Telecom non vende «La7» di Marco Zatterin

Telecom non vende «La7» ELETTO IL CDA TARGATO PIRELLI-BENETTON. PIANO INDUSTRIALE A INIZIO 2002. «STREAM? POTREBBE ESSERE LIQUIDATA» Telecom non vende «La7» Stop al bonus da 30 miliardi per Colaninno Marco Zatterin TORINO Come avviene in tutti i matrimoni finiti male, anche a Telecom Italia arriva il momento di litigare sui soldi. Nel mezzo dell'assemblea dei soci, ieri mattina un azionista ha chiesto al presidente Marco Tron¬ chetti Provera a quanto ammontas¬ se la buonuscita del suo predecesso¬ re Roberto Colaninno. Zero lire, ha risposto il patron della holding Tic: i 30 miliardi, stessa somma pattuita e incassata sul fronte Olivetti, di cui si era parlato al momento del divor¬ zio non sono stati versati. Sarebbe dovuto accadere prima del passag¬ gio delle azioni da Bell a Olimpia, ha precisato Tronchetti, ma (oion ci sono state delibere del consigho in proposito», pertanto non vi sono obblighi di concedere (din emolu¬ mento che approvavamo» all'im¬ prenditore mantovano. Il quale, ap¬ presa la notizia, ha risposto deciso come il solito: «Sto valutando con i miei legali le azioni più opportune da intraprendere per il rispetto degli accordi intercorsi a suo tempo tra le parti». Così ha segnato l'inizio di una battaglia giudiziaria che, si può scommettere, non sarà né breve, né semphce. Nel giorno delle polemiche citta¬ dine per l'addio a Torino - ora ex sede legale della Telecom - Tron¬ chetti si presenta ai soci per annun¬ ciare che la nuova stagione del gruppo è cominciata. Si pesano le azioni con esito scontato: Olivetti è primo azionista con il 54,170Zo; se¬ guono il Tesoro - che ha ancora in portafogho il 3,460Zo -, e la Banca d'Italia (1,14); la presenza dei fondi è guidata da Putnam Investments (con il 2,010Zo). Si procede a rinnova¬ re il consiglio, dove il ministero dell'Economia nomina Roberto Ulis- si a garanzia della golden share, a fianco dell'altro «uomo pubblico» Umberto Colombo. Con loro, Gilber¬ to Benetton, Enrico Bondi (ad per la gestione industriale), Carlo. Buora (ad per le questioni amministrati¬ ve), Luigi Fausti, Paolo Maria Gran¬ di, Natalino Irti, Gianni Mion, Mas¬ simo Moratti, Carlo Alessandro Puri Negri, Pier Francesco Saviotti. Spari¬ sce, con la fine della concessione sostituita dalla licenza privata, il rappresentante del ministero delle Comunicazioni. I fondi scelgono Francesco Denozza e Guido Ferrari- ni: «VigUeremo sull'accorciamento della catena di controllo», fanno sapere. Tronchetti conduce con pazien¬ za il travagho assembleare. Il piano industriale, promette, sarà presenta¬ to «entro i primi mesi del prossimo anno» ed è ((realistico» pensare a cessioni di partecipazioni non core per 5 miliardi di euro. «Il nostro futuro non è facile, richiede grande attenzione da parte di chi gestisce l'azienda, ma anche grande oculatez¬ za da parte di chi detta le regole - dice il presidente Telecom -. Occor- re fare delle scelte chiare sulle aree che si ritengono strategiche, cosa che finora non è stata fatta. La chimica è persa, l'elettronica non esiste più, le banche fanno fatica a varcare i confini: non si può lasciar cadere anche le potenzialità delle Telecomunicazioni». Non chiedia¬ mo aiuti straordinari, precisa, ma di «essere messi nelle condizioni di competere e di non avanzare con una palla al piede». L'invito è preci¬ so: serve chiarezza nella giungla normativa. Per il futuro la holding intende puntare in prima battuta sul merca¬ to interno, perché senza un forte mercato domestico non si può pen¬ sare di crescere all'estero. «Impie¬ gheremo le nostre risorse per lo sviluppo tecnologico delle rete», con sinergie tra Telecom e Pirelli, pro¬ duttore di cavi per telecomunicazio¬ ni in fibra ottica. «Per ora ci teniamo "La 7" - aggiunge Tronchetti - per¬ ché le offerte che abbiamo ricevuto sono insoddisfacenti, anche tenuto conto della piattaforma digitale». E Stream? «Senza fusione con Telepiù la liquidiamo», ribatte. Oltre all'affare Colaninno di cui risentiremo parlare (il riferimento alle ((parti» fa capire che non è- questione esclusiva della Telecom), l'assemblea incontra qualche intop¬ po sulle modifiche dello statuto, compresa quella che sposta la sede. Protesta il sindaco di Torino e vola¬ no minacce di cambiare operatore telefonico. «Per noi è ima scelta impopolare, ma porterà frutti e poi da anni la Telecom non è più a Torino» ribatte Tronchetti. Il Teso¬ ro si astiene perché non apprezza il metodo (megho votare punto per punto, non tutto insieme) ma, poi, l'ordine del giorno fila via senza altri ostacoli. Otto ore in tutto. Visti i precedenti, è stata breve. Marco Tronchetti Provera e Gilberto Benetton

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