati nella chièsa vici¬ no al Memorial Circle. Ma altri 80 corpi non sono stati trovati. Molti erano pompieri. Adesso da Bell Harbor si alza ima colonna di fumo bianco a pochi chilometri di distanza dalle ro¬ vine delle Torri Gemelle, che ancora bruciano. Qui come lì c'è un terribile odore, irrespira¬ bile, si indossano le mascheri¬ ne bianche, il denso fumo bian¬ co e le giacche arancioni dei pompieri fanno assomigliare i cumoli di rovine. Colpito dal nuovo disastro il proletariato urbano di Queens si è rimbocca¬ to le maniche ed ha fatto quan¬ to poteva per affiancare le squa¬ dre di soccorso. Chi identifica l'America con l'egoismo avreb¬ be dovuto vedere gente comu¬ ne, nata in Europa o nei Carai- bi, ma americana per scelta, correre ad usare l'estintore del proprio garage contro fiamme alte cinque metri o tentare di aprire una pompa d'acqua arru- ginita avvolta da un fumo nau¬ seante: gesti di piccolo eroismo quotidiano che dicono quanto ogni newyorkese oggi si senta davvero in trincea. A prescinde¬ re se quest'aereo è caduto per colpa di un sabotaggio terrori¬ sta o di una guasto meccanico. In pochi minuti a New York si è ripetuto quanto avvenne l'il settembre: Manhattan iso¬ lata, aeroporti e cieli chiusi, passeggeri fermi a bordo degli aerei sulla pista, linee telefoni¬ che intasate, traffico in tilt, treni della metropolitana fer¬ mi, tassisti bloccati nel traffi¬ co, ma con le radio ad alto volume per far sentire ai pas¬ santi cosa sta succedendo. An¬ che il cielo era terso, azzurro, quasi senza nuvole come quel¬ la mattina, solo i colori di Cpntral Park facevano capire che sono passati due mesi ed un giorno. Dal momento in cui l'aereo è caduto alle prime dichiarazioni del Pentagono che non confer¬ mavano la matrice terrorista sono trascorsi venti intermina¬ bili minuti. New York è ammu¬ tolita, ha tenuto il fiato sospe¬ so, un silenzio irreale ha invaso le strade di Manhattan, si scru¬ tava il cielo nel timore che ci fosse un altro aereo in arrivo. Nessuno ha dimenticato che l'il settembre passarono 18 minuti fra il primo e secondo aereo-kamikaze. In molti han¬ no pensato quello che Arthur Chien, giovane anchorman del¬ la tv «New York One» avrebbe detto poco dopo, tradendo una naturale emozione: «Impossibi¬ le non tornare con la mente a quanto avvenuto l'il settem- , bre». A pagare il prezzo più alto per la sciagura del volo 587 è il quartiere di Washington Hi- ghts, nella parte nord dell'iso¬ la, abitato i gran parte da domenicani, come lo sono alme¬ no centocinquanta delle vitti¬ me del volo 587. Quando il ministro della Sicurezza Tom Ridge ha interrotto una riunio¬ ne della Casa Bianca per annun¬ ciare a Bush che «un aereo è caduto» - la stessa frase sussur¬ rata in un orecchio dal capo di gabinetto Andrew Card l'il settembre in una scuola della Florida - il presidente ha capito che il Paese, ma soprattutto New York, rischiava una crisi di nervi. Ha telefonato a Rudol¬ ph Giuliani chiedendogli di scendere ancora una volta in campo per tenere le redini della sua città messa a dura prova come nessun'altra dal 1945. Cinquemila morti da kamikaze, una vittima e mezza dozzina di contagiati da antrace e 275 morti per una sciagura aerea in soli sessantuno giorni spezze¬ rebbero la resistenza di qualsia¬ si popolazione. Ma Giuliani sa che i newyorkesi possono farce¬ la. Ed il sindaco, ancora una volta, li ha guidati, ha fatto ciò di cui i suoi cittadini avevano bisogno. Indossata una giacca della polizia e un berretto dei pompieri non si è più mosso da Bell Harbor. A due passi dalla stazione di benzina in preda alle fiamme, ha parlato chiaro, ha detto cosa si sapeva e cosa no, a quale numero le famiglie potevano telefonare per avere notizie dei parenti e dove pote¬ vano andare per avere informa¬ zioni, cosa doveva fare chi pensava di avere un proprio caro sul volo dell'American Air¬ lines caduto. Il volto e la voce di Giuliani non hanno lasciato tv e radio locali fino a quando ad ogni domanda lui non aves¬ se dato risposta. Ascoltandolo la città ha superato le ore più difficili, ha tenuto duro riuscen¬ do a finire la propria giornata di paura. Pur attanagliati dall'incubo di un nuovo attacco i newyorke¬ si hanno tenuto la paura dentro di loro, hanno mostrato di ave¬ re nervi più saldi della folla di diplomatici, ministri e capi di governo convenuta alle Nazio¬ ni Unite per partecipare ai lavori dell'Assemblea Generale dell'Orni. Sottoposti ad un regi¬ me da assedio in pochi minuti gli abitanti della Grande Mela hanno reagito in maniera ordi¬ nata e composta, né una prote¬ sta per il tragitto interrotto, né un suono clacson negli ingorghi sterminati. Solo qualche telefo¬ nata in più per chi ha un amico o un parente a Bell Harbor. Quando invece la pobzia ha sigillato l'edificio del Palazzo di Vetro per proteggerlo, impe¬ dendo per alcune ore a chiun¬ que di uscire o entrare, molte feluche sono state prese lette¬ ralmente dal panico. Alcune di loro avevano arricciato il naso quando il presidente George Bush sabato aveva chiesto di unirsi tutti contro qualunque terrorismo, ieri hanno solo avu¬ to paura. Mentre dentro l'aula del Palazzo di Vetro i capi delle delegazioni continuavano i la¬ vori e osservavano solennemen¬ te un minuto di silenzio per le vittime e il Segretario Genera¬ le, Kofi Annan, non riusciva a celare la sua tensione sul volto, alcuni dei diplomatici stranieri che popolano i corridoi si sono rivolti nervosamente agli agen¬ ti chiedendo di poter uscire, insistendo ripetutamente, vo¬ lendo sapere a tutti costi «cosa succede». «Potete stare tran¬ quilli» rispondevano a tutti, serafici, i poliziotti. La città 1 è rimasta l ammutolita Dal momento della caduta dell'aereo alla prima dichiarazione del Pentagono che non confermava la matrice terrorista, un silenzio irreale è calato su tutta la città La gente subito 1 si è rimboccata le maniche e ha fatto tutto quanto poteva per prestare aiuto, senza aspettare l'arrivo dei soccorritori ufficiali: una lotta tra piccoli estintori e fiamme di cinque metri .éf Di nuovo paura HHH in un quartiere j residenziale 1 popolato di gente comune dal reddito medio-basso Molti i tassisti, i vigili del fuoco, gli agenti di polizia. In gran msmm parte si tratta di greci e afroamericani