Bollettino antrace: spore al Pentagono

Bollettino antrace: spore al Pentagono Bollettino antrace: spore al Pentagono Un detenuto avvertì in aprile: arriveranno batteri dall'Italia Lorenzo Sona LOS ANGELES A quasi due mesi da quando una sua ala è stata sventrata da un 767-kamikaze e 180 tra dipendenti e soldati hanno perso la vita, l'edificio-simbolo del potere militare america¬ no è stato colpito una seconda volta. Niente di paragonabile, l'attacco al Pentagono questa volta si è manifestato con le ormai ubique spore del carbonchio, comparse in due caselle postali. La risposta è stata immediata e ha seguito una routine ormai abituale: deconta¬ minazione, antibiotici, monito a tutti quelli che potrebbero essere andati vicino ai locali sospetti nelle ultime settimane. Il nuovo episodio presenta elementi rassicu¬ ranti e familiari, se così si possono definire: le caselle infette sono servite da quello stesso centro di smistamento della posta di Brewn- twood da dove sono passate le lettere che hanno via via infetto Casa Bianca, Cia, Corte Suprema, Ministeri e gli altri centri del potere della capitale. L'arresto di un nepalese entrato a bordo di un aereo a Chicago con una borsa a mano contenente sette coltelli non sembra avere portato a niente di determinante e ha solo riaperto il dibàttito sulla sicurezza degli aeroporti Usa. Che cosa fare? Federalizzarè tutti gli addetti alla «security», come indicato dal Senato, o limitare il ruolo del governo alla sorveglianza delle società private, come vo¬ gliono la Camera e il presidente Bush? Sul fronte interno, insomma, la settimana è . iniziata per una volta senza nuovi casi e nuove paure. Proprio quello in cui sperano le autorità di polizia e gli epidemiologi, che hanno un disperato bisogno di una pausa di riflessione. Le certezze del loro «puzzle epide¬ miologico», come lo chiama il «Washington Post», sono poche. A parte Kathy Nguyen, l'immigrata vietnamita morta misteriosamen¬ te una settimana fa di antrace polmonare, i casi confermati sono 17, tutti riconducibili alle spore delle lettere inviate a vari media e a un senatore. L'ultima missiva contaminata è stata spedita quasi un mese fa. E dopo la Nguyen non ci sono stati altri casi casi di antrace. A parte queste certezze, tutto il resto è in discussione. E tutti gli esperti ritengono che il passato non sia più un indicatore del futuro. Anche perché gli studi condotti segretamente negli Anni 50 e 60 dal «Biological Weapons Program» dell'esercito si basavano sullo scena¬ rio di- un'infezione naturale e non di una cellula di terroristi pronta a uccidere. Sino a un mese fa, microbiologi e epidemiologi ritene¬ vano che per penetrare le vie polmonari occorressero almeno 10 mila spore, adesso ritengono che ne bastino molte meno. Pensa¬ vano che le nuvole di particelle del batterio fossero soggette alla legge della gravità e, una volta a terra, diventassero quasi innocue, ma anche questo dato è in discussione. Quanti saranno gli americani esposti al batterio e che non hanno contratto la malat¬ tia? Cento? Mille? Milioni? Sono interrogativi la cui risposta passa inevitabilmente dal caso Nguyen. Autorità sanitarie e di polizia spera¬ no di scoprire che la magazziniera a un certo punto è stata esposta a un'alta concentrazione di spore: sarebbe la conferma di un percórso epidemiologico conosciuto, mentre se il con¬ tatto è stato limitato e casuale, il numero di americani a rischio diventa imprevedibile. L'inchiesta sugli untori, come quella sul¬ l'I 1 settembre, ha prodotto sinora solo molti arresti e molti silenzi. Ieri è iniziato un processo che in un altro periodo sarebbe passato inosservato, ma che con l'attacco all'antrace di queste settimane si è guadagna¬ to la ribalta. I fatti sono questi: tra febbraio e aprile, lettere minatorie a un giudice, una giornalista e uno skinhead detenuto, annun¬ ciavano il progetto di un'organizzazione di neo-nazisti di spargere carbonchio in grandi città degli Usa. A scriverle, secondo l'accusa, sarebbe stato un giovane della Florida, Mi- tchell Monteverdi, da ieri sotto processo. Nelle lettere si delinea una complessa strategia criminale che farebbe capo agli Hammerskin italiani, i quali avrebbero acqui¬ stato antrace in Medio Oriente, l'avrebbero spedito in America nascosto dentro barili per il carburante, poi seppellito in attesa di utilizzarlo in attacchi ad Atlanta e Detroit contro «ebrei e negri». L'autore delle lettere - Monteverdi ha smentito di essere lui - diceva di avere la possibUità di fermare il complotto terroristico se lo avessero inviato in Italia, n gruppo di riferimento americano è Hammer¬ skin Nation, ritenuto dagli investigatori il più violento e meglio organizzato tra i gruppi neo-nazisti degli' Stati Uniti, collegato con realtà analoghe in tutto il mondo. In Italia, un processo contro alcuni Hammerskin è stato messo in piedi a Roma e vede tra gli imputati anche l'ex terrorista nero Roberto Fiore.

Persone citate: Bush, Hammer, Kathy Nguyen, Lorenzo Sona, Monteverdi, Roberto Fiore