Campione degli intrighi tra soldi e slot machines

Campione degli intrighi tra soldi e slot machines L'ULTIMO SCANDALO DA QUESTE PARTI NELL'83, Al TEMPI DI NITTO SANTAPAOLA. «IL PROPRIETARIO DELLA DITTA AL CENTRO DEL CASO? UNA PERSONA CORTESISSIMA» Campione degli intrighi tra soldi e slot machines Nella città del cambio facile, dove tutti parlano di affari, ha sede la società presunta finanziatrice di Al Qaeda. Hanno la residenza il figlio di Lennon e Capello E ospite abituale il finanziere albanese Pacolli: la sua Mabetex opera a Lugano reportage Brunella Glovara inviata a CAMPIONE D'ITALIA AL bar Campione, piazza Ro¬ ma, comune di Campione d'Italia: «E l'Italia cosa ha poi deciso?». «Di che?». «Della guerra. Intervengono?». «Ah, sì. Sembra che abbiano deciso di mandare i soldati in Afghanistan». «E noi?». «Ah, noi no». Noi di Campione no, che non andiamo alla guerra. «Per¬ ché siamo un posto speciale. L'en¬ clave, la chiamano. Siamo Italia, però siamo Svizzera, è difficile spiegare». Eppure sventola il tricolore, sul lungolago. Eppure la valuta è il franco svizzero, i telefoni sono della SwissCom, la sanità è affida¬ ta a ima «cassa malati» elvetica (pagata dalla Regione Lombar¬ dia). Un posto di frontiera, aperto sul lago e chiuso dalla montagna, paradiso fiscale per pochissimi residenti, ma anche crocevia di scandah e inchieste giudiziarie a cavallo del confine, là dove transi¬ tano - per lo più in Mercedes - trafficanti specializzati in ogni settore. E forse anche i kamikaze delle Twin Towers. Se è vero che Mohamed Atta ha comprato a Zurigo i due coltellini usati per il dirottamento (svizzeri marca Victorinox), chi ci vieta di pensare che abbia passeggiato su questo lungolago pieno di cigni e papere italo-svizzere? E poi ci sono i mihardi. Franchi svizzeri e lire a mucchi, sporchi o puliti o appena ripuliti, chi Io sa. Soldi di mafia, soldi di Al Qaeda, soldi soldi, qui tutti parlano solo di appalti, finanziamenti, sgravi fiscali, vantaggi. Trattano, scam¬ biano, contano. E la sera magari si va al Casinò, a tentare un'altra fortuna. Il finanziere albanese Pa¬ cchi, ad esempio, lo frequenta da quando la sua Mabetex opera a Lugano. Anche Lugano ha il suo Casinò, ma si vede che quello di Campione gli piace di più. Piaceva anche all'avvocato Pacifico, e a Stefania Ariosto, che lasciò un assegno ad un cambista e finì in altri guai. E il signor Nada? H ((fratello musulmano» al Casinò non ci veniva. «Ah, lo vedevamo appena passare sulla Rolls, ma buongior¬ no e buonasera, niente di più», racconta una vicina di villa che naturalmente preferisce non dire nome e cognome, «mica per al¬ tro... ma adesso ho paura». Adesso qui qualcuno ha paura. Il sindaco, ad esempio. Roberto Salmoiraghi, eletto per Forza Ita¬ lia, ieri ammetteva di «sentirsi addosso la pelle di cappone». In che senso, scusi. «Sono sconvolto. Conosco Nada da quarantanni. Persona cortesissima, anche se molto riservata. E adesso arriva-, no i carabinieri, le perquisizioni, un'inchiesta giudiziaria che d au¬ guriamo tutti, noi campionesi, che finisca in un niente. Perché vede, nessuno ha mai sospettato niente, ma proprio niente». E invece, «che sorpresa! Come se oggi scoprissi che mia moglie mi tradisce... Ma forse qualcosa c'è, parlo degli arabi, naturalmen¬ te. Altrimenti tutto questo non si spiega. E pensare che ho persino visitato personalmente il signor Himmat, socio del signor Nada, nella mia veste di medico...». Gli «arabi» fino aU'altroieri in¬ cutevano rispetto, e curiosità, semmai. Persino più di Sean Len¬ non, fighe di John Lennon e Yoko Ono e residente, invece che a Londra o New York, a Campione d'Italia. Leggenda metropolitana? «Ma no! glielho data io, la residen¬ za», sbotta il sindaco Salmoiraghi. E' andata che «Sean passava da queste parti assieme ad un amico, e si è innamorato di questo angolo di paradiso. E un bel giorno me lo sono trovato in Comune che mi fa: "Sindaco, amo tanto Campione d'Italia che vorrei prenderci la residenza. Come si fa?"». E come si fa? «Beh, deve dimo¬ strare di possedere una casa o di affittarla». Sean Iha fatto. L'ha fatto anche Fabio Capello, ed è finito sotto inchiesta assieme al sindaco. Che sospira, «speriamo che i magistrati chiudano presto e che finisca bene. Le garantisco che da parte mia non c'è stato alcun illecito». La procura di Como, competen¬ te sull'enclave di Campione, la pensa diversamente. Pensa che le residenze sono «facili», e vengono concesse anche a chi non ha i requisiti. Si affitta un monoloca¬ le, si fissa la residenza, e si gode del cambio agevolato: fino a sei mesi fa il franco veniva cambiato a 237 lire, adesso è a quota 842, sempre conveniente rispetto alle 1310 ufficiah. Così i 2400 residenti (compreso Sean) pagano meno tasse. Se sono dipendenti comunali o del Casinò (come tutti, qui), guadagnano an¬ che tre volte tanto i colleghi che lavorano nell'Italia-Italia che sta a 25 chilometri. Un privilegio dovuto al presunto caro vita di un paesino incastonato in piena Sviz¬ zera. In virtù del caro vita, lo spazzino che svuota diligentemen¬ te le cassette della raccolta diffe¬ renziata (compresa quella delle deiezioni canine, che troneggia accanto a quella del vetro) guada¬ gna 60 mila franchi l'anno, 80 milioni circa. «Tutti ci invidiano...», sospira ancora il sindaco. «Ma c'è l'altro lato della medaglia!», esclama. «Il Casinò attira interessi enormi, ci vuole un controho continuo, capil¬ lare». Per adesso di capihare ci sono i controlh dei carabinieri, che da giorni pedinavano e inter¬ cettavano all'insaputa dei bravi campionesi, ignari del colpo che stava per abbattersi sull'immagi¬ ne del loro paese. Un colpo simile c'era stato, ma era il 1983. Inchiesta della procu¬ ra di Milano sul riciclaggio di soldi della mafia nei casinò d'Ita¬ lia. Sanremo, Saint-Vincent, Vene¬ zia e pure la quasi svizzera Cam¬ pione. C'entrava Nitto Santapao- la, c'entravano un sacco di miliar¬ di. Oggi al Casinò c'è ancora un commissario, fino a fine anno; quando nascerà la società per azioni con Comune, Province e camere di commercio di Como e Lecco. «Eh, il Casinò fa gola a tanti...», dice serio il sindaco. Entrate del 2000: 161 milioni di franchi, 53 dei quali (74 mihardi) sono finiti alle casse del Comune. Ieri pome¬ riggio era pieno, pensionati e casa¬ linghe itahane portati su in pull¬ man a giocare alle slot machines. Uno di Como, «in incognito, mia moglie non lo sa», inebetito davan¬ ti alla scritta «Attenzione, se la slot Mistery si blocca potresti avervinto 100 mila franchi!». La sera cambia tutto. Arrivano i giocatori seri, il piazzale si riem¬ pie di Mercedes e Ferrari, signore e puttane, uomini d'affari e disgra¬ ziati già indebitati. Arrivano i «cambisti», girano pacchi di fran¬ chi svizzeri legati con l'elastico, c'è gente che poi scende a Como pelata, senza più fabbrica né ope¬ rai. Arrivano anche gh «scambi¬ sti», giochi di coppie in motel, con il brivido dell'extraterritorialità. «Io a Campione non ci vado più, con il tappeto verde ormai ho chiuso», racconta Emilio Fede. C'era andato la prima volta per un'inchiesta Rai sui casinò, «e mal me ne incolse, la passione mi si è attaccata come il carbonchio. Una volta ci andava il bel mondo, ci andava il vecchio Borghi padrone della Ignis, ci andava il padrone della Cagiva... Oggi? Mah, ogni tanto a cena, se c'è uno spettacolo che mi interessa». Tre anni fa c'è venuto Azna¬ vour, poi Gianni Morandi, e Barry White. Quest'anno sperano in Ven- ditti e Armi Stewart. Ma questa storia degh «arabi» non ci voleva. Un'altra inchiesta neU'«enclave d'oro» dove il sindaco si sente addosso «la pelle di cappone, dalla paura». L'ultima era sul mercante d'arte Lodi, inquisito dalla Guar¬ dia di finanza per 40 mihardi di imponibile evaso. Sembrava gros¬ sa, questa degh «arabi» è peggio. Di qui sono passati Aznavour, Barry White eMorandi, Fededice di non venirci quasi più «Solo se capita qualche cena o uno spettacolo che mi interessa» Ma tutti oggi, a partire dal sindaco, parlano solo di «arabi» Sopra, la villa del banchiere Nada, con la veduta sul lago di Lugano. A sinistra il Casinò dì Campione d'Italia