«Chi protegge il terrorismo, pagherà» di Maurizio Molinari

«Chi protegge il terrorismo, pagherà» «Chi protegge il terrorismo, pagherà» Discorso di Bush all'Ònu: è il momento dell'azione Maurizio Molinari corrispondente da NEW YORK Il presidente americano, George Bush, dal podio dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite chie¬ de al mondo di unirsi contro il terrorismo e lancia un avvertimen¬ to a quegli Stati che dovessero tirarsi indietro: «Pagherete un prezzo». Parlando a braccio per quasi trenta minuti di fronte a Capi di Stato, di governo e ministri degli Esteri di 188 Paesi del mon¬ do, Bush traccia ima linea rossa: «Per ogni regime che sostiene o tollera il terrorismo c'è un prezzo da pagare, e lo dovrà pagare». La guerra contro l'Afghanistan dei taleban che ospita Al Qaeda di Osama bin Laden non è che l'ini¬ zio. Per descrivere l'importanza della sfida al terrorismo Bush ri¬ corda il precedente della n Guerra Mondiale «quando nessuno pote¬ va sentirsi immune dal Male». Anche adesso le nazioni del mon¬ do sono chiamatela scegliere'da' che parte stare, Bin Laden attac¬ cando l'America ha dichiarato guerra alla civiltà: l'il settembre molte vittime appartenevano a Paesi del Terzo Mondo come Gam- bia, Messico, Pakistan. «Se legges¬ si tutti i loro nomi qui, avrei bisogno di tre ore», sottolinea Bu¬ sh per rammentare l'enormità del crimine commesso. Bush non nomina mai diretta¬ mente Bin Laden perché Washin¬ gton guarda oltre Kabul e Al Qae¬ da, vuole eradicare D terrorismo ovunque si trovi: «Non esiste un terrorismo buono, neanche se si cela dietro motivazioni religiose o movimenti nazionalisti». «Alcuni governi chiudono gli occhi davanti ai terroristi sperando che la minac¬ cia passerà, ma si sbagliano», dice il presidente americano, chieden¬ do a tutti i Paesi dell'Onu di unirsi «per opporsi a ogni tipo di terrori¬ smo, non solo ad alcuni». O^ni governo che rigetterà questo prin¬ cipio, che cercherà di proteggere «i suoi amici terroristi», si troverà sul fronte opposto a quello degli Stati Uniti e dei loro alleati. «Ne pagherà le conseguenze», ammoni¬ sce Bush. Il tono è duro e lo stile sincero, fraintenderlo è impossibi¬ le. Bush dice ai leader del mondo quello che pensa la grande maggio¬ ranza degli americani: «L'attacco dell'11 settembre è avvenuto a poche centinaia di metri da qui, i terroristi voghono distruggere la civiltà, si nascondono dietro una religione pacifica come l'Islam, minacciano le Nazioni Unite e sono pronti a trasformare ogni città in un cimitero, se riuscissero a ottenere armi nucleari le usereb¬ bero senza remore». Nessun compromesso è possibi¬ le dopo gh attacchi dell' 11 settem¬ bre: «Non dimenticheremo nulla di quel giorno, né il nome di ogni vittima né chi in quel giorno ap¬ plaudì e festeggiò, non ci sarà un angolo del mondo dove potrà sfug¬ girci». Il riferimento agli «applau¬ si» è alle manifestazioni di giubilo che si ebbero in alcuni Paesi arabi e nei Territori palestinesi. Nell'au¬ la silente si scorgono alcuni diplo¬ matici del Terzo Mondo che si scambiano espressioni di perples¬ sità. La delegazione irachena sem¬ bra pietrificata. Il leader palestine¬ se Yasser Arafat si passa ripetuta¬ mente le j mani sul volto. Il capo della Casa bianca non pronuncia alcun nome degli Stati sospettati di collusione con i terroristi ma a discorso finito sono i suoi collabo¬ ratori che dicono: «Libano, Siria, Iran, Iraq e alcuni altri». Il Libano, legato a doppio filo alla Siria, giovedì è stato il primo Paese arabo a rifiutare formalmente di collaborare nella lotta al terrori¬ smo respingendo la richiesta di Washington di congelare i beni degli Hezbollah filo-iraniani, re¬ sponsabili a metà degli Anni 80 di attentati kamikaze che causarono la morte di 260 cittadini e soldati Usa. L'Iraq è sospettato dail'Fbi di stretti legami con Al Qaeda. «Il momento della simpatia e del cor¬ doglio è finito - dice Bush - è arrivato quello d'agire». La guerra di Bush contro il terrorismo è solo all'inizio ma non sarà mai contro l'Islam, come oggi non è contro l'Afghanistan: «Prometto agli afghani che rico¬ struiremo il loro Paese», quando i taleban saranno stati allontanati dal potere. Bush cita la condanna del terrorismo da parte dell'imam dell'Università di Al Azhar, rin¬ grazia quei Paesi musulmani che si sono schierati senza remore, parla più volte dell'Islam come di una fede di pace e misericordia, vittima anch'essa del terrorismo. Gli Stati Uniti tendono la mano ai Paesi arabi e musulmani, i primi a essere minacciati dal fondamen¬ talisti. E' a loro che chiedono il massimo aiuto ed è su di loro che ricade la maggiore responsabilità perché il terrorismo si annida sui loro territori..Questi governi de¬ vono scendere in campo perché «un assassino è solo un assassino e va combattuto», «Non tutti parteciperanno alla coalizione nella stessa maniera, ma tutti devono fare qualcosa». Raccogliere il consenso di tutti ì Paesi musulmani non sarà facile. Uno dei più stretti alleati di Washington, il presidente pakista¬ no Pervez Musnarraf, intervenen¬ do al Palazzo di Vetro dopo Bush ha replicato dando voce agli umori di molti governi: «Nel mondo del¬ l'Islam c'è frustrazione e senso enorme di impotenza perché in ogni crisi, dal Kashmir al Kosovo, dalla Bosnia alla Palestina, le vitti¬ me sono sempre musulmane». Per fare breccia fra le diffidenze Bush ha voluto liberare il campo anche dall'equivoco mediorientale, ri¬ spondendo a Bin Laden che accusa l'America di essere sorda alle ragio¬ ni dei palestinesi: «Siamo per la pace, per due Stati, Israele e Pale¬ stina uno a fianco all'altro, ma a tal fine bisogna prima battere il teirorismo». L'incontro con Yas¬ ser Arafat all'Onu non ci sarà perché, come ha sottolineato il consigliere per la sicurezza nazio¬ nale Condoleezza Rice, l'Autorità palestinese deve fare ancora mol¬ to per porre fine agli attacchi terroristici di Hamas e Jihad con¬ tro Israele. Sarà però il Segretario di Stato, Colin Powell, a vedere Arafat per ribadfrgli l'impegno a veder nascere uno Stato di Palesti¬ na al termine del negoziato di pace con gli israeliani. Il presidente Usa: quegli uomini si nascondono dietro una religione pacifica come l'Islam ma vogliono distruggere la civiltà. In Medio Oriente noi siamo per la pace, per due Stati, Israele e Palestina, fianco a fianco Il presidente americano George Bush sul podio dell'Onu pronuncia il suo durissimo discorso alla 56" Assemblea generale annuale delle Nazioni Unite