«Adesso è aperta la strada per Kabul»

«Adesso è aperta la strada per Kabul» LARRY KORB, ESPERTO DI QUESTIONI STRATEGICHE DEL PRESIDENTE REAGAN: LA COALIZIONE DISPONE ORA DELLA PRINCIPALE LINEA DI RIFORNIMENTO «Adesso è aperta la strada per Kabul» Restano poche settimane per conquistare la capitale intervista nan corrispondente da NEW YORK CADUTA Mazar-i-Sharif nel¬ le mani dell'opposizione, adesso l'obiettivo dei comandi alleati è prendere Kabul prima dell'arrivo dell'inverno: è que¬ sta la lettura dello scenario militare in Afghanistan di Larry Korb, ex sottosegretario alla Difesa nelle Amministrazioni Reagan ed ora esperto di punta di questioni strategiche del «Council on Foreign Relations» di New York. Quali sono le implicazioni militari dell'entrata delle forze dell'Alleanza del Nord nella città di Mazar-i- Sharif? «E' un passaggio molto impor¬ tante. Una volta preso il centro nevralgico di Mazar-i-Sharif si possono inviare rifornimenti e cibo per via aerea grazie ai due aeroporti che si trovano attor¬ no alla città. Questo significa poter rafforzare in tempi molto stretti la capacità militare del¬ l'Alleanza del Nord». E per lo schieramento del¬ le forze americane che co¬ sa cambia? «Invieremo su quelle piste i reparti delle forze speciali. Il Pentagono aspettava da qual¬ che tempo che i taleban si ritirassero da Mazar-i-Sharif. I piani di guerra prevedevano il dislocamento dei reparti specia¬ li in questa zona, possibilmente anche la creazione di una base. Avere il controllo di Mazar-i- Sharif significa poter aprire il Ponte dell'Amicizia costruito dai sovietici che collega Afgha¬ nistan e Uzbekistan: sarà que¬ sta d'ora in avanti la principale linea di rifornimento terrestre. Passeranno attraverso il ponte ex sovietico anche gli aiuti umanitari per la popolazione civile, i profughi. L'area di Mazar-i-Sharif è destinata a essere una testa di ponte della coalizione». L'impiego massiccio di truppe di terra alleate si avvicina? «Potrebbe, ma non è affatto detto. Il successo militare colto sul campo dall'Alleanza del Nord potrebbe avere l'effetto esattamente opposto e non ren¬ dere necessario l'impiego di nu¬ merose truppa alleate. Se l'oppo¬ sizione riesce ad andare avanti da sola potrebbero bastare i reparti speciah con le loro azio¬ ni di commandos per indebolire le difese taleban e indicare gli obiettivi aj»li attacchi aerei». Perché il Pentagono si mo¬ stra prudente e parla di ' situazione «fluida» riman¬ dando di qualche giorno un giudizio definitivo della si¬ tuazione? «Perché i mihtari prima di cre¬ dere alle cose devono poterle toccare con mano. Il Pentagono prima di pronunciarsi deve ave¬ re a disposizione tutti gli ele¬ menti possibili. La prudenza in questi casi è d'obbhgo. Non bisogna neanche escludere la possibilità che i taleban tentino di riprendere la città». Che giudizio dà delle capa¬ cità militari dimostrate in questo mese di guerra dal¬ l'Alleanza del Nord? «Loro avevano già conquistato una volta Mazar-i-Sharif. Cono¬ scevano dunque bene quel teire- no. Hanno però avuto bisogno di tempo per organizzarsi, per mettersi d'accordo su come agi¬ re assieme in battagha. L'ucci¬ sione del comandante Massud da parte di due kamikaze di Osama bin Laden il 9 settembre scorso li ha indeboliti, ha reso più diffìcile il coordinamento fra le diverse componenti. Ades¬ so l'unità fra i gruppi e i coman¬ danti sembra funzionare, è que¬ sto lo sviluppo militare positi¬ vo». Finora gli analisti mihtari non hanno lesinato criti¬ che alla conduzione di «Li¬ bertà Duratura». Ora il co- mandante americano Tom¬ my Franks si prende una rivincita... «GU Stati Uniti hanno una stra¬ tegia per questa guerra, hanno un'idea di come poter vincere, di come poter sconfiggere i taleban. Le perplessità finora hanno riguardato gli effetti dei prolungati bombardamenti. Ma l'obiettivo era, e resta, quello di fiaccare la resistenza dei tale- ban. Bisogna avere pazienza». Quale è adesso il prossimo passo per «Libertà Duratu¬ ra»? «Kabul». Ritiene che l'Alleanza del Nord potrebbe riuscire a prendere anche la capita¬ le? «Credo che i bombardamenti alleati verranno intensificati. Il prossimo passo non può che essere Kabul. I comandi alleati la vogliono catturare prima che arrivi l'inverno. Mancano quin¬ dici giorni, tre settimane al massimo. Il controllo di Ma¬ zar-i-Sharif migliora tattica¬ mente la disposizione deUe trup¬ pe dell'Alleanza del Nord e consente alle forze americane di far pesare di più la loro presenza sul terreno. Nei prossi¬ mi giorni i combattimenti au¬ menteranno. Siamo in una fase deheata della campagna». E se Kabul non' dovesse cadere prima dell'arrivo dell'inverno andiamo in¬ contro ad un lungo assedio fra le nevi? «Molto dipende dai progressi militari che verranno consegui¬ ti sul terreno. Se l'opposizione avanzerà significativamente nei prossimi giorni Kabul po¬ trebbe cadere anche una setti¬ mana o due dopo l'arrivo dell'in¬ verno». «li successo militare potrebbe rendere non necessario l'impiego di numerose truppe alleate di terra Se l'opposizione riesce a procedere da sola potrebbero bastare i reparti speciali con le loro azioni di commando per indebolire le difese» «Le perplessità finora hanno riguardato gli effetti dei prolungati bombardamenti, ma l'obiettivo era e resta di fiaccare la resistenza Bisogna avere pazienza Siamo in una fase delicata della campagna, i combattimenti aumenteranno» L'antico e il moderno della guerra afghana: cavalieri dell'Alleanza del Nord e un carro armato durante l'avanzata di ieri verso Mazar-i-Sharif

Persone citate: Ades, Franks, Larry Korb, Massud, Osama Bin Laden