Un nuovo sindaco per la città ferita di Paolo Mastrolilli

Un nuovo sindaco per la città ferita Un nuovo sindaco per la città ferita Il miliardario Bloomberg sulla poltrona di Rudy Giuliani Paolo Mastrolilli NEW YORK Giuliani ha vinto. Cioè, il nuovo sindaco di New York è Michael Bloomberg, e Rudy non aveva alcuna intenzione di cedergli la poltrona. Ma il successo di misu¬ ra del miliardario repubbhcano sul difensore civico democratico Mark Green rappresenta soprat¬ tutto uno sfoggio di forza dell'ex procuratore, diventato ormai il «sindaco d'America». I cittadini di New York, che dopo l'I 1 set¬ tembre non avevano voghe di cambiare guida, hanno dovuto aspettare fino a mezzanotte per conoscere il nome del vincitore, in una gara che alla fine è stata decisa da soli 30.000 voti, attiran¬ do forse un decimo degh 8 milio¬ ni di abitanti alle urne. Per fortima, dopo una campa¬ gna conclusa a colpi bassi. Green tia invitato i suoi a sostenre il nuovo sindaco «nel lavoro molto difficile che lo aspetta», e Bloom- berg ha detto che «questa non è una sfida tra repubblicani e de¬ mocratici, ma un'opportunità per i newyorkesi. La città è aper¬ ta per il business, e i nostri giomi migliori devono ancora venire». Subito dopo, per non smentire la fama di single «sciupafemmine», il nuovo sindaco ha portato tutti gli amici nel club B.B. King Blues Club and Grill, sulla 42esima Strada West, dove gli ospiti entra¬ vano solo indossando una colla¬ na fosforescente. Non era cominciata con que¬ sta allegria, la corsa di Bloom¬ berg. Nato a Boston nella fami- glia di un contabile, Mike aveva lavorato come parcheggiatore per pagarsi gli studi prima alla John Hopkins University e poi a Harvard. Una volta presa la lau¬ rea in economia, però, era subito atterrato a Wall Street con Salo¬ mon Brothers, diventando part¬ ner dopo solo sei anni. Nel 1981 la compagnia si fuse con Phibro e lui perse il posto, ma quella fu la sua fortuna. In cambio, infatti, ricevette dieci mihoni di dollari di buonuscita con cui fondò la Bloomberg LP, la compagnia d'in¬ formazione economica che in vent'anni è diventata un impero dei media, capace di rivaleggiare con la Reuters e la Dow Jones. Alla vigilia delle elezioni Mi¬ chael, che ha 59 anni ed è stato repubbhcano per tutta la vita, aveva una ricchezza personale valutata in 4,5 miliardi di dollari, oltre 9000 miliardi di lire. Sulla roulette di New York si è giocato oltre 50 mihoni di dollari per inondare le televisioni di spot, ma l'investimento ha cominciato fruttare solo dopo il 27 ottobre, quando è arrivato l'appoggio di Giuliani. A luglio. Green aveva un vantaggio del 400Zo, e a metà ottobre guidava ancora in doppia cifra. L'I 1 settembre però ha cam¬ biato tutto. Da una parte la rico¬ struzione, il recupero dei posti di lavoro perduti, e il pareggio del bilancio in deficit per un miliar¬ do sono diventati i temi centrah della campagna. Dall'altra la glo¬ rificazione cu Rudy, per la rispo¬ sta decisa e umana alla tragedia, hanno trasformato il suo appog¬ gio nel tocco di re Mida. In dieci giorni Michael è diventato un poUtico d'oro, e di rincorsa ha conquistato la residenza dì Gre¬ cie Mansion, anche se vorrebbe restare a vivere nella sua town house di cinque piani nel ricco Upper East Side. Parlando di sé nelle interviste e nell'autobiogra¬ fia intitolata «Bloomberg on Bloombeiig» il nuovo sindaco ha detto: «Mi piacciono il teatro, i ristoranti e inseguire le donne. Mettiamola così: sono uomo, sin¬ gle e miliardario a Manhattan. Cosa pensate? E' un sogno». Ora Michael, divorziato con due fighe, ex fidanzato di Diana Ross, dovrà cominciare a sogna¬ re il futuro di ima città ferita. Ha promesso una «transizione mor¬ bida» affidandosi allo staff di Rudy, e là prima domanda è proprio sul ruolo futuro di Giulia¬ ni. Alcuni dicono che potrebbe diventare il prossimo capo della Cia, e altri lo vedono alla guida dell'autorità per la ricostruzione delle Torri Gemelle. Di sicuro sarà il sindaco fantasma della città, e anche l'effervescente Bloombei^g dovrà faticare per so: vrapporre la sua personalità. La seconda domanda riguarda il conflitto d'interessi, visto che Michael ha rinunciato alla carica di presidènte della sua compa¬ gnia, ma detiene ancora il 750Zo delle azioni. I democratici escono massacrati dalla sfida, perché si sono divisi. Sono riusciti a perde¬ re una metà del voto ispanico grazie alle litigate tra Green e il presidente del Bronx Ferrer, men¬ tre i neri non sono andati alle urne perché al reverendo Al Sharpton non piaceva il candida¬ to troppo amico degh ebrei. Ha perso anche il nuovo inquilino di Harlem BUI Clinton, che nono¬ stante l'intensa campagna a favo¬ re di Green non è riuscito a pareggiare la magia di Rudy. I democratici' però si sono rifatti conquistando le poltrone di governatore del New Jersey e deOa Virginia, lasciate vacanti da due campioni repubblicani come Christine Todd Whitman e Ja¬ mes Gilmore. Hanno vinto i mo¬ derati Jim McGreevey e Mark Warner, e questa è la lezione pohtica della giornata, insegnata anche dall'ex democratico Bloom¬ berg ai repubblicani estremisti. L'America, shoccata e incerta, vuole leader che almeno fingano di parlare a tutti. Cinquantanove anni repubblicano da sempre ha un patrimonio - di 9 mila miliardi. Se ne è giocati oltre cento nella campagna elettorale I democratici conquistano le poltrone di governatore in Virginia e New Jersey Michael Bloomberg (al centro) tra Giuliani (a sinistra) e il governatore di New York Pataki