«Materiale atomico da Matera all'Iraq» di R. E.

«Materiale atomico da Matera all'Iraq» «Materiale atomico da Matera all'Iraq» E' l'inquietante ipotesi su cui lavora l'Antimafia di Potenza ROMA Quali sono state le vere attività nucleari svolte sul finire degli Anni Sessanta dentro il Centro Trisaia di Rontondella (Matera) dell'Enea? Che fondamento hanno le indiscre¬ zioni giornalistiche su una presun¬ ta cessione a un Paese straniero, probabilmente l'Iraq, di materiale radioattivo rubato nel Centro con l'intervento della criminalità orga¬ nizzata locale? Intorno a questi due interrogativi continua a ruota¬ re un'inchiesta della Direzione Di¬ strettuale Antimafia di Potenza. L'indagine è stata avviata circa un anno fa dai pubblici ministeri Giuseppe Galante e Vincenzo Mon- temurro, rispettivamente procura¬ tore e sosiituto procuratore della Repubblica di Potenza, ed è deriva¬ ta da un precedente procedimento penale svolto dall'autorità giudizia¬ ria di Matera per un presunto pericolo radioattivo legato alla mancata solidificazione (avvenuta solo di recente) di 2,7 metri cubi di rifiuti Uquidi ad alta attività custo¬ diti nel Centro della Trisaia. Il procedimento penale si è con¬ cluso il 28 novembre 1998, con l'assoluzione di cinque imputati, tra i quali un ex direttore del Centro ed il direttore dell'impianto Itrec, dentro il quale è avvenuto in passato il trattamento del combu¬ stibile nucleare. L'Enea ha sempre sostenuto che nel Centro non è mai stato introdotto, prodotto, trattato o trasferito plutonio (la materia prima della bomba atomica) utiliz¬ zabile per scopi civili o militari, ma è proprio sulle attività nucleari effettivamente svolte nell'impian¬ to di Rotondella che la Dda di Potenza intende far chiarezza una volta per tutte. Per questo ha disposto una consulenza tecnica, affidata a esperti nucleari, che dovrebbe essere depositata - secon¬ do quanto si è appreso in ambienti investigativi - nel giro di qualche settimana. Ed è proprio dalle con¬ clusioni degli esperti che i pm intendono muovere: se non emer¬ geranno elementi di rilievo diversi da quelli già noti, almeno questo filone dell'indagine potrebbe esse¬ re rapidamente definito; in caso contrario, le investigazioni andran¬ no avanti a tutto campo. Il secondo filone dell'inchiesta intende approfondire un'ipotesi in base alla quale materiale radioatti¬ vo potrebbe essere sfuggito al con¬ trollo dei responsabili del Centro, ed essere finito nelle mani della criminalità organizzata e ceduto a Paesi stranieri. L'Enea ha già più volte avuto modo di ribadire che nessun fusto o altro materiale ra¬ dioattivo è mai sfuggito al control¬ lo dei responsabili del Centro e che «tutto il materiale radioattivo è regolarmente inventariato». Ma gli investigatori potentini non sottova - lutano la deposizione di un inge¬ gnere che avrebbe parlato materia- e radioattivo sfuggito ai contabili del centro per essere poi forse rivenduto all'Iraq, né i contenuti di un'inchiesta di un giornalista scoz¬ zese, Nic Outterside, il quale nel 1996, in un suo articolo, denunciò la scomparsa dalla Trisaia di 27 elementi di combustibile irraggia¬ to ed il rischio che tale materiale potesse essere finito nelle mani della criminalità organizzata. Dismesso da anni il nucLeare, oggi le attività all'interno della Trisaia sono orientate verso altri settori, quali la protezione dell'am¬ biente, le fonti rinnovabili di ener¬ gia, lo sviluppo e l'applicazione di tecnologie innovative, specie nel settore agroindustriale. [r. e.]

Persone citate: Giuseppe Galante, Vincenzo Mon