Il Tfr verso l'addio Una parte andrà nella busta paga di Roberto Giovannini

Il Tfr verso l'addio Una parte andrà nella busta paga Il Tfr verso l'addio Una parte andrà nella busta paga Ma verrà tassata e, secondo il progetto, con il surplus di entrate sarà possibile finanziare un taglio degli oneri delle imprese La Uil: «Così i lavoratori avranno meno previdenza e più prelievi» Roberto Giovannini ROMA Sulle pensioni «è ancora tutto open». La battuta è del ministro dell'Economia Giulio Tramonti, e si riferisce più al contenuto della delega, che al metodo che il governo utilizzerà. Ma il dado è tratto, e i tecnici dei due ministe¬ ri coinvolti (Economia e Welfare) già sono al lavoro sulle ipotesi. La novità più «fresca» riguarda un tema molto complesso, quello del Tfr. Secondo un progetto messo a punto, lavliquidazione potrebbe fìpire per ùnierzo in busta paga, ejjiér dueterii ai fóndi pensione. Una propóstóiche viene già boc¬ ciata dal sinaacata il fisco man¬ gerebbe l'aumento salariale del lavoratore, a tutto vantaggio del- ' l'impresa. Il Trattamento di fine rappor¬ to è da anni una delle chiavi di volta per il decollo della previdèn¬ za complementare. Inventato de¬ cenni or sono per dare al lavorato¬ re in uscita un «paracadute» per far fronte alla vecchiaia, non ha molto senso oggi, in un mondo in cui esistono le pensioni e in cui quasi nessuno lavora per tutta la vita nello stesso posto. Oggi un'azienda accantona per ogni suo dipendente (mantenendone però la disponibilità) ogni anno circa il 7Vo della retribuzione lorda, più o meno una mensilità e mezzo di stipendio. Danari che potrebbero essere immessi nei fondi pensione, e investiti profes¬ sionalmente con rendimenti mag¬ giori. Per le imprese il Tfr è una fonte di liquidità a costo zero; per rinunciarvi, chiedono in cambio flessibilità «in uscita», riduzioni del carico contributivo, e soprat¬ tutto adeguate compensazioni per fronteggiare l'esborso. Che riguarderebbe soltanto i flussi futuri, di accantonamenti per il Tfr, e non quello già accumulato: circa 27.000 miliardi l'anno. Il progetto degli esperti di Tremonti è questo: utilizzare lo spostamento nel salario di parte della liquidazione per compensa-, re le aziende. Un terzo di questo accantonamento finirà così diret¬ tamente in busta paga. Il lavora- tore avrà così un certo aumento di stipendio, novità sicuramente non sgradita a molti. Tuttavia, il Tfr finito nel salario npn"Verrà tassato col più favorevole tratta¬ mento fiscale del Tfif, ma con l'aliquota marginale Irpef che grava sul reddito del lavoratore. In pratica, con l'apporto moneta¬ rio dell'ex-Tfr aumenterà il reddi¬ to imponibile e dunque l'Irpef che il lavoratore/contribuente do¬ vrà pagare all'Erario. Dunque, vi sarà un aumento di gettito fisca¬ le: un surplus di entrate che il governo vorrebbe utilizzare per finanziare un taglio dei contribu¬ ti che gravano sulle imprese. La «compensazione» richiesta dagli imprenditori. Quanto invece ai due terzi del flusso di Tfr che andranno ai fondi pensione, il governo pensa a una cartolarizzazione sulla fal¬ sariga di quella utilizzata per i crediti Inps. Saranno emessi tito¬ li obbligazionari sulla base dei flussi di Tfr previsti. Le obbhga- zioni emesse dovrebbero essere acquistate dalle banche, e garan¬ tire ai fondi una massa di liquidi¬ tà rilevante in tempi rapidi (Tré- monti ha ipotizzato 50.000 miliar¬ di), consentendo agli stessi fondi di partecipare alle privatizzazio¬ ni di aziende pubbliche. Per il lavoratore dovrebbe restare la possibilità di scegliere se mante¬ nere l'attuale situazione, oppure optare per lo smobihzzo del Tfr. La proposta viene già bocciata dalla Uil: per il numero due Adriano Musi, «sen^bra una solu¬ zione ih, cui guadavano fispp. e., datori di'Tavoro, chè'EtVranho Una riduzione, del costo del lavoro, mentre il lavoratore si troverà con meno previdenza e più tas¬ se». Ma anche il resto del menu allo studio del governo potrebbe contenere ricette indigeste per il sindacato. Ad esempio, per ritar¬ dare l'età del pensionamento non si punta al blocco delle pensioni di anzianità: accanto a incentivi a restare al lavoro, si pensa anche a penalizzazioni per chi nonostan¬ te tutto sceglie di «uscire». Con una «tassa» percentuale sull'asse¬ gno previdenziale, come tentò il Berlusconi Uno nel '94, aumen¬ tando da dieci a quindici anni gli anni su cui calcolare la pensione «retributiva», oppure con l'esten¬ sione del sistema contributivo prò rata. E sono possibili anche drastici tagh del contributo previ¬ denziale a carico delle imprese (e in prospettiva futura, dunque, anche dell'importo della pensio¬ ne pubblica) per i neoassunti. Al contrario, dovrebbe aumentare il prehevo a carico dei parasubordi- nati (oggi al 1307o) e di artigiani e commercianti. Idueterzi della somma andranno ai fondi privati: il Tesoro pensa a una cartolarizzazione sulla falsariga di quella utilizzata per i crediti Inps TUTTE LE NOVITÀ' IN ARRIVO Un terzo del Tfr andrà In busta paga e due terzi ai fondi pensione. La quota destinata in busta paga servirà indirettamente anche a ridurre il costo del lavoro: il maggior gettito Irpef.andrà infatti a ridurre il peso dei contributi pagati dalle imprese Innalzamento età Per chi ha raggiunto i requisiti per andare in pensione e decide di restare a lavorare saranno potenziati i benefici introdotti con la scorsa finanziaria Contributi Quasi certamente aumenteranno i contributi dei parasubordinati attualmente al 1307o. Il governo è intenzionato ad accelerare il periodo transitorio che prevede un'aliquota del 190Zo nel 2013. Si discute anche se accelerare il percorso di commercianti e artigiani attualmente al 1607o e che dovrebbero raggiungere il 1907o nel 2013. Potrebbero invece scendere i contributi dei nuovi assunti anche se i sindacati sono contrari Cumulo La possibilità di cumulare pensione e reddito da lavoro, attualmente consentita per i pensionati con oltre 65 anni ■mwwpììww o con almeno 40 anni di contributi, sarà estesa anche agli altri pensionati Il ministro Giulio Tremonti

Persone citate: Adriano Musi, Berlusconi, Giulio Tremonti, Tremonti

Luoghi citati: Roma