NO GLOBAL «Siamo il doppio dei pro-Usa» di Renato Rizzo

NO GLOBAL «Siamo il doppio dei pro-Usa» HAATTRAVERSATO ROMA FRACOR! E SLOGAN NO GLOBAL «Siamo il doppio dei pro-Usa» Renato Rizzo inviato a ROMA «Eccoci: il paese reale è qui, il paese reale siamo noi: sfilano in un corteo gonfio di rabbia e d'orgoglio che vuole lasciarsi alle spalle il buio di Genova. Dal no alla globalizzazione al no alla guerra: la rabbia oggi è solo violenza simbolica di urla e di striscioni; è l'orgoglio viaggia sui telefoni cellulari con cui un paio d'infiltrati alla manifestazione «de¬ gli altri» comunicano, minuto per minuto, le cifre della vittoria: «Que¬ sti non arrivano a 40 mila, noi siamo molto più del doppio». Le 15, in piazza della Repubblica: la folla freme come in attesa d'un «via» che tarda troppo, poi il serpentone inizia il suo lento cammino ruggente di tamburi e slogan e fiscmetti. In prima fila, le donne in nero: simbolo delle schiave annientate da .certe società, ma anche delle vedove degli «inutUi conflitti». «No alla guerra militare, economica e sociale» dice il grande drappo rosso che è leit-motiv della giornata. A fargli da specchio i cento e cento adesivi che la gente esibisce: «Not in my name», «non a nome mio» recitano, come a prende¬ re le distanze da chi appoggia o affianca gli Usa nel conflitto con l'Afghanistan. Scorre il corteo che secondo la polizia, in base a cifre non ufficiah, è composto da 50 a 70 mila persone. A scandire il cammino, i 110 striscioni dei Social Fotum italiani («L'Italia è in guerra, noi no» recita uno) da quello di Attac («contro tutte le guerre, contro tutti i terrorismi di¬ sarmiamo il mercato») sino a quello che tralascia i grandi temi per limi¬ tarsi, apoditticamente, ad annuncia¬ re che «Berlusconi porta sfiga». Da¬ vanti al drappello della «dusobbe- dienza civile», i leader della prote¬ sta. Vittorio Agnoletto: «A popolo della sinistra e qui, se ne renda conto l'DlivO. Di più; Le migliaia di uomini e donne che sfilano oggi dimostrano un dato importantissi¬ mo: il QO'ft dei parlamentari che vota a favore della guerra non rappresen¬ ta la società civile. E c'è da fare anche un'altra considerazione: que¬ sta manifestazione così pacifica di¬ mostra che quando non ci sono i black bloc e la polizia a provocare tutto va liscio». Luca Gasarmi rilan¬ cia l'invito ai militari italiani perchè disertino l'impegno armato, poi at¬ tacca Rutelli e Fassino «che se ne sono andati altrove. Il motivo? Non sanno più dove trovare la propria gente». Francesco Caruso della rete No global: «Berlusconi avrebbe volu¬ to un appoggio plebiscitario. Le cifre del suo Usa day dicono che il Paese non ha voluto darglielo». Avanti piano, per strade nelle quali non si vede neppure una divisa o il lampeggiare d'una volante. Qual¬ che sprazzo d'incontinenza ribellisti¬ ca: una bandiera Usa ed una dell'Ue bruciate, urla di «assassini» davanti alla Fao, una pietra che vola in via Merulana, bombolette spray per istoriare le vetrine d'un paio d'istitu¬ ti di credito e manifestim per incerot- tarle con l'ordine: «Boicotta le ban¬ che armate». E, qua e là, scritte in cui, per una sorta di cortocircuito politico, Berlusconi diventa il «Berlu- skaz» di bossìana memoria. Quasi defilato tra la gente che sciama, un uomo con giacca a vento, sciarpa a : ' ]he, volto scuro: è don Vitaliano Della Sala, il «cappellano» dei ribelli. Domandiamo: ma il suo vescovo non le aveva imposto di evitare le manifestazioni politiche?. Si difende: «Come diceva Martin Luther King, "quando c'è un incen¬ dio i pompieri passano anche con il rosso. Ormai mi consentono solo di mangiare e di respirare. Pensi che vorrebbero anche togliermi la par¬ rocchia e mandarmi in Sri Lanka ad insegnare in seminario». Gran parte del corteo è ormai giunta sotto il palco di piazza della Bocca della Verità. Esplode, più for¬ te dei suoni e dei canti, la rabbia di Agnoletto: incollato al cellulare chia¬ ma i direttori delle reti Rai per ' protestare contro «l'informazione er¬ rata che attribuisce al nostro corteo una partecipazione minima: se si vogliono dare cifre, si diano giuste: siamo oltre 100 mila». Inizia, sotto la pioggia, lo spettacolo. La marcia «antiguerra» è già in archivio e il portavoce del Gsf ne annuncia una «nuova»: quella che, nelle prossime settimane, porterà in Palestina e Pakistan una delegazione dei Social forum italiani per, offrire aiuti ai rifugiati nei campi profughi: «Abbia¬ mo incassato una somma di denaro dalla vendita delle cassette sui fatti di Genova: ne destineremo gran parte a sostenere le vittime delle guerre». Secondo la polizia hanno sfilato dalle 50 alle 70 mila persone Nessun incidente di rilievo Agnoletto: «Tutto va liscio se non ci sono le provocazioni dei black bloc e degli uomini in divisa...» La folla dei pacifisti attraversa Roma