La cortigiana Umrao Jan Ada fra violenza e vita cortese

La cortigiana Umrao Jan Ada fra violenza e vita cortese La cortigiana Umrao Jan Ada fra violenza e vita cortese PUÒ sembrare uno sfizio recensire La cortigiana Umrao Jan Ada, il primo romanzo indiano in «ur¬ dù», pubbhcato nel 1899. Tanto per incominciare, bisogna chia¬ rire che cosa si intende per «urdù». E' l'idioma usato dai musulmani nel subcontinente indiano, sino a divenire la lin¬ gua ufficiale del Pakistan. E' originario del Sud dell'India e si è evoluto come lingua letteraria e di corte degli imperatori mo¬ gul, i signori musulmani di gran parte dell'India, estromessi da¬ gli inglesi dopo la metà del Settecento. Sostituitosi al per¬ siano classico, la lingua «urdù» è l'idioma essenzialmente poeti¬ co, stilizzato nella forma espres¬ siva e nei canoni di trasmissio¬ ne stilistica, basati sulla forma orale e sulla capacità d'improv¬ visare variazioni inedite su te¬ mi convenzionah. Ciò avveniva nel corso di riunioni, pubbliche o private, tra poeti e appassiona¬ ti di poesia, categorie che allora confluivano e tendevano a con¬ fondersi. Della tradizione poeti¬ ca «urdù», o di quanto ne so¬ pravvive ai giorni nostri, si tratta nel bel romanzo In custo¬ dia di Anita Desai, tradotto a suo tempo dalla Tartaruga, dal quale è stato ricavato anche un film, mai apparso in Italia. La cultura «urdù» aveva la sua Firenze nella città di Luck- now, in competizione con Delhi per il primato culturale e lingui¬ stico. Lucknow era famosa per la sofisti¬ cazione ivi raggiun¬ ta dalla lingua «ur¬ dù», oltre che per la passione mostrata dai suoi abitanti per la poesia e la musi¬ ca: correva allora il detto che in città anche i cuochi erano poeti. Nel romanzo, gran parte dell'azione si svolge ap¬ punto a Lucknow, dove è con¬ dotta da piccola la cortigiana Umrao Jan Ada, dopo essere stata rapita per vendetta alla famigha ed essere stata vendu¬ ta a una maitresse del luogo. La trama, dal testo molto sempli¬ ce, narra la vita e le peregrina¬ zioni della cortigiana attorno al 1857, ovvero l'anno della gran¬ de rivolta militare contro gli RECENAlesM inglesi e il conseguente colpo finale dato a ciò che restava dell'impero mogul e dei regni indipendenti, nati dal suo pro¬ gressivo disfacimento. Tale è anche il caso di Awadh, Oudh nella grafia inglese, di cui Luck¬ now era capitale. Rammento al lettore L'assedio di Krishna- pur, di Farrell, ambientato in realtà a Lucknow e che tratta di imo degh episodi chiave del Mutiny. Scarsa è l'eco di tali e gravi eventi in Umrao Jan Ada, in cui prevale invece il grande affre¬ sco dedicato all'ultima stagione di fioritura della cultura islami¬ ca in India: impasto manieristi¬ co e raffinato di vita cortese e di violenza spesso senza legge, di poesia e di musica perfette e ormai quasi estenuate e di amo¬ ri avidi e falsi, di abiti é gioielli sfarzosi e di sporcizia per noi inaccettabile. La cortigiana Umrao Jan Ada (Umrao è il nome datole dalla maitresse, Jan indica la prostituta, in con- SIONE ndro ti trapposizione a «Bi- bi» e «Begam», le donne per bene, mentre Ada è il no¬ me con cui la prota¬ gonista firma le pro¬ prie poesie) si muo¬ ve in questo mondo composito e di fatto crudele, incantando gli uomini con la magia della sua voce e dei suoi versi, ora al seguito di banditi di strada ora di ricchi signori, sempre tormentata dal rimpianto per la vita normale perduta. Umrao Jan Ada narra la pro¬ pria vita allo scrittore Ruswa, seguendo una vena intimistica e dolente che richiama le istan¬ ze di modernismo, tra cui il dibattito sulla condizione della donna, allora presenti nella so- cietà indiana e di cui la nascen¬ te forma-romanzo si fa portavo¬ ce. Agisce sullo sfondo il som¬ messo rimpianto per il declino inarrestabile di una cultura e per un tempo, sia pubblico sia privato, che non potrà mai più tornare. Temi che ritornano nel grande romanzo «urdù» contem¬ poraneo, J^ume di fuoco, di Qurratulain Hyder, che,Giunti dovrebbe tradurre in italiano. Il romanzo è stato tradotto con passione e competenza da Daniela Bredi, di cui si racco¬ manda l'introduzione, esaurien¬ te neUe informazioni suh'auto¬ re e sul periodo. Può risultare difficile per il lettore lo stile narrativo d'epoca, spesso con¬ cettoso e inframmezzato da lun¬ ghe poesie. Vale comunque la pena di leggere Umrao, come testimonianza di una cultura sofisticata e antica, giunta mira¬ colosamente intatta sino quasi ai giorni nostri e di cui sono diseredati eredi i musulmani del Bangladesh che nei ristoran¬ ti cercano di venderci una rosa, lo stesso fibre, «gul», che i loro non lontani antenati celebrava¬ no con varsi squisiti. APPARSO NEL 1899, E' IL PRIMO ROMANZO IN «URDÙ», IDIOMA DEI MUSULMANI DIVENTATO LA LINGUA UFFICIALE IN PAKISTAN: UN GRANDE AFFRESCO DELLA CULTURA ISLAMICA IN INDIA RECENSIONE Alessandro Monti Mirza Muhammad Hadi Ruswa La cortigiana Umrao Jan Ada traduzione e cura di Daniela Bredi, L'Harmattan Italia, pp. 208, L. 33.000 ROMANZO

Persone citate: Alessandro Monti Mirza Muhammad, Anita Desai, Daniela Bredi, Farrell, Luck, Mirza Muhammad Hadi

Luoghi citati: Bangladesh, Firenze, India, Italia, Pakistan