Minuetto funebre

Minuetto funebre BUONGIORNO di Massimo Gramellinl Minuetto funebre il coraggio di fargliele da vivo. Nessuno come i politici sa piangere al capezzale delle proprie vittime. C'è da scommettere che fra cent'anni (gli interessati facciano - alla Leone - gli scongiuri) la dipartita degli attuali boss sarà salutata con enfasi proprio da chi oggi li considera un pericolo per la democrazia: «l'imprenditore che fondò un impero dal nulla», «il leader che modernizzò la sinistra e la portò al governo», «l'uomo del popolo che inter¬ cettò il malessere strisciante del Nord». E' già successo, succederà an¬ cora. Fa parte di un gioco etemo: l'importante è che i cittadini se lo ' ricordino, ogni volta che vedono i santificati di domani insultarsi a vi¬ cenda con parole sempre più pesanti, sempre più vuote. ^dfilla str TTENTAsensibilità democra¬ tica. Determinazione e pas¬ sione. Una parte importante 'della storia del nostro paese. Una grave perdita per il paese. Sono alcune delle frasi fatte con cui il mondo politico cattocomunista che lo affossò ha reso omaggio alla salma dell'ex presidente Leone, costretto nel 1978 a [asciare il Quirinale per un'accusa di corruzione poi rivelatasi infondata, al termine di una campagna denigrato¬ ria di sapore anche un po' razzista. Dai democristiani che non lo difesero ai comunisti che ne pretesero le dimis¬ sioni giungono adesso riconoscimenti tardivi e autocritiche a mezza bocca. Nello squallore generale giganteggia¬ no al solito i descamisados di Palmel¬ la, che le scuse a Leone ebbero almeno