«Saremo a Kabul prima del Ramadan» di Giovanni Cerruti

«Saremo a Kabul prima del Ramadan» «Saremo a Kabul prima del Ramadan» Donne senza burqa e uomini rasati a Mazar conquistata Giovanni Cerruti inviato a ISLAMABAD Il generale Dostum, a raffica come un suo kalashnikov, trasmette solo ordini e bollettini della disfatta tale- bana. Mazar-i-Sharif, dice, è già pre¬ sa e non se ne parli più. Così anche altre tre città e quattro province. «Ora sdamo avanzando verso quella di Badghis». E sarebbero cinque. «Entro domenica mattina dobbiamo arrivare ad Hairatan e riaprire la frontiera con l'Uzbekistan». E lunedi nella provincia di Konduz. E poi a Herat, per unire le forze con il comandante Ismail Khan. Avanti co¬ sì, insiste il generale Dostum. «Prima dell'inizio del mese sacro del Rama¬ dan possiamo arrivare a Kabul». Il Ramadan comincia sabato 17, ma Kabul sembra ancora un sogno. «Sa¬ rebbe meglio che si fermassero», consiglia da New York il Segretario di Stato Colin Powell. Perché poi, quell'astuto contrabbandiere che è Dostum, e gli altri generali di fresca autonominadell'Al- lealtea','chTli cbli-'M' trollerebbepiù? Dall'alba, di ieri Malzàf-i-Sltìnf ' Sa¬ rebbe dunque libe¬ rata dai taleban e occupata dai mujahéddin dell'Al¬ leanza. I telefoni sa¬ tellitari raccontano quello che tutti si aspettano da una città svuotata dalle ossessioni del mul¬ lah Omar. Le donne sole in strada, e fi¬ nalmente senza il burqa. Gli uomini in coda davanti agli sgabelli dei figaro di Mazar, e final¬ mente un rasoio che cancella le barbe lunghe una spanna. Quan¬ d'era la città dei suoi traffici, fino al '97, nella Mazar del generale Do¬ stum la vodka di contrabbando era delle migliori. Ancora non si segnala¬ no sbronze, ma i satellitari segnala¬ no allegria e feste. Quelli di Kabul sembrano accusare una mazzata: «La città e l'aeroporto stanno con l'opposizione», ammette al mattino il ministro della Difesa Obaidullah Akhund. A sere il morale dei taleban recupera e il ministro segnala: «Sia¬ mo pronti alla controffensiva». In due giorni le parti si sono invertite. Prima era il Pentagono ad annunciare successi militari e l'Alle¬ anza del Nord a dirsi perplessa. Ora è il contrario e il Pentagono preferisce aspettare. «C'è troppa polvere laggiù - aveva detto venerdì il contrammira¬ glio John Stufflebeem - ci vorranno un giorno o due per capire». Un bel polverone se ancora U Pentagono non estema, non commenta, non conferma.. «Bakhtan), l'agenzia dei taleban che trasmette da Kabul, scri¬ ve che «non corrispondono al vero le voci di una ritirata da parte delle nostre forze armate: si sono allonta¬ nate per non rischiare perdite inutih e la distruzione della città. Il morale è alto e la battaglia non è ancora finita». Sarebbe pronta la controffen¬ siva: i taleban avrebbero ceduto solo la parte Sud di Mazar, hanno atteso rinforzi e questa notte chiuderanno la trappola. A sentire le telefonate da Mazar, le voci dei comandanti del generale Dostum, per i taleban l'occupazione di Mazar è davvero finita. «La gente ci ha portato in trionfo - racconta Mohammed Shahad - ci ha offerto da mangiare e passato informazioni sul¬ le postazioni del nemico». Radio Mazar ha ripreso le trasmissioni, eia prima voce sarebbe stata quella di Rabbanì, il presidente dell'Afghani¬ stan esiliato dal mullah Omar. «La città è tranquilla, quelli con la barba lunga se ne sono tornati dal loro mullah, scappati tutti», dice Karim Khalili I satellitari riportano l'eccita¬ zione di chi già si sente a Kabul. «L'attacco è possibile - aggiunge il L'Alleanzae vanta la di altre citprovince: prendere entro veneWashingt scalpita conquista à e Possiamo a città rdì» on frena portavoce Alim Khan - Abbiamo già mille uomini a pochi chilometri da Kabul». A Kabul prima del Ramadan? L'Alleanza del Nord, prima, deve fare i conti con le cautele di Colin Powell. «Kabul deve diventare una città aperta, come Berlino nel '45». Meglio che l'Alleanza dei Dostum resti alle porte: «La popolazione af¬ ghana non li vedrebbe di buon oc¬ chio se entrassero in forze». Via il mullah Omar, ma poi chi comanda? Come mettere d'accordo gli uzbeki di Dostum, i tagiki e i turkmeni dell'Alleanza, con i pasthun della capitale? Quando erano tutti a Ka¬ bul, prima dell'arrivo dei taleban, in cinque anni si sono spartiti 50 mila morti. Ma non è solo quésto a preoc¬ cupare l'amministrazione america¬ na. L'Alleanza a Kabul metterebbe in crisi il finora felice rapporto con il Pakistan del generale Musharraf. E poi è un'Alleanza che non offre garanzie sul futuro, più interessata alla conquista dell'Afghanistan che alla cattura di Osa- n niàbin Laden, mén¬ tre «Pakistan e Stati Uniti sono imitinoli' obiettivo comune della lotta al terrori¬ smo», ha detto Bush in una conferenza stampa congiunta con il presidente pa¬ chistano, al quale ha promesso un mi¬ liardo di dollari di aiuti e la revoca del¬ le sanzioni. «Non sono d'ac¬ cordo con il signor Powell». Abduilah Abdullah, il mini¬ stro degli Esteri del¬ l'Alleanza, ha provato a smentire le ansie americane. «I taleban sono delinquenti intemazionali, un corpo estraneo non accettato dalla popola¬ zione e non avranno alcun ruolo nel nuovo Afghanistan». Anche il genera¬ le Dostum ha la sua promessa: «Que¬ sta volta non ripeteremo i nostri errori, se gli americani continueran¬ no a bombardare per aiutarci a entrare a Kabul». Il Pentagono, per¬ plesso, nemmeno commenta la pre¬ senza di marines dal berretto verde nelle zone dall'Alleanza: tanto la tv turca ha già mandato in onda le munagini, ci sono eccome. E dalla sua Mazar, Dostum insiste: «Bom¬ bardate, e entro venerdì saremo nel¬ la capitale». E' un bravo musulma¬ no, il generale. Nel mese del Rama¬ dan vorrebbe solo digiuno e preghie¬ ra. AKabul. L'Alleanza scalpita e vanta la conquista di altre città e province: «Possiamo prendere la città entro venerdì» Washington frena Carri armati dell'Alleanza del Nord procedono verso Kabul. Sulla strada, quasi ignari, un uomo in bicicletta e un ragazzo con un sacco di legna