Giallo atomico per Musharraf di Mimmo Candito

Giallo atomico per Musharraf LE PREOCCUPAZIONI DI WASHINGTON PER LA SICUREZZA DELLA «BOMBA MUSULMANA» Giallo atomico per Musharraf Il presidente assicura: le testate sono al sicuro. L'Fbi sospetta che uno scienziato abbia venduto segreti nucleari a Bin Laden reportage Mimmo Candito inviato a RAWALPINDI TACCHI che scattano secchi, dietro il grande cancello, senti¬ nelle rigide sull'attenti, pennacchi coloratissimi. E grandi baffoni ne¬ ri. C'è aria di vecchia Inghilterra, nel Quartier Generale delle forze armate pachistane. Il Raj britanni¬ co ha lasciato qui un imprint gene¬ tico, soltanto le auto blu - non più i cavalli - che ieri portavano a un vertice militare i generali a tre stelle rassicuravano che il tempo è cambiato. E che questo è un Paese che ha anche la bomba atomica e ora deve discuterne, sotto la pres¬ sione dura degli americani. Il vertice era stato convocato d'urgenza dal capo di stato maggio¬ re, gen. Yussef, dopo una telefona¬ ta (probabilmente) nervosa del pre¬ sidente Musharraf da New York. L'altro ieri era stata giornata di grandi soddisfazioni per Mushar¬ raf, accolto con ogni rispetto nel Palazzo dell'Onu; il suo discorso era stato molto applaudito e tutti gli avevano manifestato apprezza¬ mento e consenso per il ruolo che sta svolgendo nella guerra ai tale¬ ban. Poi, però, il consigliere diplo¬ matico gli aveva passato una nota della Casa Bianca, e Musharraf s'era rabbuiato: l'intervista del «Dawn» a Osama bin Laden aveva irritato Bush e Powell, sorpresi e sconcertati dal fatto che qualche migliaio di commandos da un me¬ se stiano dando la caccia senza successo allo sceicco di Al Qaeda, mentre un semplice giornalista pa¬ chistano lo intervistava facendosi beffe di tutta la montagna di elet¬ tronica del Pentagono. Consultandosi con il ministro Sattar, Mushairaf aveva però sapu¬ to che la storia dell'intervista èra piuttosto ingarbugliata, e che die¬ tro quell'annuncio di un'atomica che starebbe nei covi rocciosi di Bin Laden c'era altra gente, oltre al giornalista che aveva registrato la dichiarazione. Che era insomma una storia di servizi segreti, dove forse aveva messo le mani anche la Cia, interessata a far esplodere un tema che imbarazza Islamabad e dà agli americani buone carte di pressione militare e politica. Musharraf aveva inviato una nota di risposta a Bush, rassicuran¬ dolo che tutto è sotto controllo: ((All'inizio della guerra abbiamo spostato in sei nuove località le nostre armi nucleari. Il loro assem¬ blaggio è condizione necessaria alla realizzazione d'una esplosio¬ ne. La custodia del materiale fissi¬ le e dell'uranio è garantita». Ma il Presidente pachistano sapeva an¬ che bene che tutte le sue parole non servono a molto, che gli ameri¬ cani restano ancora diffidenti, e stanno con il fiato addosso ai reat¬ tori atomici. Nella baia di Karachi, 2.200 marines del 15.mo Expeditionary Unit sono in allarme rosso sulla nave appoggio «Peleliu», pronti a lanciarsi sulle basi pachistane (che però, in teoria, i marines nemmeno dovrebbero sapere dove siano) in caso d'un assalto fondamentalista. E l'Fbi continua a chiedere a Isla¬ mabad l'estradizione in Usa di tre «padri» dell'atomica pachistana: Sultan Bashiruddin Mahmud, Ab- dul Majid, Mirza Yusuf Baig. I tre sono sospettati d'aver passato a Bin Laden materiale nucleare e sapienza tecnologica, e in queste settimane sono stati arrestati e poi rilasciati almeno tre volte, sempre su insistenza deU'Fbi. Washington crede davvero che lo sceicco Osama abbia materiale atomico, acchiappato clandestina¬ mente sul mercato mafioso, dopo la fine dell'impero sovietico, e ar¬ ricchito poi con l'aiuto degli scien¬ ziati pachistani. La diffidenza ame¬ ricana punta soprattutto sul dot¬ tor Mahmud, che è un acceso fondamentalista, rigido nella sua scelta fino al punto di dimettersi tre anni fa dall'incarico di diretto¬ re generale della Commissione ato¬ mica pachistana, per protesta con¬ tro l'adesione di Islamabad al Trat¬ tato per il bando dei test nucleari. E ora che Mahmud - in uno degli innumerevoli interrogatori che punteggiano questo suo pendolari¬ smo con la galera - ha ammesso d'aver incontrato due volte Osa¬ ma, il sospetto ha infiammato an¬ cor più gli uomini dell'Fbi, convin¬ ti che il fisico nucleare menta quando dice che l'unica ragione degli incontri era umanitaria, «su come far funzionare al meglio la mia società di aiuti agli afghani». Il Pakistan è l'unica potenza nucleare del mondo islamico, le stime americane valutano in 24 testate il suo arsenale; e l'attenzio¬ ne delle terre della Mezzaluna è concentrata sulla disponibilità soli- daria di quella che viene oigoglio- samente definita «la Bomba Musul¬ mana». Ma queste sono testate il cui utilizzo presuppone una proce¬ dura di assemblaggio molto com¬ plessa, che comunque dev'essere approvata unanimamente da un Comitato di sei membri guidato dal Presidente. E nessuno ha nota¬ to finora che Musharraf è l'unico dei capi di Stati nucleari che vada in giro senza la «valigetta» con i comandi d'innesco: tanto, non gli servirebbe a nulla senza l'approva¬ zione degli altri cinque del Comita¬ to atomico. Ieri, il vertice del gen. Yussef è andato avanti per quattro ore. Hanno discusso dell'atomica, di Mahmud, ma anche delle pressioni americane che voghono una parte¬ cipazione «attiva» delle forze pachi¬ stane. Quando le auto blu sono andate via, le sentinelle con i baffo¬ ni neri e i pennacchi rossi scattava¬ no sull'attenti come solo si sapeva fare nei vecchi reggimenti della regina Vittoria. WBMl KuMW- »5^^. - ■■.■.■■.■■.■■ ij^S Il presidente del Pakistan, generale Musharraf, si riposa prima di pronunciare l'attesissimo discorso davanti all'assemblea generale delle Nazioni Unite

Luoghi citati: Inghilterra, Islamabad, New York, Pakistan, Usa, Washington