Bush: «Coraggio America Vinceremo con la pazienza» di Maurizio Molinari
Bush: «Coraggio America Vinceremo con la pazienza» IL MESSAGGIO DEL PRESIDENTE ALLA NAZIONE DUE GIORNI PRIMA DELL'ATTESO DISCORSO ALI/ONU Bush: «Coraggio America Vinceremo con la pazienza» Maurizio Molinari corrispondantedaNEWYORK «Coraggio, America. Vinceremo la guerra contro il terrorismo sul fronte intemo i e in Afghanistan con la forza e la pazienza». È questa l'idea che ha animato il messaggio all'Unione di George W. Bush. Il presidente ha scelto come tribuna Atlanta, città in prima linea nella lotta al carbonchio: vi si trova, infatti, il Cdc, il Centro per il controllo e la prevenzione delle malattie, l'ente che detta le strategie contro il pericolo dell'an¬ trace. Quanto alla situazione in Afgha¬ nistan, il comandante americano di «Libertà Duratura», Tommy Franks, ha confermato che «sono in cosro duri scontri» attorno a Mazar-i-Sharif. La città nel Nord- Est dell'Afghanistan è in questo momento il primo obiettivo per la campagna militare. Le milizie del¬ l'Alleanza del Nord agli ordini dei generali Ostad Atta Mushammad e Rashid Dostum hanno rosicchiato terreno nelle ultime 72 ore ai taleban, conquistando i villaggi di Shulgareh, Zeri, Aq Kupak e Ke- shendeh. La battagha infuria ora sul passo di montagna che separa quest'area da Mazar-i-Sharif. I taleban sono asserragliati nei bunker - molti costruiti dai sovieti¬ ci - e i mojaheddin dell'opposizio¬ ne tentano di espugnarli grazie all'appoggio aereo degli alleati. «E' in atto un grande scontro», ribadi¬ sce Tommy Franks, capo del Co¬ mando Centrale delle forze annate Usa a Tampa, in Florida. •Strappare Mazar-i-Sharif ai ta¬ leban è cruciale. «Siamo interessa¬ ti a questa città - spiega Franks - perché conquistandola può diven¬ tare una testa di ponte terrestre per far passare aiuti umanitari e rifornimenti dall'Uzbekistan». Al¬ le spalle di Mazar-i-Sharif c'è infat¬ ti il «Ponte dell'Amicizia» che colle¬ ga Afghanistan ed Uzbekistan. Il governo di Tashkent ne ha assicu¬ rato l'apertura quando sull'altro lato i taleban non ci saranno più. Si verrebbe così a creare una continuità territoriale fra le basi della coalizione in Uzbekistan e il fronte militare. L'Alleanza del Nord è convinta di potercela fare. «Non abbiamo bisogno di altre truppe di terra» ha detto il leader. Burhanuddin Rabbani, meontran- do a Dushanbé, in Tagikistan, il presidente turco Ahmet Sezer. «La situazione attorno a Mazar-i-Sha¬ rif è molto fluida e servirà del tempo per comprendere gli effetti degli scontri», osserva Victoria Clarke, portavoce del Pentagono. I taleban hanno subito in un mese di guerra pesanti perdite ma tengono duro. Per il Segretario alla Difesa, Donald Rumsfeld, il regime di Kabul e l'organizzazione Al Qaeda di Osama bin Laden posso¬ no contare ancora su 40-50 mila uomini. Il capo del Pentagono non azzarda stime sulle perdite inflitte con 2300 missioni aeree ma fa presente che «almeno due volte al giorno ricevo rapporti su taleban uccisi, da poche unità fino a venti alla volta». «Abbiamo ucciso muc¬ chi di taleban e uomini di Al Qaeda», sottolinea Rumsfeld. Per Tommy Franks «i taleban sono finiti spesso a gambe all'aria». Alle critiche sollevate contro una cam¬ pagna senza evidenti successi Franks risponde: «Rispettiamo i tempi previsti, registriamo pro¬ gressi, ci metteremo il tempo che serve, gli unici ad essere scontenti sono forse coloro che si aspettava¬ no che tutto finisse in due settima¬ ne». Sfugge ancora alla caccia Qsa- ma bin Laden, ritenuto da Washm- gton il regista degli attacchi contro New York e il Pentagono dell'11 settembre, costati la vita a quasi cinquemila persone. «Niente pau- ra, lo troveremo», assicura Franks: «Ma non è lui l'obiettivo della campagna, anche se morisse domani la guerra non avrebbe fine, il nostro obiettivo è distrugge¬ re Al Qaeda e far cadere il regime dei taleban che la protegge». L'invio della portaerei «Uss Stennis» dalla rada di San Diego, California, nella zona di operazio¬ ni conferma l'intenzione del Penta¬ gono di incrementare gli attacchi. Nell'area vi sono già le portaerei «Uss Cari Vinson», «Uss Roose¬ velt» e «Uss Kitty Hawk», ma l'assenza di basi aeree in prossimi¬ tà dell'Afghanistan limita il nume¬ ro delle missioni. Il Tagikistan ha dato luce verde all'uso di tre basi aeree, ma ci vorrà tempo per renderle agibili. Nelle acque del Mare Arabico settentrionale sono in arrivo anche le navi da guerra giapponesi: due caccia e una nave appoggio salpati dal porto nipponi¬ co di Sasebo. E' la prima volta dalla fine della Seconda Guerra Mondiale che Tokyo invia militari fuori dai propri confini. Gli attacchi aerei ieri si sono concentrati, oltre a Mazar-i-Sha¬ rif, su Kabul e Kandahar. Lanciati sull'Afghanistan anche mighaia di volantini con la scritta «Vi stiamo osservando», la foto del mullah Mohammed Omar e della targa della sua automobile. Il fine è quello di intimorire i taleban, spin¬ gerli alla defezione. «Libertà Dura¬ tura» ha da ieri la sua quarta vittima: un marinaio della «Kitty Hawk» caduto in mare e del quale i soccorritori non sono riusciti in 48 ore a trovare il corpo. In preceden¬ za erano morti un geniere e due commandos. Di fronte alle conti¬ nua rivelazioni di ingenti vittime americane da parte dei taleban, Rumsfeld rephea: «Mentono sa¬ pendo di mentire, dedicano molto tempo a questa attività». Un'altra portaerei, la «Stennis», lascia San Diego per la zona delle operazioni In arrivo nel Mare Arabico anche navi da guerra giapponesi ililll mm Ùì^:4#Ì3Mj i^^èMiM Il volantino lanciato dagli americani con le foto del mullah Omar e della sua targa d'auto
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