«Coletti combatté il glustiziaismo maligno» di Maria Grazia BruzzoneGiuseppe Caldarola

«Coletti combatté il glustiziaismo maligno» «Coletti combatté il glustiziaismo maligno» Frase di Berlusconi, polemiche in aula Maria Grazia Bruzzone ROMA Sul banco vuoto di Lucio Collet¬ ti c'è un grande mazzo di rose rosse, avvolte in un nastro tricolore. E' c'è un grande silen¬ zio nell'aula di Montecitorio, quando Silvio Berlusconi co¬ mincia la sua commemorazio¬ ne del parlamentare e amico scomparso sabato scorso, a sini¬ stra il ministro Scajola, a destra il vicepremier Fini. Più in là Franco Frattini, Beppe Pisanu, Carlo Giovanardi, Mirko Trema¬ glia in rappresentanza del go¬ verno insieme a molti sottose¬ gretari. Un discorso scritto e non proprio di circostanza. Poche ore prima il professo¬ re e l'uomo Colletti era stato ricordato nella sala d^l Cenaco¬ lo, affollatissima, dallo storico Piero Melograni, suo antico so¬ dale nell'evoluzione che aveva portati entrambi al divorzio dalla sinistra marxista e nella scelta di aderire al nascente partito di Forza Italia. Una cerimonia funebre dove, fra tanti parlamentari di destra e di sinistra, giornalisti amici come Giuliano Ferrara, Lino Jannuzzi, Giampiero Mughini, il sindaco Walter Veltroni, si intravedevano tanti ex deputa¬ ti ed ex ministri assenti da tempo dalla scena, come Rino Formica, Gennaro Acquaviva, Pappino Calderisi, Marco Tara- dash, Alfredo Biondi, Antonio Maccanico. «Un uomo ironico, scettico, caustico, brillante, dalle parole graffiati e dai modi ribelli», l'aveva definito commosso Me¬ lograni. E in aula il presidente della Camera Pierferdinando Casini, introducendo la seduta straordinaria, dopo aver parla¬ to del «leale uomo di parte che ha rotto e messo in crisi l'ege¬ monia culturale della sini¬ stra»,e annunciato la creazione di una borsa di studio intitolata al nome di Colletti, ha conclu- so:«Credo che avrebbe sottil¬ mente ironizzato sul destino di essere commemorato in Parla¬ mento da un democratico cri¬ stiano». Ben più incisive e dense di sostanza sono le parole dì Berlu¬ sconi, specialmente in un paio di passaggi che suscitano qual¬ che rimostranza dai banchi del centro sinistra. Il primo giùnge quasi subito, quando il premier ricorda «l'intellettuale che non soltanto intuì e spiegò a sé stesso e agli altri il declino di ima versione pietrificata e ar¬ caica del marxismo, quel corpo di analisi e dottrine che era via via diventato la caricatura di una filosofia di Stato nelle mani di una burocrazia totalitaria ma capì e spiegò che andava bandita l'idea stessa di ima società che si rigenera e partori¬ sce da zero l'uomo nuovo». A far mormorare gli ulivisti però è un altro passo, quello in cui il premier, dopo aver dipin¬ to l'amico Colletti «passeggiato¬ re eterodosso del nostro Transa¬ tlantico» e averne esaltato «le doti di impertinenza del dub¬ bio, della facezia», e pur ammet- tendo in ima sorta di autocriti¬ ca il fatto che «aveva una certa difficoltà nel muoversi negli ambienti della vecchia pohti- ca», conclude ricordando il pro¬ fessore che «aveva scelto di imbarcarsi sulla nave di sogna- ' tori, su un bastimento carico di professionisti, di imprenditori, di politici scampati al vento maligno del giustizialismo». E' qui che si levano voci dai ban¬ chi di sinistra. Fra le quali si distingue un «Bastai» spazienti¬ to di Fabio Mussi. E alla fine, mentre il centrodestra si alza in piedi ad applaudire, l'altra metà dell'emiciclo resta sedu¬ ta. Tranne Giuseppe Caldarola e Giovanna Melandri. Fini, Berlusconi e Scajola alla commemorazione in aula di Lucio Colletti

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