Napster è morto? Viva Napster di Anna Masera

Napster è morto? Viva Napster HASIGLATO UN AGCORDO CON VITAMINIC Napster è morto? Viva Napster La sfida dello scambio di file musicali online si gioca sulla distribuzione: quale vincerà, quella gratis di Gnutella o quella a pagamento? Anna Masera A morte Napster, viva Napster. C'è chi decreta la morte del sito paladino dello scambio gratuito di musica in formato digitale, e parla di un «dopo-Napster», e chi non si dà per vinto: è di ieri l'accordo firmato proprio con Napster da Vitaminic, il sito ita¬ liano di musica online, fondato dal ragazzo torinese Gianluca Dottori. Lo scopo? La distribuzio¬ ne di contenuti musicali via Inter¬ net: Vitaminic fornirà a Napster la possibilità di distribuire legal¬ mente 250 mila file di musica digitale con il suo nuovo servizio di «file sharing» (scambio di bra¬ ni). Per Napster si tratta del principale contratto di licenza di contenuti fino a oggi firmato. Grazie all'accordo, i titoli di Vita¬ minic ieri in Borsa sono schizzati verso l'alto (+1 S'ft). A dimostrare che Napster sarà anche «alla fine della sua agonia», come decreta Le Monde, perchè sconfìtto nelle aule giudiziarie dalle grandi case discografiche che lo hanno impu¬ tato di essere il nemico pubblico numero uno del copyright (diritto d'autore), ma riesce ancora a trasformare in oro tutto ciò che tocca. Non solo: dopo Napster, ecco la discendenza di un sistema che, ai tempi d'oro, contava circa 70 milioni di adepti: una turbo¬ lenta progenie che conta nei suoi ranghi un centinaio di nuovi programmi per lo scambio di file, fra i quali emerge Gnutella come quello più attrezzato per resiste¬ re alle bordate dell'industria di¬ scografica. I programmi della classe Gnu¬ tella, infatti, non sono nel mirino della giustizia e neppure in via di modifica. Si chiamano Oasis, My- Napster, LimeWire, BearShare, Gnucleus, e sono tutti, chi più chi meno, evoluzioni di Gnutella. Lanciato due anni e mezzo fa, questo programma non aveva acceso la curiosità dei media e neppure attirato i fulmini dei difensori del diritto d'autore. Tut¬ ta l'attenzione si focalizzava allo¬ ra su Napster, perchè aveva un'interfaccia semplice e una fa¬ cilità d'uso tale da consentire anche all'ultimo arrivato su Inter¬ net di scaricare senza problemi files musicali Mp3. Al contrario, il piccolo Gnutella era invece così bruttino e complesso che sembra¬ va utilizzabile solo da una mino¬ ranza d'iniziati. Nulla che potes¬ se far inquietare le Major disco¬ grafiche: bisognava inserire tutti gli indirizzi IP manualmente e, confessano i webmaster di Gnu¬ tella, «ricevevamo tutti i giorni le proteste di utilizzatori che non riuscivano a far funzionare il programma». Ormai, però, le ultime versioni di Gnucleus, di LimeWire o di BearShare rivaleggiano alla pari con il loro mentore oggi agoniz¬ zante. E un sensibile migliora¬ mento del protocollo sta per esse¬ re messo a punto. I vantaggi sono notevoli. «Con Napster e i sistemi basati su un server centrale ave¬ vamo una classe di studenti con il loro professóre - spiega uno sviluppatore di Gnucleus - . Per comunicare tra di loro, gli allievi dovevano necessariamente usare come tramite l'insegnante. Con il protocollo Gnutella, gli studenti adottano semplicemente un siste¬ ma dipass^arpla pe^gomunicetLi. re e trasmettersi informazioni».. Senza un server centrale che raggruppa tutte -te- connessioni degù utilizzatori, la rete Gnutella è al riparo da qualsiasi tipo di censura. Se uno dei nodi di que¬ sta meta-rete cadesse, l'informa¬ zione troverebbe sempre la sua strada passando per i computer vicini. L'efficacia della rete - ma anche la quantità di file che ci si può procurare - è proporzionale al numero di utilizzatori connes-' si simultaneamente, almeno fino a che questo numero diventa cosi elevato da raggiungere ima di¬ mensione critica. Il numero mas¬ simo di utenti connessi simulta¬ neamente non ha mai superato il mezzo milione, limite critico per la Rete. Nei momenti d'oro, Nap¬ ster riuniva, in linea, dai 600 ai 700 mila internauti, pari al dieci per cento dei suoi utilizzatori. Ma la vera forza del sistema è che questo numero non è per nulla progìtoimi fondati sul protoòollo Gnutella., LimeWire, G^pcleus,, tìearShare n'ancora Audiogalaxy sono così totalmente interscam¬ biabili che i file possono passare dall'uno all'altro senza la mini¬ ma difficoltà. Ciascuno partecipa alla rete e il successo degli uni contribuisce al miglioramento del servizio offerto da tutti gli altri. E viceversa. Ma, per i giuristi delle case discografiche, c'è di peggio. Nel «caso Napster» fare causa alla società all'origine dello sviluppo e della diffusione del servizio di scambio di file era semplice. Al contrario, non ci può essere un «caso Gnutella»:- il protocollo, ideato da Justin Frahkel, non appartiene a nessuno. Quanto alla natura e alla provenienza dei vari programmi che lo utilizzano, sono le più diverse. Mentre Li¬ meWire e BearShare sono svilup¬ pati da società commerciali, Gnu- l clflUP,,,0asÌ8lcB( MyNaprteruaOnp s sofware creati in maniera colla¬ borativa e gratuita da informati-, ci generalmente anonimi e disse¬ minati nei cinque continenti. Per¬ seguire individualmente ogni uti¬ lizzatore? Impresa impossibile: al contrario del protocollo Nap¬ ster, Gnutella è costruito in ma¬ niera da rendere particolarmente diffìcile il tracciamento degli uti¬ lizzatori. Secondo un analista dell'uffi¬ cio studi Jupiter Mmxi, l'unico modo di imbrigliare un tale siste¬ ma consisterebbe nell'identifìca- re, sulla rete, gli internauti che propongono per la condivisione un numero elevato di file. «La maggior parte degli utilizzatori dei sistemi peer-to-peer si accon¬ tentano di piluccare nella rete senza apportare un proprio con¬ tributo» spiegano gli analisti. Ba¬ sterebbe dunque identificare e attaccare il piccolo numero di utilizzatori che apportano la loro riccbejW^iau* «K&iqmoss La generazione Gnutella, alla fine, non sarà però un problema solo per l'industria discografica. Oggi, su quella rete, si trovano non soltanto file audio MP3, ma anche file video, e in numero quasi uguale. A poco a poco la «cultura» del peer-to-peer cam¬ bia. Nelle cartelle dei loro dischi rigidi, al fianco delle collezioni di files MP3, gli internauti conserva¬ no sempre più sovente anche libri in formato pdf e software (spesso costoso) piratato. Valuta¬ re con esattezza la popolarità dei sistemi di scambio decentrati è cosa ardua, dato che non si riesce a rilevare con precisione il nume¬ ro dei lord utilizzatori. Ma secon¬ do un rapporto dell'ufficio studi Wébnoize, la «pirateria» riguarda sempre più file video 6 program¬ mi software, cosa impossibile con Napster, che consente sola¬ mente Io scambio di files MP3. Insomma: tutto ciò che può esse¬ re immagazzinato in formato digi¬ tale - e che possa, avere .un minimo d'interesse per un'altra persona - diventa oggetto di con¬ divisione. E sicuramente, nel prossimo futuro, i nuovi sistemi basati sul peer-to-peer non faran¬ no che accentuare il fenomeno. VTO EUROPEO DEL PIÙ' DL2 MILIARDI «sfanno Ìa6bo Natale ■■{--- ti prepara a regalare tanta musica i via Internet

Persone citate: Gianluca Dottori, Jupiter, Justin Frahkel

Luoghi citati: Napster