«Roma truccò i bilanci» di Roberto Giovannini

«Roma truccò i bilanci» «Roma truccò i bilanci» Sulla stampa internazionale accuse contro le manovre per entrare in Europa Prodi, Solbes e il Tesoro: nessun maquillage sul deficit, gli swap erano legali Roberto Giovannini ROMA Italia sotto accusa: nel '96, nella rincorsa ai parametri di Maastri¬ cht, i responsabili della finanza pubblica nazionale non avrebbero esitato ad adoperare sofisticate tec¬ niche finanziarie - contratti detti swaps - per compiere operazioni contabili e «nascondere» flussi di spesa per interessi che avrebbero potuto impedire il raggiungimento dell'obiettivo di deficit (Q 396 del Vii nel 1997) decisivo per consentire l'ammissione della lira nella mone¬ ta unica. Questo è quanto sostiene il professor Gustavo Figa in un libro {PerivativesandPublicDébtMana- gement, pubblicato dalllntematio- nal Securities Market Association e dal Council on Foreign Relations), rilanciato da due autorevoli quoti¬ diani finanziari, il Financial Times e il Wall Street Journal Europe. I due giornali mettono esplicitamen¬ te sotto accusa il nostro paese, che però non viene indicato apertamen¬ te nello studio. Ma nella giornata di ieri sono fioccate le smentite. A confermare che l'Italia non ha fatto alcun «maquillage» ai conti pubbli¬ ci per entrare nell'euro, e che le operazioni di swap sugli interessi del debito erano lecite e limitate ci hanno pensato il presidente della Commissióne Uè, Romano Frodi; il direttore generale di Eurostat, Yves Franchet; il Commissario Uè agli Affari monetari, Fedro Solbes; il ministero del Tesoro, eil sottosegre¬ tario all'Economia Vito Tanzi. n lavoro di Figa - docente di Economia a Roma-Sapienza e a Macerata, considerato uno degli esperti di questa delicata ed esoteri¬ ca materia, attualmente collabora¬ tore del viceministro all'Economia Mario" Baldassarri, e fino a ieri potenziale candidato alla guida del¬ la costituenda Agenzia del debito - analizza criticamente il massiccio e generalizzato ricorso di tutti i gover¬ ni a operazioni di finanza derivata. L'obiettivo di questi swaps è quello di ridurre il costo effettivo dellinde- bitamento, anticipando futuri movi¬ menti dei tassi d'interesse p dei tassi di cambio. Una strategia, con¬ testa Pisa, poco trasparente nei confronti dall'opinione pubblici. La critica riguarda tutta Eurolan- dia, con l'eccezione della Svezia; ma nel rapporto si cita il caso di un paese - l'Italia, scrivono i due quoti¬ diani - che nel 1997 condusse uno sw^7 su im'emissione obbligaziona¬ ria del 1995. Un valore pari allo 0,02 del Pil italiano dell'epoca, che però potrebbe èssere solo la punta dell'iceberg, afferma lo studioso. I termini dell'operazione coinci¬ dono con un'emissione italiana del maggio '95 di 225 miliardi di yen: scommettendo sul rafforzamento della lira - il caso fu trattato dalla stampa economica italiana - nel dicembre del là96 il ministro del Tesoro dell'epoca effettuò un inte¬ rest rate currency swap per circa 4.000 miliardi di lire, incassando un guadagno in conto capitale di ben 900 miliardi. Un guadagno che - pre vii accordi con Bruxelles - potè essere utilizzato per ridurre il defi¬ cit italiano. A quei tempi tutti i paesi impegnati nella rincorsa al¬ l'euro utilizzarono ogni sorta di tecnica per rispettare il parametro del 3^0. Il ministro del Tesoro dell'epoca era Carlo Azeglio Ciampi; il premier che guidava il governo che centrò l'obiettivo di Maastricht (raggiun¬ gendo un defidt/pil del 2,7lft, di tutta sicurezza) era Romano Prodi. Comprensibile è dunque lo sconcer¬ to che hanno ovunque accompagna¬ to la lettura dei due autorevoli quotidiani, tradizionalmente «euro- scettici». Gli articoli - si fa notare in ambienti della Commissione Uè - forse puntano a minare la credibili¬ tà della moneta unica, alla vigilia del debutto dell'euro, e proprio quando in Gran Bretagna si ravviva la contésa sul destino della sterlina. Al Tesoro, inoltre, ci si interroga sulle motivazioni di questo pesante attacco alla credibilità della finan¬ za pubblica italiana: c'è il rischio che nelle prossime settimane Euro¬ stat (l'organismo comunitario inca¬ ricato di vigilare sui conti dei paesi dell'area euro) possa adottare nei confronti del nostro paese un atteg¬ giamento più severo su ima 0 più operazioni contabili del ministero guidato da Giulio Tremonti. Certo è che ieri il «report» di Figa non era più presente sul sito internet del- l'Isma. Durissimi, come detto, i com¬ menti. «L'Italia non ha truccato i conti - afferma Romano Prodi - la svolta era reale», come conferma l'andamento del debito negli anni successivi, sceso dal 123^0 al 1080Zo. Gli swaps - spiega 0 portavoce del Commissario agh Affari Monetari Fedro Solbes - non sono scoraggiati dalla normativa europea, e anche se possono avere effetti sul deficit «ciò è in linea con i regolamenti approvati dagli Stati membri». Il direttore generale di Eurostat Fran¬ chet li definisce «una via del tutto legale per ridurre il costo del debi¬ to». «Ci sono stati swaps in altri paesi che sono stati trattati esatta¬ mente alla stessa maniera del caso italiano», aggiunge, spiegando che, in generale, si è trattato di volumi di scambi «molto limitati», meno dello 0,1 "/o del Pil dell'intera area euro. Sferzante il commento del sottosegretario al Tesoro Vito Tan¬ zi: «sono soipreso che un giornale serio come il "Financial Times" dia spazio ad ima vicenda che merite¬ rebbe di stare a pagina 72». E una nota ufficiale del ministero dell'Eco¬ nomia puntualizza che l'adesione dell'Italia all'euro «è il frutto di un'azione di profondo e duraturo risanamento della finanza pubbli¬ ca». Secondo Gustavo Riga per rispettare i parametri si sarebbe fatto ricorso al mercato dei derivati e nascosti in questo modo ingenti flussi di spesa per interessi che avrebbero impedito il rispetto dei parametri di Maastricht IL CONTRATTO SWAP Contratto molto utilizzato nel settore ' della finanza per lo scambioiii flussi.., finanziari a Copertura del rischio di cambio odi tassodi interesse. E', in sostanza, un credito reciproco a breve termine tra le banche centrali aderenti al Fmi L'OPERAZIONE L'operazione swap consente di generare * flussi di pagamento che «anticipano ai presente»,,voci attive future.,Il direttole generale di Eurostat ha spiegato che i meccanismi di swap sono «una via del: tutto legale per ridurre il costo del debito» DEFICIT E CONTRATTI SWAP ^L'INGRESSO IN EUROLANDIA L'accettazione dell'Italia tra i paesi della prima ondata dell'Unione monetaria avvenne nel 1998, sulla base dei risultati di bilancio del 1997 I CONTI DI ALLORA Romano Prodi, presidente del Consiglio, Carlo Azeglio Ciampi, ministro del Tesoro Rapporto deficit/Pili 996 6,7Vo Limite fissato da. Maastricht 3f00Zo Rapporto deficit/Pi! 1997 2,707o