«Se dobbiamo morire, moriremo»
«Se dobbiamo morire, moriremo» FUORI DELLA CAPITALE ASPETTANO GLI ORDINI, RINFRANCATI DALLA SCONFITTA DEI TALEBAN «Se dobbiamo morire, moriremo» Grinta e fatalismo tra i mujahéddin che calano dal Nord reportage RémyOurdan BAGRAM (Afghanistan del Nord) AVANZANO verso il fronte in un modo tutto loro, quasi leg¬ gero, di andare in guerra. Aspetta¬ no sui bordi delle strade che un camion si degni di evitare loro ore dì marcia, si fermano spesso per bere tè bollente e gli ufficiali paio¬ no indolenti come r soldati. «Non è indolenza perché, dopo più di vent'anni di combattimenti e di¬ struzioni, si sa perfettamente che la guerra è una cosa seria - raccon¬ ta un comandante afghano del fronte di Bagram, l'aeroporto stra¬ tegico a Nord dì Kabul -. Parlerei piuttosto di fatalismo. Se battagha dev'essere, che battaglia sia! Se dobbiamo morire, moriamo! La vita dei soldati, le nostre vite, sono nelle mani di Allah!». Andare in guerra: i combattenti antitaleban della piana di Shomali lo sentono ormai fisicamente. I raid aerei americani sono diventa¬ ti incessanti, giorno e notte, contro le postazioni dei loro nemici; gli ufficiah la sera ripetono che i gionii, e forse le ore, sono contati prima di un'offensiva su Kabul. Chi sono questi combattenti ac¬ covacciati siile pietre che ai bordi dì strade coperte di polvere, sbir¬ ciando le contadine in burqa, aspet¬ tano di andare in guerra con que¬ sto sguardo così calmo eppure inquieto? E' gente che non vuol morire, e questa è la prima ragione della mancanza di eccitazione. Im¬ maginano ì taleban, e ancor più i soldati dì Al Qaeda, pronti a lottare all'ultimo respiro. La loro fede nella causa, dicono spesso, non è più così intensa dopo l'assassinio del loro capo storico, il generale Massud. Sacrificherebbero qualun¬ que gloria mihtare a un Afghani¬ stan pacificato. Dì qui l'impressio¬ ne difiusa tradì stranieri, giomah- sti e forse ufficiali americani, che l'Alleanza del Nord non sarà lo strumento che offre agli Stati Uniti l'agonia del potere taleban. Non c'è però scelta, e i dirigenti del Fronte unito hanno buon gioco a. ricordare che, nonostante con¬ trollino appena il 10 per cento del Paese, sono l'unica opposizione armata ai taleban e al loro alleato Bin Laden e hanno dimostrato di saper resistere agh assalti più terri- bilì. n punto è sapere se ì soldati del Fronte unito, che negli ultimi anni non hanno fatto che indietreg¬ giare dì fronte agh uomini del mullah Omar, sono capaci dì avan¬ zare. «Abbiamo un problema di munizioni, di carburante - ammet¬ te Abdul Rahman, uno dei capi militari del fronte di Kabul -. Abbia¬ mo però abbastanza combattenti e siamo pronti a passare all'azione. Non abbiamo mai affrontato i tale¬ ban con la pancia piena, in condi¬ zioni ideali, eppure h abbiamo affrontati. Un fucile e una pallotto¬ la bastano per andare a combatte¬ re. Se il nostro alto comando ci dà l'ordine, in qualche giorno possia¬ mo arrivare aile porte di Kabul». Abdul Rahman, sereno nono¬ stante l'imminenza dell'attacco. confida però che «la guerra non è mai semplice, non è mai facile, richiede tempo. Soprattutto in un conflitto di questo tipo, che non è solo afghano». La sconfitta dei taleban a Mazar-i-Sharif contribui¬ rà a motivare i combattenti del fronte dì Kabul. L'invincibilità tale¬ ban è morta sotto i colpi congiunti dell'aviazione americana e dei mujahéddin. A Bagram sono arriva¬ ti centinaia di soldati e di carri armati, per rafforzare la linea del fronte. L'attacco a Kabuladesso potrebbe realizzarsi davvero pen¬ sano anche i più prudenti tra ì comandanti antd-taleban. Avanzano verso il fronte, senza troppa convinzione, come dubitas¬ sero ancora dì saper vincere il nemico descritto come un teirori- sta spietato. Sentono dire che Ka¬ bul è alla loro portata e non osano ancora crederci. Ma le notti non assomighano più a quelle delle ultime settimane. Punteggiate dal rumore delle bombe e dei missili americani, le veghe d'armi hanno ormai il profumo del combattimen¬ to tanto annunciato. Copyright Le Monde
Persone citate: Abdul Rahman, Bin Laden, Massud
Luoghi citati: Afghanistan, Bagram, Kabul, Stati Uniti
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