«Abbattuto un B-52 americano»

«Abbattuto un B-52 americano» «Abbattuto un B-52 americano» La tv Al Jazira: è caduto in Pakistan. «Uccisi 45 Rangers» Giovanni Cerniti Inviato a ISLAMABAD Chi l'ha detto? La tv «Al Jazira» dal Qatar. Chi l'ha scritto? Il «Frontier Post» da Peshawar. Le loro fonti come sempre sono definite ottime, anche se non hanno mai neppure un soprannome. Basterà aspettare qualche ora, questione di fuso ora¬ rio, e il Pentagono non potrà più negare. Questa volta sarebbe anda¬ ta così. La Delta Force americana, domenica scorsa, era convinta di aver messo nel mirino Osama bin Laden. A Kandahar, dove l'impren¬ dibile si era permesso una passeg¬ giata tra gli applausi fino alla mo¬ schea, un venerdì fa. Lunedì notte parte l'attacco, un bombardiere B-52 che vola alto e gli elicotteri che portano i commandos alla periferia della città. Sanno dov'è il 'fugio blindato, vanno avanti nel buio prudenti e sicuri. Entrano nelle grotte e non c'è nessuno. Escono e ci sono i taleban e gli arabi della «Brigata 55», la milizia personale di Bùi Laden. Era trappola (un'altra?). Comincia la battaglia (un'altra?). In un mese, a leggere il «Frontier» o a sentire «Al Jazira», sarebbe almeno la terza. Questa volta sarebbe finita così. Il B-52, un bombardiere che vola irraggiungibile a 10 mila metri d'al¬ tezza, viene colpito e precipita vici¬ no alla base di Dalbandin, in Paki¬ stan («Al Jazira»). 45 commandos Usa uccisi («Frontier»). 19 di questi rimangono a terra, 26 vengono portati via con gli elicotteri. Si contano anche 93 taleban morti (notiziario della «Bbc» in lingua «pasthun»). Mercoledì sera alla ba¬ se di Jacobabad 26 «plastic bags», le bare di plastica nera, sono state caricate su un aereo da trasporto americano. Secondo il quotidiano di Peshawar è la terza volta che ne partono da Jacobabad. Dal Pentago¬ no non ne hanno confermata una, ma ora la somma fa 105. La tv del Qatar manda subito in onda il faccione di Abdel Salam Zaeef, l'am¬ basciatore dei taleban a Islamabad: (A quanto mi risulta - dice - le perdite subite dagli americani sono di oltre 100 soldati». Forse l'ha letto sul «Frontier» o forse è vero. Come è vero che nessuno è mai riuscito a trovare una foto, un filmato, una prova. Quando in Pakistan è passata la mezzanotte, e il fuso orario non è più un alibi, dal Pentagono non è arrivato manco uno straccio di com¬ mento. Sarebbe la prima volta, que¬ sta. E al «Frontier» o da ((Al Jazira» «potrebbero notare che se non smentiscono allora è vero. Le fonti sono ottime, no? E pazienza se Taisir Alleimi, il corrispondente da Kabul della tv del Qatar, a fine settembre aveva annunciato la cat¬ tura di quattro commandos ameri¬ cani entrati in Afghanistan dal con¬ fine naniano. «Sto aspettando le fotografie del loro arresto e le man¬ deremo in onda al più presto». E' passato quasi un mese e mezzo e delle foto nulla s.'è visto. Come nulla s'è mai visto, di questa guerra di bombe e commandos. L'amba¬ sciatore Zaeef da due giorni è co¬ stretto al silenzio stampa, il Paki¬ stan dei generali non vuole che continui ad elencare «i fallimenti e le stragi Usa». A chi gli ha domanda¬ to come mai i taleban non provano quel che dicono, lunedì aveva rispo¬ sto da ambasciatore: «Farò presen¬ te...». Dall'Afghanistan della guerra in¬ visibile ci si affida alla voce di Hamid Karzai, l'inviato di re Zahir che ha avuto più fortuna del coman¬ dante Abdul Haq. Il Pentagono ave¬ va detto che l'avevano salvato, prelevato con un elicottero e porta¬ to al sicuro nelle montagne dei «pasthun» pachistani. E invece Kar¬ zai o è sempre rimasto nell'Afghani¬ stan dei taleban o ci è ritornato. Ieri è stato intervistato dalla Bbc radio, che ha ripreso le trasmissioni in lingua ((pasthun». E' vero, l'hanno attaccato, come dicono i taleban all'agenzia «Aip», gli hanno preso due fuoristrada e parecchie armi. Però è ancora ben nascosto nella provincia di Uruzgan, al confine con quella di Kandahar. «Gli ameri¬ cani dovrebbero interrompere i bombardamenti - ha detto - e dal¬ l'estero dovrebbero arrivarci gli stessi aiuti dei tempi della nostra guerra contro i russi». Armi e dolla¬ ri per organizzare la guerra ai taleban del mullah Omar e agli arabi di Bin Laden. La vera missio¬ ne del comandante Abdul Haq, non l'avessero fucilato a Jalalabad. Nella guerra invisibile anche chi muore in ospedale se ne va nel mistero. La Croce Rossa ha fatto sapere d'aver provveduto alla sepol¬ tura di James Fulton, ammesso che così si chiami davvero. Per i taleban era ima spia, addiritturaun maggio¬ re della Delta Force che s'era infil¬ trato con il comandante Haq. Per il Pentagono uno sconosciuto, e nem¬ meno americano. E' morto sabato all'ospedale di Kandahar, per arre¬ sto cardiaco. «Nessuno ha voluto il suo corpo - dicono dalla Cri -. Siamo riusciti a identificare la salma, ma non c'è stato un familiare che l'ac¬ cettasse. Non abbiamo celle frigori¬ fere, non c'era scelta». Nella sabbia del deserto, senza nome. Accanto scavano altre fosse, e saranno per gli 85 guerriglieri pakistani morti giovedì nella battagha di Mazar-i- Sharif . Dicono che i taleban siano in fuga, e la città affidata a volontari pakistani. Quando muoiono li porta¬ no al confine di Chaman e il Paki¬ stan dei generali li respinge. Tombe nel deserto. Anche loro invisibili. Senza nome e senza smentite. L'ambasciatore di Kabul a Islamabad: le perdite subite finora dagli Usa sono di oltre 100 soldati» Un B-52 dell'aviazione americana, simile a quello che i taleban affermano di avere abbattuto durante un'operazione a Kandahar

Persone citate: Abdel Salam Zaeef, Abdul Haq, Bin Laden, Hamid Karzai, James Fulton, Osama Bin Laden, Taisir Alleimi, Zahir