Peres-Arafat, un'ora e mezza di colloqui top-seget di Emanuele Novazio

Peres-Arafat, un'ora e mezza di colloqui top-seget Peres-Arafat, un'ora e mezza di colloqui top-seget L'incontro a Bruxelles in margine a «Euromed». L'Ue preme: rilanciate il processo di pace in Medio Oriente Emanuele Novazio inviato a BRUXELLES L'Unione europea preme su israeliani e palestinesi perchè rilancino il processo di pace in Medio Oriente e disinneschi¬ no uno dei principali detonatori della crisi intemazionale esplosa dopo gli attentati dell'11 settembre contro l'America. Ma l'incontro fra Shimon Peres e Yasser Arafat propiziato ieri a tarda sera dalla presidenza belga in margine allVEuromed» - la Conferenza ministeriale di Uè e 12 Paesi della sponda Sud del Mediterraneo, fra i quali Siria e Libano - è rimasto a «livello non negoziale», al termine di una giornata fitta di voci contradditto¬ rie, di auspici, appelli e smentite. Un semplice «incontro informale» allargato al premier belga, al suo mini¬ stro degli Esteri Michel e all'alto rappre¬ sentante dell'Ue per la politica estera Solana, sottolinea la delegazione di Gerusalemme per smorzare le polemi¬ che di casa. L'annuncio dell'incontro (durato un'ora e mezza) ha provocato forte irritazione in Israele, dove si sottolinea che il ministro degli Esteri «non è andato a Bruxelles con un mandato per negoziare», in assenza delle condizioni giudicate «indispensa¬ bili» dal premier Sharon, la fine della violenza contro lo Stato ebraico. Ma il fatto stesso che l'incontro sia avvenuto nonostante i toni molto aspri affiorati al tavolo Euromed (Arafat ha denuncia¬ to «le operazioni omicide dei coloni e dell'esercito di occupazione israelia¬ no», la «pericolosa escalation militare», il «blocco economico, finanziario, medi¬ co e igienico» realizzato dagli israeliani ai danni del popolo palestinese) è considerato «estremamente positivo» da fonti Uè, che sottolineano f urgenza di tenere aperta una «finestra di oppor¬ tunità» in Medio Oriente, in tempi tanto diffìcili e drammatici. Essenziale, invece, il commento dell'ufficio di Ve- rhofstadt al termine dell'incontro, dura¬ to quasi 2 ore: «Avevamo due obiettivi: cercare di ripristinare la fiducia fra le parti e preparare la missione della presidenza Uè in Medio Oriente, la settimana prossima. L'incontro è stato utile: nell'interesse della pace non dire¬ mo altro». Si sa comunque che a nome dei 15 (il ministro Ruggiero, malato, è stato rap¬ presentato ieri dall' ambasciatore Vatta- ni e lo sarà oggi dal sottosegretario Antonione) Vemofstadt ha rilanciato l'urgenza di «misure di sicurezza mini¬ me», che le due parti devono impegnar¬ si ad adottare per «creare un nuovo clima di fiducia» capace di innescare «un processo di pace». Vanno subito realizzati «piccoli passi», ha avvertito il premier belga sottolineando l'appoggio di Stati Uniti e Russia all'iniziativa dell'Ue. Romano Prodi si associa: «E' l'ora di fermare questa disperazione comune, c'è bisogno di una forte pres¬ sione e di uno sforzo congiunto di Unione europea. Stati Uniti, Onu, Rus¬ sia e Stati arabi - è'I'appello lanciato dal presidente della Commissione al termi¬ ne della colazione di lavoro con Arafat - . Non possiamo continuare con questa situazione di sangue e violenze che distrugge una comunità. Non è il mo¬ mento del confronto ma del dialogo, per passare da una situazione disperata ad una comune comprensione». Se l'intera giornata è ruotata intorno all'incontro Peres-Arafat, i due protago¬ nisti hanno fatto di tutto per smorzare. Al suo arrivo, il presidente palestinese ha ostentato distacco: «Se Pere- è pronto anch'io lo sono, ma non sono venuto qui soltanto per vedere Peres», ha detto. Anche Peres è stato evasivo: «Ci troviamo nella stessa città, parteci¬ piamo alla stessa riunione», ha detto al termine dell'incontro con Verhofstadt. Ma soprattutto, il capo della diploma¬ zia israeliana ha messo in guardia dalla tentazione e dal rischio di «drammatiz¬ zare» i suoi incontri con Arafat: «Si pensa che se ci incontriamo il problema è risolto: ma non è così». La Conferenza, che si conclude oggi, ha guadagnato profilo non soltanto grazie all'incontro fra il ministro israe¬ liano e il presidente palestinese. A differenza dello scorso anno erano presenti tutti i 12 Paesi della sponda Sud: anche quelli che, come Siria e Libano, avevano disertato l'appunta¬ mento di Marsiglia per protestare con¬ tro la presenza di Israele. «In un momento tanto diffìcile, l'Euromed si dimostra un foro di comunicazione importantissimo», è la valutazione di un diplomatico europeo. «L'impressio¬ ne prevalente in sala era: se Euromed non ci fosse bisognerebbe inventarlo». Basta un dato a confermarlo: la Confe¬ renza è l'unica sec^e in cui Israele siede insieme ai suoi «nemici».