Ancelotti: firmare per il Milan è stata una scelta di cuore di Fabio Vergnano

Ancelotti: firmare per il Milan è stata una scelta di cuore l/EX ALLENATORE DELLAJUVENTUSTORNAINPANCHINA Ancelotti: firmare per il Milan è stata una scelta di cuore Il tecnico: «A San Siro non credo proprio che mi daranno del maiale Non ho tradito il Parma e spero che i miei concittadini capiranno» Fabio Vergnano inviato a MILANO La cornice è diversa da quella del febbraio 1999, quando Carletto subentrò in tutta fretta a Lippi. Allora la Juve lo presentò in una stanza nello scantinato della vec¬ chia sede di piazza Crimea. La grandeur milanista impone altri scenari. Siamo nella sala dei trofei al terzo piano di via Turati, Ance- lotti siede al centro del tavolo circondato dalle coppe che anche lui ha contribuito a conquistare. L'abito è rigorosamente grigio, il volto rigorosamente paonazzo, ma tutto sommato disteso anche se per la seconda volta lo chiama¬ no a sistemare le cose a stagione già iniziata. Non era il caso di sottilizzare. L'invito del Milan gli ha fatto dire di no al Parma con cui aveva «un impegno morale». I Tanzi non l'hanno presa benissi¬ mo, anzi, non hanno affatto gradi¬ to questo dispetto. Carlo lo sa, tuttavia il richiamo rossonero era irresistibile e Ancelotti non ha l'aria dell'Ulisse della panchina che resiste alle tentazioni. Dunque rieccolo dieci anni do¬ po aver lasciato il calcio giocato proprio con questa maghe. Allena¬ tore della Reggiana, del Parma, della Juve e finalmente del Milan. Di nuovo cottimista della vittoria per obbligo visto che anche Gallia- ni ha sposato la politica juventina del più vinci, più guadagni e la estenderà ai giocatori dal prossi¬ mo anno. «Comunque non vorrei che si pensasse che sono qui gratis», scherza Carletto mentre il colletto della camicia diventa una tortura per uno abituato a pullo¬ ver e jeans. Per carità: tre miliardi netti come base a stagione sono una buona partenza, più dei due che gli dava fino a lunedì mattina la Juve, ma meno dei sei che avrebbe avuto da Tanzi. Però, come dice Ancelotti «questa è stata una scelta di cuore. Ne ho uno solo ma grande, perché mi sono affezionato a tutte le squa¬ dre che ho allenato. Se mi avesse cercato un'altra società avrei det¬ to di no scegliendo il Parma. Non sono un traditore, sono dispiaciu¬ to e spero che i miei concittadini capiscano questa scelta improvvi¬ sa, ma serena. Sono in un ambien¬ te che mi ha sempre apprezzato e spero lo farà in futuro». In fondo Ancelotti arriva al Milan soltanto con qualche mese di ritardo. GaUiani lo voleva pri¬ ma di impegnarsi con il turco Terim e ottenne dagli amici della Juve un cortese, ma netto rifiuto. Poi è finita come tutti sanno e a Milanello è arrivato l'uomo del Bosforo. Imbarazzo di Galliani: «Per il bene del Milan è meglio così. Dopo la sconfitta con il Torino ho passato una notte inson¬ ne, finché lunedì mattina ho chia¬ mato Carlo sperando che fosse ancora disponibile. Il presidente mi ha dato via libera. Girando non ha posto ostacoli. Così l'operazio¬ ne "il Milan ai milanisti' va avan¬ ti. Gli offriamo un organico di prim'ordine tant'è che non tome- remo sul mercato, una squadra che non si trova in una situazione drammatica ed è al terzo turno di Uefa». Un 2001 delicato per la società che era abituata a dominare nella continuità. Quattro allenatori: Zaccheroni, Maldini, Terim, Ance- lotti. L'amministratore delegato si giustifica: «Non. siamo noi che abbiamo cambiato politica, pur¬ troppo il parametro per misurare gli allenatori sono i risultati. Carlo ha ottenuto 144 punti in due anni con la Juve. Giuro che se fa altrettanto anche senza vincere lo scudetto lo riconfermo. Ancelotti deve fare l'Ancelotti». Di sicuro San Siro non gli sarà ostile: «Qui credo proprio che non mi daranno del maiale, né che mi rinfacceran¬ no il passato. Però ho lavorato bene alla Juve e ho imparato tante cose anche se non è finita come speravo. Non troverò differenze perché sono di nuovo in una grande società». Non ha remore nel trovarsi di fronte gente come Maldini e Costa- curta che ha avuto come compa¬ gni: «Siamo tutti più vecchi. Mi diano pure del tu, ma sempre nel rispetto dei ruoli. Come sarà il mio Milan? Una squadra equilibrata. sul modello delle precedenti che hanno sempre preso pochi gol. Si può giocare con Rui Costa, Inza¬ ghi e Shevchenko senza rischiare l'osso del collo. Lo facevo alla Juve con Zidane e avevamo la difesa meno battuta». Berlusconi gli ha telefonato: «Era contento, ci vedremo nei prossimi giorni». Gal¬ liani sottoscrive: «In settimana pranzeremo ad Arcore. Non di¬ mentichiamo che il presidente è anche primo ministro e qualche impegno ce l'ha pure lui». Ma un break calcistico per il suo Carletto lo farà. Ancelotti con la^J maglia rossonera 1987/88 1988/89 1989/90 tadisputìta 5 stagioni da giocatore al Milan dal luglio 1987 * al giugno 1S^2. |h 5 armi ha conquistato: Scudetti. 2 Coppe dei Campioni 2 Coppe Intercontinentali 2 idpercoppé Europee Comincia l'era Sacchi, É 1 scudetto con ' sorpasso al Napoli, protagonista con 27garee2reti 1990/91 Conquistala \ Coppa dei Campioni, 4-0 in finale con jlMIJI) vince là i Coppa Intercontinentale r (1-OalNacionaldiMedellìn) la seconda Coppa Campioni battendo l-O^Benfica e la Supercoppa Europea con il Barcellona. Ancefottì partecipa eli primi due trionfi contro il Barcellona non gìosa périnfortunio astagiohéf con Arrigo Sacchi, il Miian vince la seconda Coppa intercontinentale (3-0 con l'Olimpia Asuncion), v finale senza Ancelotti sul terreno di gioco per infortunio, e la seconda Supercoppa Europea contro la Sampdoria, Ancelotti è presènte. 1991/92 Arriva Capello, è scudetto per i rossoneri. r Per Ancelotti 12 gare e 2 gol jwrqroifB, Carlo Ancelotti nella sede del Milan: guadagnerà 3 miliardi netti a stagione

Luoghi citati: Arcore, Asuncion, Barcellona, Milano