Blitz in Italia contro le holding sospette di Paolo Colonnello

Blitz in Italia contro le holding sospette Blitz in Italia contro le holding sospette I Tesoro congela i conti bancari di sette «soggetti» indagati Paolo Colonnello CAMPIONE D'ITALIA (COMO). «Al Taqwà», Timore di Dio. Era questo, fino al 26 febbraio scorso, il nome della società - una vera e propria holding finanziaria con se¬ de a Lugano e interessi in mezzo mondo - che, secondo gh investiga¬ tori itahani, svizzeri e americani, avrebbe finanziato la rete del terro¬ re di Osama bin Laden e forse gli stessi attentati alle Torri Gemelle, finendo di diritto nella «black list» resa nota ieri sera dallo stesso presidente Usa, Geoide W. Bush. Una lista che contava anche due residenti in Italia nell'elenco dei fiancheggiatori: Dahir Ubeidullahi Aweys a Roma e il medico somalo Hussein Mahamud Abdullkadir a Firenze. I dati fomiti dall'America hanno permesso alle autorità italia¬ ne di congelare i conti bancari di sette «soggetti» sospetti. Altri con¬ ti, secondo il ministero del Tesori, sono «sotto osservazione». Al Taqwà è una cassaforte d'in¬ vestimenti nell'edili»», nelTedito-,, ria, nel turismo e operazioni finan¬ ziare per centinaio- di-mihoni di dollari, che ieri mattina ali alba i carabinieri del nucleo operativo di Como, coaudiuvati dalla Guardia di Finanza di Milano, hanno defini¬ tivamente scoperchiato con ilf se¬ questro di centinaia di documenti e file informatici, portando a termi¬ ne la prima vera operazione inve¬ stigativa intemazionale dall' 11 set¬ tembre scorso contro la ragnatela finanziaria del terrore. Così, men¬ tre la polizia svizzera entrava nella sede della società a Lugano, i milita¬ ri itahani, eseguendo ufficialmente una richiesta della magistratura elevetica inoltrata con una rogato¬ ria del 2 novembre scorso (e nella quale si procede in riferimento «alla strage di New York, dove hanno perso la vita due cittadini elvetici») hanno fatto irruzione al¬ l'alba nelle due ville in stile hol¬ lywoodiano a Campione d'Italia (minuscola enclave italiana nel can- ton Ticino) di due dei suoi più importanti dirigenti: Youssef Na¬ da e Ah Ghaleb Himmat, rispettiva¬ mente direttore generale e vicedi¬ rettore di Al Taqwà, che dal 26 febbraio scorso, alla Camera di Commercio del Cantone Ticino, risulta registrata come Nada Mana¬ gement Oi-ganization Sa, il cui pre¬ sidente è Mohamed Mansour, pro¬ fessore emerito del politecnico di Zurigo. Personaggi sconosciuti al gran¬ de pubbhco, ma molto noti negh ambienti finanziari intemazionali e itahani, tanto che Yussef Nada aveva un incarico onorario anche nel centro Pio Manzù di Rimini. E per altro conosciuti, ma come mem¬ bri dell'organizzazione egiziana «Fratelli Musulmani», anche tra i frequentatori del Centro Islamico di via Jenner, dove però negano di aver ricevuto finanziamenti. Sia Nada che Himmat erano furiti da tempo nel mirino degh investigato¬ ri milanesi che, subito dopo l'atten¬ tato dell' 11 settembre a New York, si sono attivati, giungendo in due mesi a ricostruire la complicata ragnatela di Al Taqwà-Nada Mana¬ gement. Dunque, l'operazione di ieri dei carabinieri e della Guardia di Finanza, sebbene sollecitata uffi¬ cialmente dalla richiesta di una rogatoria della Procura Federale di Bema, nasce in realtà dagli uffici della procura di Milano che, parten¬ do dalla flebile traccia di alcuni conti trovati in possesso dei presun¬ ti terroristi egiziani arrestati il 4 aprile scorso a Gallarate, e da altri riscontri accumulati durante le in¬ chieste degh ultimi anni sul Già islamico e su Hamas, è risalita fino ai conti miliardari della Nada Ma¬ nagement. Agendo su due livelli: da una parte cercando i canali di finanziamento dei terroristi, dal¬ l'altra i sistemi di approwigiona- mento, non ultimi le gigantesche speculazioni sui titoh quotati nelle principali piazze finanziarie occi¬ dentali prima e dopo gh attentati dell' 11 settembre negh Usa. Opera¬ zioni costruite «da mentì raffinatis¬ sime», sulle quah si sono impegna¬ ti gh esperti deUe Fiamme Gialle milanesi, trovando una quantità di scatole cinesi, di intermediari, bro¬ ker, finanziari e banche (soprattut¬ to svizzere) che hanno ricevuto mandati da società cohegate a loro volta ad altre società ancora... ma tutte alla fine riconducibih alla rete islamica. Un lavoro svolto a stretto contatto con l'Fbi america¬ no che, grazie all'inchiesta itaha- na, ha poi fornito alle autorità svizzere gli elementi per richiedere le perquisizioni di ieri nelle abita¬ zioni di Nada e di Himmat. «Sapevamo da tempo che questi due personaggi si muovevano nel¬ l'area della finanza terroristica», ha confermato ieri il capo della jrocura milanese Gerardo D'Ami- jrosio, «e per questo il giorno dopo l'attentato a New York io personal¬ mente mi sono messo in contatto con l'Fbi per avvertirli che aveva¬ mo una buona pista». Fino al blitz di ieri mattina, la cui vera portata si potrà capire solo quando l'innu¬ merevole documentazione seque¬ strata verrà tradotta e analizzata. Perquisizioni che, come risulta dal¬ la rogatoria inoltrata in Italia, dove¬ vano «tassativamente svolgersi il 7 novembre», contemporaneamente cioè a un'analoga operazione svol¬ ta daU'Fbi, sempre su indicazione della procura milanese, nella sede di Al Taqwà in Lichtestein e alle Bahamas e proprio il giomo in cui il presidente Bush avrebbe reso nota, come ha fatto, la lista delle società che finanziano ((Al Qaeda» e Bin Laden. Ieri i due manager di Al Taqwà,'entrambi con cittadinan¬ za italiana (ma di origini egiziane e siriane) e residenti da almeno 20 anni a Campione d'Italia, sono stati interrogati a lungo dalla pohzia elvetica di Lugano e poi rilasciati. Il loro avvocato, Pier Fehce Barchi, di Lugano, ha preci¬ sato che «non c'è alcuna accusa - precisa ^aei confronti.-dei..miei assistiti, i quah hanno sempre escluso di aver finanziato quasia- si movimento. Mi sembra che.da parte degli inquirenti si sia perdu¬ to il senso della proporzione». Perquisite a Campione le ville di due manager arabi che risiedono nel nostro paese su indicazione dei giudici di Milano Al centro del filone italo-elvetico dell'inchiesta la «Nada Sa», una scatola cinese di società che avrebbe legami con la rete islamica