Genocidi, il catalogo è questo di Elena Loewenthal
Genocidi, il catalogo è questo UN'ENCICLOPEDIA RACCOGLIE, DOCUMENTA, RACCONTA I MASSACRI DELL'UMANITÀ Genocidi, il catalogo è questo Dalla Shoah alla Jugoslavia: nel XX secolo sono stati uccisi 170 milioni di inermi Elena Loewenthal DA «Adana: massacro di» a «Yugosla- via: genocidi in», ecco Le livre noir de l'humanité, enciclopedia mondiale dei genocidi (edizioni Privati, versione francese aggiornata e integrata di un'opera uscita in due volumi negli Stati Uniti l'anno scorso, sotto la direzione di Israel W. Chamy, con la collaborazione di più di cento autori. La prima sensazio¬ ne è il peso che le parole hanno, nelle storie di vita e in quelle di morte. Pochi certamente sanno, ad esempio, che gli zingari ne hanno una apposita, porraj- mos (divoratore), per designare la loro sorte nell'Europa nazista, e che il termi¬ ne «genocidio» fu coniato nel 1944 da un giurista ebreo polacco, Raphael Lemkin. Nato nel 1900, aveva un'autentica voca¬ zione per il diritto; nel 1941 si rifugiò in America, dove insegnò a Yale; tre anni più tardi, inserì questa parola in un suo studio sul nazismo, riproponendola nel 1948 all'assemblea generale delle Nazio¬ ni Unite, per invitarla a stilare una convenzione sul genocidio. «Massacro di un numero rilevante di esseri umani (commesso) al di fuori del contesto di un'azione militare contro le forze militari di un nemico dichiarato e in condizioni dì totale vulnerabilità e impossibilità per le vittime di difender¬ si»: questa è la sommaria definizione del termine che guida l'opera, che è stata prefata da Desmond Tutu e Simon Wiesenthal. L'elenco alfabetico delle voci presenta di volta in volta eventi specifici, analisi e interpretazioni, docu¬ menti e dati (come il resoconto della Conferenza di Wannsee), con corredo bibliografico e indici di riferimento. Per quanto la definizione di genocidio sia inevitabilmente approssimativa, un dato è certo con evidenza sconcertante: circa 170 milioni di persone sono state uccise nel XX secolo (escluso, fra l'altro, l'ultimo decennio), senza tener conto di scontri bellici. Come osserva Desmond Tutù, la storia insegna ciò che si è trascurato di imparare da essa, e così la Convenzione delle Nazioni Unite sul Genocidio, entrata in vigore il 12 genna¬ io del 1951, fa da specchio a una realtà sconfinata che va dallo sterminio arme¬ no (vedi Adana) alle persecuzioni di Stalin, dai massacri in Burundi e Ruan¬ da a quelli degli aborigeni australiani, dalla morte per gas dei curdi in Iraq alla pulizia etnica dell'ex Yugoslavia. L'esperienza della Shoah è l'estremo in questa storia estrema: i curatori tengono però a precisare che l'abbondan¬ za di dati a proposito dello sterminio degli ebrei e anche quello degli armeni non è dovuta a una sottovalutazione di altre stragi. Nell'orrore non esiste scala di valori: «il posto accordato, il numero di pagine consacrato in quest'opera a questo o a quell'altro genocidio non vanno in alcun modo interpretati come se i morti di un popolo fossero più significativi, importanti, drammatici, tragici o odiosi di quelli di qualsivoglia altro popolo». Con questo equilibrio, l'enciclopedia assolve al compito, mora¬ le prima che documentario, di costituire un'opera di riferimento essenziale e al tempo stesso globale. Parole quest'ulti¬ ma oggi assai corrente, che qui assume un senso grave, sul quale si ha inevitabil¬ mente da riflettere. Un'immagine di Lager: in Francia è uscita l'enciclopedia mondiale dei genocidi, Le livre noir defhumanité, pubblicata da Privai
Persone citate: Desmond Tutu, Desmond Tutù, Israel W. Chamy, Nazio, Raphael Lemkin, Ruan, Simon Wiesenthal, Stalin
Luoghi citati: America, Burundi, Europa, Francia, Iraq, Jugoslavia, Stati Uniti, Yale
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