Sofia quando dissi NO a Cary Grant

Sofia quando dissi NO a Cary Grant ìMtMmk LA LOÌREN SI RACCONTA SUL SET DI «BETWEEN Sf RANGERS» IN CUI RECITA DIRETTA DAL FIGLIO EDOARDO Sofia quando dissi NO a Cary Grant intervista Michael Shelden eUANDO William Holden incon¬ trò nel 1958 la ventiquattrenne i Loren, fu così colpito che sospirò: «Non ho mai visto una donna così bella in tutta la mia vita». Più di quarant'an- ni dopo, la bellezza della Loren è sempre uno choc. Tutto in lei sembra più intenso, dalle lunghissime gambe al famoso seno fino alla cornice di capelli scuri. Lei è abituata a fare sensazione; ha scoperto a 14 anni il potere del suo aspetto quando in un concorso di bellezza a Napoli lasciò i giudici pallidi e senza fiato. Mezzo secolo dopo, alla cerimonia degli Oscar del 1999, Tom Hanks fu così colpito da lei che le disse: «Signora Loren, lei è la più bella donna che io abbia mai visto». «E' stato proprio dolce, Tom Hanks, a dirmi quelle parole - si schermisce lei - ma mi stupisco sempre quando la gente mi ammira. Non penso a me stessa come a una diva. Mi agito in pubblico e posso anche essere molto timida. Si aspettano da me che stia su un piedestallo e sorrida, non che abbia i sentimenti di una donna normale. Lo trovo molto frustrante». In effetti, in privato, la Loren è timidissima, si tormenta le mani e guarda in basso: sotto la superficie glamour si nasconde un carattere vul¬ nerabile in modo commovente e per nulla presuntuoso. D'altronde, l'ulti¬ mo film che sta girando, «Between Strangers», è decisamente poco gla¬ mour: lei ha la parte di ima donna di mezza età intrappolata in un matrimo¬ nio infelice, il cast include Mira Servi¬ no, Gerard Depardieu e Malcolm McDowell. Pochissimo truccata,'! ca¬ pelli raccolti, non riesce comunque a sembrare anonima. A 67 anni ha la faccia di una donna di 47 e giura di non essersi mai sottoposta a plastiche. «E' il mio aspetto autentico - spiega sorriden¬ do - ma se voglio sembrare una star lo posso fare. Non sono solo il trucco, la pettinatura, i vestiti, ma anche il modo in cui ti atteggi e cammini. Mia madre camminava come se il mondo/fosse suo. Mio fighe dice che ho la stessa camminata, la chiama "camminata Lo¬ ren"». Il figlio in questione è il più giovane, Edoardo (il primogenito, Carlo, è musi¬ cista e direttore d'orchestra), regista di sua madre in questo «Between Stran¬ gers», storia di tre donne di diverse generazioni le cui vite sono strettamen¬ te legate. «Edoardo ha scritto il soggetto - spiega la Loren - e ha pensata a me per la donna più anzia¬ na, Olivia, ma non osava propormelo. Poi un gior¬ no finalmente me l'ha chiesto, era molto nervo¬ so e molto timido, preoc¬ cupato che dicessi no, co¬ me un ragazzo che chiede in sposa una ragazza. Na¬ turalmente ho detto sì». Madre e figlio lavora¬ no bene insieme, lui inve¬ ce di «Azione» le dice «Vai, mamma» e le ricor¬ da di tanto in tanto; «Niente Camminata Loren». Lei è emo¬ zionata nel parlare di lui. «Parliamo lo stesso linguaggio, io ed Edoardo, ci comprendiamo profondamente. Non ci sono conflitti tra noi, solo annonia». Sottile e intenso, Edoardo dice di sua madre; «E' vero, è una donna molto diversa dalla sua immagine pubblica. Il personaggio che ho scritto per lei ha alcune deUe sue qualità, è molto fragi¬ le, vulnerabile. Ma è anche capace di grande forza e volontà. Ha una grande capacità di esprimere emozioni e, dato che è mia madre, posso essere molto diretto con lei e tirare fuori alcune delle sue emozioni nascoste». In effetti la Loren, contrariamente a quanto uno potrebbe aspettarsi, è mol¬ to quieta, parla sottovoce, sorride ma non ride; ha un sex appeal tranquillo, modi garbati, è seducente proprio per¬ ché non fa la seduttìva, non cerca di dimostrare nulla. Più parliamo, più mi ricorda un gatto esotico, setoso, che attrae e intimidisce al tempo stesso. Non sfugge a nessuna domanda, nem¬ meno quando le si chiede della sua lunga relazione con il marito Carlo Ponti, che ha ora 88 anni. Anche se sono tuttora sposati, fanno vite indi- rendenti. «Avevo solo 15 anni quando 'ho incontrato - spiega Sofia -. Mi piaceva il suo sorriso. Allora il nome Carlo Ponti era molto noto in Italia, voleva lanciarmi come attrice e mi è servito moltissimo, per la carriera, farmi vedere con lui. All'inizio non c'era nulla di romantico franoi. Lui era sposato e io ero una brava' ragazza cattolica che non voleva infrangere uno dei Comandamenti. E lui lo capiva, era molto rispettoso, era il mio protetto¬ re e ghene sarò sempre grata». Quello che Sofia ha trovato in Ponti è una figura patema: il padre di Sofia non ha mai sposato sua madTO né ha badato alle fighe Sofia e Maria e a Pozzuoli a quei tempi vivere senza padre non era molto facile. Il peggio venne durante la Seconda Guerra Mon¬ diale. «Non avevamo letteralmente da mangiare. Ero magrissima, mi chiama¬ vano Sofia Stuzzicadente. Prima i tede¬ schi, poi le bombe americane e inglesi, poi l'occupazione degli alleati e nuove bombe tedesche: certe volte mangiava¬ mo solo un tozzo di pane». Sua madre si era ridotta a fare l'elemosina per stra¬ da. «Alcuni momenti mi ritornano an¬ cora negli incubi adesso; una cosa soprattutto non dimenticherò mai: mia madre per strada che chiede l'ele¬ mosina per darci da mangiare. Io la guardavo dal balcone. La tua vita non può essere la stessa, se vedi tua madre chiedere la carità per strada». Prima della guerra, la madre di Sofia, Romilda Villani, era stata una grande bellezza, una ragazza povera con grandi sogni. Voleva essere una star e ci era andata vicino, perché aveva vinto un concorso della Mgm. Gli studios le avevano offerto un provi- no a Hollywood. «Assomigliava a Greta Garbo - ricorda Sofia - la gente a Napoli la fermava e le chiedeva l'autografo. Voleva andare a Hollywood ma la famiglia glielo impedì: aveva solo 17 anni e mia nonna disse che era troppo pericoloso». Romilda incontrò così Ric¬ cardo Scicolone, ingegnere romano che la abbandonò dopo averla messa incin¬ ta ma accettò di dare il suo nome alla bambina e alla sorella nata poco dopo. «Mia madre fingeva di essere dura e aggressiva e anche io lo faccio, talvolta. Ma è solo un modo per nascondere la debolezza. Nel mio caso la guerra e il fatto di essere illegittima mi hanno lasciato un senso di fragilità perenne. Ma queste ferite nascoste possano esse¬ re un tesoro, se sei un attore. Le puoi usare per dare più profondità alle tue interpretazioni, forse è quello che man¬ ca a certe giovani attrici di oggi: non hanno abbastanza sofferto». Sofia non ha mai avuto un padre, ma è stata sempre legatissima alla madre, morta nel 1991. «La adoravo e le chiedevo consiglio in ogni occasione. Quando ho iniziato la mia carriera era là, per aiutarmi e sostenenni. E quan¬ do ottenevo qualche successo, lei gioiva come se fosse suo. E in effetti era suo, in qualche modo; attra¬ verso me ha avuto la carriera che sognava da giovane. L'abbiamo condi¬ visa. E' grazie a lei che non ho avuto i problemi che ha avuto la povera Mari¬ lyn Monroe. Quando Marilyn morì, piansi perché capivo come poteva es¬ sersi sentita, così sola; non aveva nes¬ suno a cui rivolgersi, con cui ridere e piangere. Io avevo mia madre». Ma il vero mito cui si ispirava la giovane Sofia Loren era Rita Hayworth in «Sangue e arena»; «Ho visto quel film migliaia di volte. Adoravo lei e veneravo Tyrone Power, è stato il dio della mia giovinezza. Non osavo nem¬ meno sognare che sarei stata anche io un'attrice, mi sono pizzicata migliaia di volte il braccio per assicurarmi che non stavo sognando». Molto del merito per la sua carriera è da attribuire a Carlo Ponti, che ha usato tutto il suo potere per portarla a Hollywood; le ha suggerito il cognome Loren, l'ha spinta a imparare l'inglese (doveva leggere per ore le poesie di T.S. Eliot a voce alta) e appena sentì che Cary Grant e Frank Sinatra giravano un film in Spagna le fece ottenere la Darte. «Ero terrorizzata; non parlavo Dene inglese e pensavo che sarei morta se avessi dovuto parlare a Cary Grant. Già incontrarlo mi metteva nel panico, era uno dei miei idoli, come avrei potuto parlare con un idolo?» 'J Ma sul set Sofia scopri : Z presto che Grant era imba- " razzato quanto lei. Nonostan- fft te i trent'anni di differenza I d'età si innamorò disperata- B mente di lei. Sofia era sopraffat- f ta dalla sua corte. Non aveva mai conosciuto qualcuno così af¬ fascinante come Grant. «Avevo solo 23 anni, mi girava la testa». Era innamorata? «Non lo so. Hai un rapporto con qualcuno e stai incominciando a crederci. E cosa fai se irrompe nella tua vita Cary Grant? Impossibile non innamorarsi. Parlava¬ mo di matrimonio tutti i giorni, ma io non potevo dirgli sì. L'ultima notte in Spagna mi disse; "Cosa ci succederà?" e io non sapevo cosa rispondere. Non ero preparata per una vera storia romanti¬ ca. Improvvisamente non ero più la ragazza di Napoli che cercava di fare l'attrice. Ero una donna che doveva dare una risposta a Cary Grant e non sapevo se dire sì ono». Lui voleva che lei lo seguisse in America, e lei non si sentiva pronta. ((Avevo paura di cambiare la mia vita, di allontanarmi da mia madre. Ma il problema era soprattutto Carlo». Era stato il suo primo amore e lei non poteva sopportare l'idea di lasciarlo, dopo tutto quello che lui aveva fatto per lei. Con franchezza. Sofia parlò con Ponti: l'avrebbe sposata? Durante il secondo film che la Loren e Grant girarono insieme. Ponti ottenne il di¬ vorzio dalla moglie e sposò Sofia. Grant fu devastato dalla notizia anche per¬ ché, per ironia della sorte, il giorno dopo avrebbero dovuto girare la scena del matrimonio. «Fu terribile. Cary mi augurò tutta la feUcità possibile ma fu molto doloroso girare quella scena. Avevo un vestito bianco e il velo e 3 Cary mi aspettava all'altare, sorri¬ dendo. Quando mi baciò mi venne da piangere». Dieci anni dopo, Grant la andò a trovare dopo la nascita del suo primo figlio. «Disse che voleva solo salutarmi e farmi le congratulazioni. Ma era molto triste. Gli diedi il bimbo da tenere in braccio e aveva le lacrime agli occhi. Solo allora capii quanto mi ave¬ va amato. Il matrimonio, i bambini, quelle cose non ci sarebbero mai state, per noi due». C'è una nota di rimpianto nella sua voce, ma lei non lo ammette. Come il padre che non ha mai avuto. Ponti ha un ruolo fondamentale nella sua vita, al centro del «cerchio sacro» della famiglia. «E' la cosa più importan¬ te della mia vita. Puoi contare sulla tua famiglia, sai che ci sarà quando ne avrai bisogno, e più divento vecchia, 3iù ringrazio di avere questa solida )ase». Il che spiega come mai recita nel film di suo figlio Edgardo. «Riuscirà bene. E' sensibile e questo è importan¬ te per fare bei film. Quel che posso fare io è recitare al mio meglio». Ma Sofia non è solo un'attrice, è una star. «Lo so, so di essermi meritata rispetto per il mio modo di vivere. E' buffo, quando ero giovane, le donne spesso mi invidia¬ vano, non mi amavano. Poi conoscen¬ domi, mi sono guadagnata il loro rispet¬ to. Forse apprezzano il mio sforzo di vivere con una certa dignità, un certo stile». Lo apprezzano anche gli uomi¬ ni... «Sì, ma le donne possono essere così difficili da accontentare. Lo so. Sono quel tipo di donna anch'io». Copyright «Daily Telegraph» In guerra a Pozzuoli non avevamo da mangiare. E rotante magra, mi chiamavano Stuzzicadente. Certi momenti mi ritornano ancora negli incubi Non dimenticherò mai mia madre per strada che chiede l'elemosina Ecco perché in fondo sono vulnerabile Ma le ferite sono un tesoro per un attore Forse certe attrici di oggi non hanno sofferto abbastanza E'merito di mìa madre se non ho avuto la sorte della povera Marilyn Monroe. Quando morì, piansi perché capivo come poteva essersi sentita, così sola: non aveva nessuno a cui rivolgersi, con cui ridere e piangere lo avevo mia madre Per la mia carriera è stato fondamentale l'incontro con Ponti mi ha aiutata ha creduto in me gliene sarò sempre grata Cosa fai se j a 23 anni "Isi irrompe nella tua vita un divo? Impossibile non innamorarsi. Mi chiese di sposarlo ma non potevo accettare Venne a trovarmi quando nacque Carlo jr. con le lacrime agli occhi Solo allora capii quanto mi aveva amato Il matrimonio, itigli... una vita insieme non ci sarebbe mai stata per noi due Sofla Loren splendida con Cary Grant Sofla Loren splendida con Cary Grant Sofia con il figlio Edoardo, che la dirige in «Between Strangers» dove interpreta una donna intrappolata da un matrimonio infelice t carriera che biamo condi¬ on ho avuto i povera Mari¬ arilyn morì, me poteva es¬ n aveva nes¬ n cui ridere e dre». si ispirava la ta Hayworth o visto quel doravo lei e è stato il dio n osavo nem¬ tata anche io cata migliaia icurarmi che a sua carriera Ponti, che ha per portarla a to il cognome rare l'inglese poesie di T.S. na sentì che tra giravano e ottenere la non parlavo e sarei morta a Cary Grant. va nel panico, come avrei o?» inse ImmononSpaio npreca. ragl'atdarsapAm((Avdi prostapotdopperPonsecgirvorfu chédopdelaumA3 Alcune belle immagini di Sofia Loren che oggi ha 67 anni ma ne dimostra venti di meno Nella foto grande è al Festival di Venezia nel 1958