La fine dei troll di Massimo Gramellini

La fine dei troll BUONGIORNO di Massimo Gramellini La fine dei troll KJ^ETTA cosi, sembra la noti- IB^^zia più stupida del mon- m^rdo: la Ny Form Produksjon di 'Oslo ha sospeso la produzione dei troll, le popolari statuette col naso¬ ne che raffigurano gli spiriti dei boschi nordici. Gli effetti sono già un po' meno stupidi: decine di artigiani in cassa integrazione. Ma è la motivazione a rendere la vicenda definitivamente seria: i troll chiudo¬ no baracca perché dopo 1' 11 settem¬ bre sono crollati i turisti e gli ordinativi dall'estero. E così in me¬ no di due mesi la ricaduta - il «fall out» per dirla in linguaggio atomico - dell'attentato alle Torri ha riverbe¬ rato i suoi effetti fino a una piccola fabbrica norvegese. L'obiettivo del terrore non era mai stato così chia¬ ro: mandare in tilt i nostri cuori e con essi l'intera società occidentale. Il sistema che abbiamo creato si basa su un susseguirsi di desideri, acquisti, movimenti. Ma se la paura di morire per mano di un kamikaze paralizza ogni nostra pulsione «eco¬ nomica», il sistema inevitabilmente crolla. Il consumismo sfrenato ave¬ va già nauseato tanti. Ma i troll, no. E neanche parecchie altre cose più o meno futili, che se godute nella giusta misura conservano un senso. Rinunciare a tutto, e neanche per scelta ma per fifa, significa perdere la vera guerra, che non si combatte in Afghanistan ma dentro di noi. Coraggio: ecco l'unica parola che andrebbe gridata nelle marce prò e anti America di domani.

Luoghi citati: Afghanistan, America, Oslo