Il Pentagono: una situazione fluida di Paolo Mastrolilli

Il Pentagono: una situazione fluida Il Pentagono: una situazione fluida «L'Afghanistan è ormai tutto un campo di battaglia» Paolo Mastrolilli NEW YORK «Quello che abbiamo visto a Mazar-i-Sharif è incoraggiante. Ma la situazione è fluida e siamo inclini a sospendere i commenti fino a quando le cose si chiariran¬ no e potremo vedere, fra un giorno o due, dove si trovano le forze». Victoria Clarke, la porta¬ voce civile del Pentagono più fidata del segretario Rumsfeld, ha usato la massima prudenza possibile per valutare la conqui¬ sta dell'Alleanza del Nord. Sareb¬ be il primo successo tangibile nell'offensiva contro i taleban e il terrorismo, e gli americani non vogliono fare la figura degli inge¬ nui. Lo stesso presidente Bush, affacciandosi davanti ai giornali¬ sti dopo l'incontro col premier indiano Vajpayee, ha detto che «la coalizione intemazionale è più forte che mai». Poco dopo ha ribadito la fiducia nella vittoria finale, aggiungendo che «Al Qae- da e i Paesi da cui-riceve aiutor sono nemici dell'umanità, e noi li troveremo e li sconfiggeremo». Però ha evitato commenti diretti sulle polverose battaghe dell'Af¬ ghanistan nord-occidentale. Proprio così, infatti, ha parla¬ to l'ammiraglio Stufflebeem. «C'è troppa polvere nell'aria - ha spiegato il portavoce militare del Pentagono - per dare un giudizio definitivo. Dobbiamo aspettare che si posi, prima di capire bene la nuova situazio¬ ne». Come mai tanta prudenza da parte di Washington? Prima di tutto, perché in passato l'Alle¬ anza del Nord aveva già vantato successi falsi, o di breve durata. Poi perché bisogna capire'se gli oppositori hanno semplicemen¬ te messo il piede nella città, e domani potrebbero essere ricac¬ ciati, oppure se Ihanno conqui¬ stata in maniera stabile, al pun¬ to di utilizzarla come sicuro trampolino di lancio per altre operazioni, magari verso la capi¬ tale Kabul. Stufflebeem, in pro¬ posito, è stato molto chiaro: "Un conto è prendere terreno, un altro è assicurarlo. La situazione è confusa, perché ci sono vari gruppi che combattono in diver- si punti della città, e prima di giudicarla voghamo valutare con inostri occhi». Gli occhi di Washington, in questo caso, sono le truppe spe- ciali che da settimane si muovo¬ no al fianco degli oppositori. Secondo Stufflebeem, questi sol¬ dati non sono aggregati a tutti i gruppi impegnati a prendere Ma¬ zar-i-Sharif dal Nord e dal Sud, e fino a ieri pomeriggio non aveva¬ no messo piede in città. Appena lo faranno invieranno i loro rap¬ porti al Pentagono, consentendo a Bush di alzare sul serio le braccia. La conquista e la tenuta della prima città, infatti, sareb¬ bero molto importanti sul piano strategico, politico e psicologico, come hanno spiegato Stufflebe¬ em e la Clarke. Sul piano strategico, avere Mazar-i-Sharif significa aprire un corridoio che porta diretta¬ mente dall'Uzbekistan a Kabul, e possedere un aeroporto da cui lanciare altri raid e altre opera¬ zioni dei commando. Su quel corridoio passerebbero i riforni¬ menti in arrivo dall'ex repubbli¬ ca sovietica, ma anche i mille soldati della Mountain Division che da circa un mese si trovano in ima base vicino al confine. La nuova via, secondo la Clarke, «verrebbe utilizzata per traspor¬ tare più aiuti umanitari alla popolazione», invece di lanciarli dal cielo, e questo sarebbe politi¬ camente un cruciale passo in avanti. Washington, infatti, di¬ mostrerebbe nella pratica che il suo obiettivo è sfamare la popo¬ lazione e colpire i terroristi, inde¬ bolendo la propaganda dei tale¬ ban e rafforzando la posizione dei governi islamici alleati alla vigiha del Ramadan. Il colpo psicologico sarebbe altrettanto importante, perché dimostrerebbe che il regime di Kabulvi è^battibile, e ^Tajlggjjga guidala dagli americani è vincen¬ te. E quésto avverrebbe proprio mentre i combattimenti si stan-; no mtensificàudo in fùtto'fl'jyaè- se, come ha detto Stufflebeem: «L'Afghanistan ormai è tutto un. campo di battaglia, ad Ovest, nel Nord-Est, a Nord di Kabul, e anche al Sud». Finora il Pentago¬ no ha rovesciato sul Paese 8 mila •bombe, e ieri ha continuato, colpendo soprattutto Mazar-i- Sharif, ma anche Jalalabad, Kan- dahar e Bagram, sulla strada di Kabul. Lunedì da San Diego sal¬ perà la portaerei Stennis, per sostituire la Vinson, e il vice capo del Pentagono Wolfowitz ha avvertito: «Se avremo la pos¬ sibilità di catturare Bin Laden e i suoi alleati, non m'importa che sia Natale, Hannukah o Rama¬ dan: lo faremo e basta». Estrema prudenza di Washington nel valutare le conquiste dichiarate dai mujaheddin «Aspettiamo un giorno- o due, nell'aria c'è troppa polvere» Bombe sganciate dagli aerei americani sulle linee dei taleban vicino all'aeroporto di Bagra m, a Nord di Kabul