«Italianieuropei», battesimo a Palazzo Borghese

«Italianieuropei», battesimo a Palazzo Borghese LA RIVISTA DI MASSIMO D'ALEMA E GIULIANO AMATO SI APRE CON UNA RIFLESSIONE SUL SOCIALISMO E LE SFIDE DEL FUTURO «Italianieuropei», battesimo a Palazzo Borghese ROMA Caro Massimo, Caro Giuliano. S'avvia con uno scambio epistola¬ re, non più sullo storico «che fare?» ma avanzando il passo con l'agenda dettagliata schizzata a quattro mani, Amato-D'Alema. In ordine alfabetico i due ex premier del centrosinistra apro¬ no il numero di «Italianieuropei», rivista bimestrale del riformismo italiano. Le cose da fare sono misurarsi insieme sulle novità del futuro, dice Amato; stare stretti al legame col socialismo europeo, risponde D'Alema. So¬ cialismo tout-court, neanche più «socialdemocrazia europea». An¬ che se tra le tante cose che il primo numero offre è un'intervi¬ sta a Tony Blair, a cura del direttore responsabile Andrea Ro¬ mano (che avrebbe studiato da cremlinologo, se non fosse che la specializzazione è stata superata dalla storia). E in una riga quel¬ l'intervista D'Alema la racconta così: «Cosa dice Blair? Che anche il laburismo inglese, in fondo, altro non è che socialdemocra¬ zia». E insomma dopo tanti dibatti¬ ti, tante Terze Vie pure da Blair per primo propugnate, an^ e tan¬ ti anni fa, quand'era in campa¬ gna elettorale e chiedeva a Veltro¬ ni lumi sulla «Olive tree coali- tion», adesso in piedi c'è una via sola: quella del socialismo euro¬ peo. La rivista infatti «Italianieu¬ ropei» si chiama, come la Fonda¬ zione voluta da D'Alema, nella quale D'Alema ha il proprio uffi¬ cio, della quale D'Alema ha pure recentemente discusso per un'oretta buona con Bill Clinton, che una fondazione politica ce l'ha pure lui, ma stenta a decolla¬ re perché per ora «i fondi raccolti li ha devoluti alle vittime dell' 11 settembre», spiega il presidente della Quercia. Ma Amato non ha rinunciato al marchio «Europa Europe», come dal titolo della rivista che dirigeva lui: è diventa¬ ta una sezione, che insolitamente s'apre in «Italianieuropei» con una sua propria presentazione. E offre uno scritto di Giorgio Napo¬ litano, «Le nuove istituzioni»: «Che titolo noioso hai messo. Giuliano: posso protestare?». E protesta infatti l'ipereuropeista Napolitano, mentre Amato lo svia e gli narra della donazione degli scritti di De Gasperi che la figlia Romana ha appena fatto all'università europea di Fiesole. Presentazione vivace, Giovanni Berlinguer in gran forma e Fassi¬ no che divora canapé, con le due teste pensanti della rivista ^Orni¬ la copie per il primo numero) che già revisionano il prodotto: D'Ale¬ ma minaccia ritocchi alla grafica di copertina, Amato non sa se gli articoli siano abbastanza brevi, «devono coprire lo spazio di una lettura in treno, tra Roma e Orte». Mentre qualche scritto, sembra coprire piuttosto la di¬ stanza tra Roma e Marte. Tanti invitati, anche bipartisan: Clau¬ dio Velardi arriva sottobraccio all'amico più caro di Gianfranco Fini, Andrea Ronchi che di Allean¬ za Nazionale è l'intellettuale. Ar¬ riva pure Vittorio Cecchi Cori, e saluta baldanzoso un perplesso Armando Cossutta. Il cocktail di battesimo della rivista si tiene infatti a Palazzo Borghese, nella ^arte denominata «il Clavicemba- o», poiché la facciata che è consi¬ derata dagli storici dell'arte un intero catalogo degli stilemi del barocco romano ricorda appunto quello strumento musicale. Cec¬ chi Cori l'ha fatto restaurare, «un lavoraccio», spiega a Cossutta, incantato dal palazzo. Poi Vittorio s'allontana, spari¬ sce nel gruppo, tra Reichlin, Ruf- folo, Angius, Fabiani, Pallesi, un parterre de roi di sinistra. E proprio in quel mentre, dal soffi- to si stacca un pezzetto di stucco, sfiora il baffo di D'Alema, che si china, lo raccoglie, lo poggia su una consolle. Porterà fortuna? [ant. ram.j

Luoghi citati: Cori, Europa, Fiesole, Orte, Roma