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I CEFFONI NON FANNO MALE UN DECRETO IN INGHILTERRA I CEFFONI NON FANNO MALE Elena Loewenthal N' OTIZIE dall'altro mondo. Al di là della Manica i laburisti sono in subbuglio per un decreto che consente ancora le punizioni corporali ai genitori dlnghilterra e Gal¬ les, mentre la Scozia sta va¬ rando la messa al bando di schiaffi e scappellotti - benin¬ teso per i pupi sotto i tre anni di età. Il divieto di usare le mani, sostiene il ministro inglese della Sanità, non aiuterebbe a diventare genitori migliori, mentre dal canto loro le orga¬ nizzazioni d'assistenza socia¬ le esclamano indignate che si picchia un figlio non per dilet¬ to né per spirito di educazione ma al colmo dell'incertezza, quando non si sa davvero più che pesci pigliare. Ad ogni modo, i genitori inglesi sono autorizzati a usare con i pro¬ pri figli ciò che la legge defini¬ sce «castigo ragionevole». In fondo sta tutto in quell' aggettivo, che può racchiude¬ re l'esasperazione di una ma¬ dre angustiata da quotidiani soprusi d'insolenza, lo schiaf¬ fo di rabbia per l'ennesimo brutto voto, la sculacciata per spiegare che non si mettono le dita nella presa della luce. Del resto nel nostro paese i genito¬ ri le mani le levano ormai più verso il cielo che addosso ai jropri figli, strafottenti o ri- Delli, abulici o frenetici. Non che manchino purtroppo le violenze domestiche né i bam¬ bini malmenati, ma in quella normalità in cui ci pare tutti di abitare, le piccole botte un po' simboliche e un po' urti- canti rientrano sempre meno nell'armamentario educativo, dove prima dello schiaffo ven¬ gono i divieti drastici o tempo¬ ranei (niente videogiochi per una settimana!), il ragiona¬ mento che puntuale si trasfor¬ ma in rabbiosa elucubrazio¬ ne, i rimpianti, le frasi fatte, la telefonata allo psicologo. Ma è davvero difficile puni¬ re con quell'altruismo puro che dovrebbe essere la tempra del vero genitore, punire per educare e non per la soddisfa¬ zione personale di vedere trionfare la propria giustizia, guardando dritto negli occhi invece di lasciar fremere le narici e allungare la mano, sia pure per le ragioni più sacro¬ sante, ma sempre e comunque con un pizzico di codardia. elena.loewenthal@lastampa.it