Pensioni. il governo sceglie la delega

Pensioni. il governo sceglie la delega Pensioni. il governo sceglie la delega D'Amato incoraggia Berlusconi. I sindacati: «Così è rottura» roma Pensioni;' il governo rdmpe gli indu¬ gi: respinge la proposta del sindaca¬ to, e procede^ tutto vapore verso la delega le^j^tiva per varare la rifor¬ ma delle p|fiS}oni. La decisione - che dunque sconta il rischio di uno scóntro sociale sulla previdenza - scaturisce dal vertice serale di marte¬ dì tra il ministro dell'Economia Giu¬ lio Tremonti e quello del Welfare Roberto Maroni. Ieri sera i due si sono rivisti per fare il punto in vista, del Consiglio dei ministri di oggi, che consacrerà una scelta deliberata di comune accordo. Sempre ieri sono state precisate alcune linee guida della nforma, che saranno indicate nero su bianco sulla delega. I sindacati avevano messo sul- tavolo la disponibilità a discutere di alcune modifiche al sistema previ¬ denziale: incentivi alla previdenza integrativa e a chi rinuncia ad anda¬ re in pensione, abrogazione del divie¬ to di cumulo, smobihzzo del Tfr, aumento dei contributi per autono¬ mi e parasubordinati. Tutte misure su cui si sarebbe potuto procedere in modo concordato, con un emenda¬ mento in Finanziaria, e dunque con la rinuncia alla contestata delega legislativa. Tremonti e Maroni han¬ no deciso di respingere la proposta. Secondo i ministri eccessivamente modesta sarebbe stata la portata del mutamento da apportare al sistema pensionistico rispetto alle vedute dell'Esecutivo, che sarebbero state bloccate e invischiate in un negozia¬ to interminabile. E bisognava fare i conti con la fortissima pressione dell'«Alleanza del mondo produttivo» capitanata da Confindustria (con Abi, Ania, Confartigianato, Coldiretti, Confagricoltura e Corifcooperative), che ieri mattina hanno addirittura spedito una lettera a Silvio Berlusco¬ ni. La missiva chiedeva espressa¬ mente di non cedere sul fronte della delega, «di non disperdere ancora una volta i risultati strutturali che ci si aspetta dalla riforma varando soluzioni parziali». La proposta sin¬ dacale del maxiemendamento veni¬ va definita «non risolutiva, mutile, dannosa», e si rilanciavano le richie¬ ste delle imprese: una riforma che tagli il costo della previdenza per le aziende, che compensi le imprese per lo sblocco del Tfr, che sia legata a una flessibilizzazione del mercato del lavoro. E il governo sembra intenzionato ad accoghere appieno lo schema indicato da Confindustria. La delega ci sarà, nonostante il veto di Cgil-Ci- sl-Uil, e sarà accompagnata probabil¬ mente da interventi immediati già in Finanziaria, che potrebbero essere mirati ad addolcire il dissenso del sindacato. A confermare la scelta è il vice-ministro dell'Economia, Mario Baldassarri, che non ha dubbi: «En¬ tro il 15 novembre presenteremo la delega sulle pensioni assieme a quel¬ le sul lavoro, la riforma fiscale e la trasfonnazione degli enti pubblici». Un po' di tempo per lenire lo «strap¬ po» potrebbe essere guadagnato sfruttando i regolamenti parlamen¬ tari per rinviare la formale presenta¬ zione della delega. Evidentemente, il governo ritie¬ ne che lo scontro nelle piazze sulle pensioni con il sindacato può essere in qualche modo limitato e circoscrit¬ to. E sottosegretario al Lavoro Mau¬ rizio Sacconi (che gestisce il confron¬ to sulla flessibilità, dove Cisl e Uil sembrano disponibili ad accogliere le proposte governative del «Libro Bianco») scommette sulla possibilità di adottare il metodo dell'«awiso comune» sui contratti a termine, isolando la Cgil. Vero è che a caldo le prime reazioni del sindacato sono durissime, e concordi. «Se prevarrà l'asse Confindustria-Lavoro - spiega il responsabile Cgil previdenza Be¬ niamino Lapadula - che punta a spaccare il sindacato, il governo avrà una amara sorpresa, perché la nostra risposta sarà unitaria e dura. Anche da parte delle organizzazioni vicine alla destra». «Se ci proporran¬ no la delega - dice Adriano Musi, numero due della Uil - interrompere¬ mo immediatamente il confronto con il governo, almeno quello tecni¬ co». «Non capiremmo - insiste il leader Uil, Luigi Angeletti - per quale motivo si dovrebbe provocare artifi¬ cialmente uno scontro con i sindaca¬ ti. Una delega non ha motivo di essere, perché non serve all'obietti¬ vo di completare la riforma Dini». Pier Paolo Baretta, segretario confe¬ derale Cisl, ribadisce che una rifor¬ ma delle pensioni contro il sindacato non è possibile, e che una rottura potrebbe avere gravi conseguenze. Il ministro Maroni definisce «francamente incomprensibile» quello che definisce «l'accanimento del sindacato contro la delega. Mi sarei aspettato una proposta sui contenuti piuttosto che sugli stru¬ menti da utilizzare». E rilancia, dai microfoni di «Stream News», la ne¬ cessità di una drastica flessibilizza-' zionedelmercatodellavoro: «qualsi¬ asi forma di lavoro - dice - è meglio della disoccupazione». [r.gio.]