Bloccati venti miliardi sui conti di Al Taqwà di Paolo Colonnello

Bloccati venti miliardi sui conti di Al Taqwà Bloccati venti miliardi sui conti di Al Taqwà Il finanziere Nada: sto con i «fratelli musulmani», non coi terroristi Paolo Colonnello MILANO «Sarà un'indagine lunga», dicono dalla Procura federale di Berna. «Dobbiamo prima controllare tutti i documenti acquisiti», fanno eco dal¬ la procura di Milano. 24 ore dopo il blitz dei carabinieri e della Guardia di Finanza che ha portato al congela¬ mento delle attività di "Al Taqwà", la finanziaria arabo-svizzera sospet¬ tata di finanziamenti al terrorismo islamico, l'inchiesta intemazionale sulla rete di Bin Laden, rientra nell'ombra deUe attività investigati¬ ve. In mano agli inquirenti restano centinaia di documenti, di floppy disk e di conti bancari, sequestrati dalle ville di campione d'Italia dei due massimi dirigenti della società inquisita, Yussef Nada e Ah Ghalem Himmat, entrambi con cittadinan¬ za italiana. Ed è per questo che ieri la stessa Procura di Milano ha con¬ fermato non solo l'acquisizione del¬ la documentazione sequestrata ma anche che, l'altro pomeriggio, men¬ tre erano in corso le perquisizioni, il pm Luigi Orsi, uno dei magistrati del pool antiterrorismo, esperto di reati finanziari, si è incontrato negli uffici della polizia di Lugano con il viceprocuratore generale elvetico Claude Nicati, titolare del versante svizzero dell'inchiesta che ha porta¬ to al congelamento di 24 conti della società araba per oltre 19 milioni di franchi. . E ieri i due magistrati hanno espresso gli stessi concetti: e cioè che avrebbero preferito attendere ancora prima di intervenire. Ma la notizia che Geoige Bush avrebbe reso nota la nuova lista delle società e delle persone sospettate di finan¬ ziare «Al Qaeda», li ha costretti ad accelerare i tempi. Da Benna, il sostituto procuratore generale Clau¬ de Nicati ha spiegato che l'inchiesta avviata nei confronti dell'ex Al Taqwà, óra Nada Management, era partita il 24 ottobre scorso, sulla base «d'inlbrmazioni nazionali, este¬ re e documentazione bancaria» che ha portato alle perquisizioni di ieri condotte a Campione, Vaduz e Mu¬ ri. «E' da 10 anni che si parla di AI Taqwà - ha detto il magistrato - e se i suoi responsabili volevano far spa¬ rire i documenti ne hanno avuto tutto il tempo». Documenti che ri¬ chiederanno almeno tre mesi per essere decifrati, visto che sono in gran parte scritti in arabo. Del resto anche l'avvocato svizze- ro di Yussuf Nada, Pier Felice Bar- chi, conferma che per il suo cliente, l'interesse della magistratura non è una novità: «Nel 95-96 lo accoippa- gnai io stesso dall'allora procurato¬ re Carla Del Ponte chiedendo che aprisse un'indagine sul suo conto per chiarire certe illazioni di stam¬ pa: "Uè Carlina", le dissi, "vedi un po' di indagare sul mio cliente in modo da scoprire se davvero ha finanziato i terroristi". E anche l'al¬ tro ieri, quando è stato interrogato, il vice procuratore ha voluto sapere soltanto cose formali: dove abita, cosa fa, eccetera. Ingomma, buon¬ giorno e buonasera e basta. L'inter¬ rogatorio più approfondito credo si svolgerà più avanti». In ogni caso i due cittadini italiani di origine ara¬ ba, risultano indagati per «associa¬ zione criminale» in relazione agli attentati di New York. Ma la parola d'ordine è mostrare assoluta tran- quillità: «Il signor Nada è dovuto scappare dall'Egitto non perchè era sospettato di terrorismo ma perchè non è mai stato di sinistra e il regime di Nasser era filo socialista». Un altra vittima delle toghe rosse? «Dico soltanto che non ha mai avuto simpatie comuniste ed è filo occiden¬ tale, altro che filo terrorista». Il misterioso mihardario Nada, 71 anni, del resto è conosciuto an¬ che al palazzo di giustizia milanese dove, non meno di un mese fa, si è presentato a testimoniare come par¬ te lesa in ima causa per diffamazio¬ ne contro un giornalista del Corriere della Sera che già nel '97 aveva avanzato sospetti sulla reale attivi¬ tà di Al Taqwà. In quest'occasione Nada smentì ancora una volta di aver mai avuto a che fare con terroristi arabi anche se emerse che la sua società avrebbe finanziato Interpal, una holding che. avrebbe invece avuto contatti con oi^ganizza- zioni islamiche e il cui responsabile ammise soltanto di «aver raccolto oboli dai fratelli musulmani» versa¬ ti poi «ad organizzazioni palestine¬ si». E per dimostrare che tutto si era svolto alla luce del sole, Interpal fornì documenti che attestavano la sua natura di società di «charity», ovvero senza fini di lucro e control¬ lata dal governo inglese. Alla prossi¬ ma udienza, prevista in dicembre, Nada dovrebbe ripresentarsi por¬ tando i bilanci della sua società. Ma la sua linea di difesa è già chiara. La sera prima della perquisizione ha rilasciato un'intervista al New York Times, confermando di essere da 50 anni un membro dell'organizzazio¬ ne "Fratelli Musulmani", ma di aver sempre agito nella legalità e negan¬ do ài avere qualunque legame con Al Qaeda: «Arrivare alla fine della mia vita, una buona vita, ed essere accusato di aiutare i terroristi... E' davvero troppo». Un mese fa è comparso al Tribunale di Milano come parte lesa contro chi lo sospettava didarsoldiaBinladen

Persone citate: Bin Laden, Carla Del Ponte, Claude Nicati, Geoige Bush, Luigi Orsi, Nada Management, Nasser, Pier Felice Bar, Yussef Nada, Yussuf Nada

Luoghi citati: Benna, Berna, Egitto, Italia, Lugano, Milano, New York, Vaduz