Arafat chiede a Washington una «mediazione definitiva» di Maurizio Molinari

Arafat chiede a Washington una «mediazione definitiva» Arafat chiede a Washington una «mediazione definitiva» Maurizio Molinari corrispondente da NEW YOR^ Yasser Arafat chiede agli Stati Uniti di tornare a mediare con Israele per arrivare a una soluzione definitiva del conflitto in Medio Oriente. «Do¬ po un anno di violenze - ha detto il leader palestinese dal podio dell'As¬ semblea Generale delle Nazioni Uni¬ te - non è più possibile parlare di accordi ad interim, ci vuole un'inte¬ sa definitiva». Prima di prendere la parola Arafat era stato avvicinato da Javier Solana, «ministro degli Esteri» dell'Unione Europea, che gli aveva chiesto «moderazione»; an¬ che il ministro degli Esteri, Renato Ruggiero, lo aveva invitato a un discorso di «apertura» per risponde¬ re alle aperture americane. L'inter¬ vento in aula è stato valutato di buon auspicio dai diplomatici euro¬ pei, in ragione del fatto che proprio il rifiuto di Arafat di accettare un accordo di pace definitivo con Israe¬ le portò nell'estate^el 2000 al collasso della maratona negoziale condotta da Bill Clinton a Camp David per quasi due settimane. Arafat ha ringraziato il presiden¬ te americano. Geoide Bush, che il giorno precedente si era detto favore¬ vole alla nascita di uno Stato di Palestina a fianco di Israele «dentro frontiere sicure e riconosciute». Per consolidare la posizione di Washin¬ gton sul Medio Oriente il Segretario di Stato, Colin Powell, ha sottolinea¬ to ieri die l'aver usato per la prima volta il termine «Palestina» non è stato «casuale» ma segna una svolta politica. Non c'è stato tuttavia incon¬ tro fra Bush e Arafat durante i lavori dell'Assemblea Generale dell'Onu a New York, sebbene i due leader si siano sfiorati durante il pranzo offer¬ to dal Segretario Generale Kofi An- nan, perché le posizioni di Stati Uniti e Autorità palestinese continuano a divergere in tema di terrorismo. Condoleezza Rice, consigliere per la Sicurezza nazionale di Bush, ave¬ va chiesto ad Arafat un pronuncia¬ mento netto contro ogni forma di violenza contro i civili in Israele, ma ieri dal podio dell'Onu il leader pale¬ stinese ha ribadito la nota posizione secondo cui «è il mio popolo la prima vittima del terrorismo di carri arma¬ ti e elicotteri israeliani». Ancor più di rilievo è il fatto che l'Autorità palesti¬ nese non condivide la decisione del¬ l'Amministrazione Bush di aver in¬ cluso nella lista delle organizzazioni terroristiche a cui congelare i beni i guerriglieri filo-iraniani Hezbollah (responsabili a metà degli anni Ottan¬ ta di attentati kamikaze che uccisero 260 americani in Libano). «Gli Hezbollah non sono un'oiga- nizzazione globale come quella di Osama bin Laden - ha dichiarato il consigliere di Arafat, Nabli Shaat - ma conducono le loro lotta solo in Medio Oriente e sulla nostra terra, la Palestina». Per ammorbidire le diffe¬ renze sul terrorismo Arafat ha detto nel suo intervento di condividere la decisione degli Stati Uniti di scende¬ re in guerra contro l'organizzazione Al Qaeda di Osama bin Laden: «Il mio popolo è pronto a battersi contro ogni forma di terrorismo, incluso quello degli Stati, per dare vita ad un nuovo ordine mondiale che garanti¬ sca giustizia, pace, sicurezza e liber¬ tà per tutti i popoli». Era stato il leader dell'Anp a rifiutare l'accordo con Israele, portando ai collasso il negoziato a Camp David. Ha ringraziato Bush per avere parlato di «Stato palestinese» Non c'è stato incontro con il Presidente Usa perché in tema di terrorismo le loro posizioni divergono ancora. Il Raiss è contro Bin Laden, ma difende gli Hezbollah Yasser Arafat durante il discorso dPieri all'Onu: non più accordi ad interim