Il generale MYERS

Il generale MYERS mmmmm. .CAPO DEGLI STATI MAGGIORI RIUNITI USA Il generale MYERS «L'TOrno afghano non ci fermerà» intervista GENERALE Myers, come sta andando la guerra in Afgha¬ nistan? «Direi che sta andando secondo i piani. Due sono gli obiettivi: cattu¬ rare o assicurare alla giustizia quanti più membri di Al Qaeda in Afghanistan possibile e smantella¬ re il regime taleban al punto che non possa più appoggiare Al Qae¬ da». I taleban sostengono di aver abbattuto il 3 novembre un altro elicottero americano. Qual ola sua reazione? «La mia reazione è thè ogni volta che sentiamo una rivendicazione da pàrttFdei taleban, dovremmo pensare,alla guerra psicologica. Nelle ultime settimane hanno det¬ to fatto parecchie dichiarazioni. Molte, noi riteniamo, sono assolu¬ tamente false. Non hanno abbat¬ tuto un elicottero, nella notte di sabato. Di fatto, non hanno abbat¬ tuto nessun velivolo americano». Quant'è grave il problema del tempo, la pioggia gelida, la neve che sta arrivando? «In qualunque conflitto, le condi¬ zioni meteorqlogiche sono la pre¬ occupazione numero imo. Così è per l'Afghanistan. L'inverno sarà un problema che affronteremo. Comunque, noi continueremo a combattere per tutto l'inverno, che non ci impedirà di fare quello che dobbiamo fare. Stiamo rifor¬ nendo l'opposizione di munizioni, cibo, coperte e spero, in un futuro non troppo lontano, anche di abiti antifreddo. Quegli uomini saran¬ no assai meglio preparati per l'inverno dei taleban. La prima parte della nostra campagna ha attaccato i depositi, le difese ae¬ ree e i rifornimenti di munizioni. Abbiamo fatto un ottimo lavoro. Così ai taleban è rimasto solo quello hanno addosso e quello che hanno immagazzinato nelle grot¬ te e in altri posti dell'Afghani¬ stan, non molto, secondo noi. Cosi penso che, con l'avanzare dell'in¬ verno, il vantaggio continuerà a essere delle forze d'opposizione». Lo scorso 20 ottobre un com¬ mando Usa è penetrato den¬ tro l'Afghanistan. Avete fat¬ to vedere le immagini della gente che veniva paracaduta¬ ta... «Vero» ... qualche immagine ai raggi infrarossi e cose del genere. Un settimanale di New York adesso ha scrìtto che in quel¬ l'operazione 12 soldati Usa sono stati feriti, tre seria- mente. E'esatto? «Non del tutto. Come sapete, ab¬ biamo perso due uomini in un incidente a un elicottero, precipi¬ tato prima di entrare in Afghani¬ stan...» In territorio pakistano... «Ih Pakistan. L'elicottero si tene¬ va pronto per intervenire in caso di bisogno. Non c'è stato bisogno ma l'elicottero, atterrando in una tempesta di sabbia, si è rovescia¬ to, due uomini sono rimasti uccisi e altri due feriti. Di quelli entrati in Afghanistan, due paracadutisti sono rimasti feriti. Ci sono state anche altre ferite nel corso del¬ l'azione, ma nessuna è stata inflit¬ ta dal nemico. Non ho letto l'arti¬ colo di cui lei mi parla, ma mi hanno detto che racconta di ima forte resistenza. Non c'è stata resistenza. I taleban erano nel caos più completo». L'articolo parla di un conflit¬ to a fuoco: i taleban hanno risposto con mortai e grana¬ te, ferendo 12 soldati. «Questo non è vero. Sono certo che ógni soldato rientrato da quel raidha già ripreso servizio: nessu¬ no è stato ferito gravemente, e certamente nessuno è stato ferito dai taleban. E' probabile che i taleban abbiano risposto al fuoco, ne hanno tutte le capacità. Sappia¬ mo da altri resoconti che hanno cercato di chiamare a raccolta risorse maggiori. Non ci sono riusciti. I nostri soldati li hanno semplicemente sopraffatti». L'articolo alludeva anche a preoccupazioni tra le Forze speciali per operazioni come quella, non del tutto o non ben preparate. «Niente è più lontano dalla verità di questa affermazione. Il raid è stato preparato a lungo. Il capo delle Forze speciali, il generale Charlie Holland, che vive a Tam¬ pa, in Florida, sapeva perfetta¬ mente ciò che stava accadendo. Abbiamo fatto esattamente quel¬ lo che pensavamo d fare. Un danno a un elicottero è solo una delle cose che possono succedere in eu^pra^SappiamQ.i^e.qMando si fanno scendere, elicòtteri con molti soldati in mezzo alla polve¬ re ci possono essere inddentii'Dél mio punto di vista, tutto è accadu¬ to in maniera impeccabile». Là guerra in Afghanistan è la più difficile della sua carrie¬ ra militare? «Sì, penso che questa sia la missio¬ ne più importante che mi sia stata affidata in 36 anni di servizio». C'è molto interesse a sapere che cosa si sta facendo. Nella nebbia che avvolge la guerra qualche volta è difficile otte¬ nere informazioni. Le leggo un titolo del «Washington Post»:. Tre settimane di bom¬ bardamenti hanno lasciato la mìlfoìa taleban in gran parte intatta. Intervista a un ufficiale pakistano: Può non piacerci, ma il fatto è che l'esercito taleban non sta andando a pezzi, soprat¬ tutto perché la maggior par¬ te dei comandanti sono anco¬ ra vivi e fedeli al Mullah Omar. Che cosa risponde? «Ripeto: ài taleban abbiamo di- strutto le difese aeree, i trasporti, quasi tutti gli elicotteri, gran parte delle comunicazioni. Sono rimaste loro forze1 sostanziose. Ma a questo punto della1 campa¬ gna, è esattamente dò che ci aspettavamo. Come ho detto pri¬ ma, stiamo riapprovvigionando i gruppi di opposizione. La stessa cosa non accade dall'altra parte. Così penso che in un certo senso i taleban abbiano girato i tacchi. Non sono loro ad avere l'iniziati¬ va. L'iniziativa l'abbiamo noi. L'hanno i gruppi di opposizione. L'altro giorno abbiamo messo in¬ sieme un paio di gruppi nuovi con altri leader dell'opposizione. E continueremo a farlo». Questo significa un aumento significativo nel numero de¬ gù uomini Usa sul terreno? «Sì. C'è un aumento». Ci sono state alcune comuni¬ cazioni di segno contrario che hanno preoccupato la gente. Il segretario alla dife¬ sa Donald Rumsfeld, ad esem¬ pio, ha detto in un'intervista a Tom Brokaw: è fuor di dubbio che taleban e Al Qae¬ da. hanno ancora forze so¬ stanziose. Due settimane pri¬ ma, in un briefing al Pentago¬ no, il generale di corpo d'ar¬ mata Newbold aveva detto: le forza da combattimento dei taleban sono state «sven¬ trate». Lei conferma questa frase? «Credo che oggi il generale Newbold sceglierebbe un altro termine. In realtà sono stato sor¬ preso che la Marina sapesse dav¬ vero che cosa significhi "sventrato'. Credo ci sia stata una dichiarazione inesatta. In qual¬ che modo i taleban sono stati sventrati, ma non completamen¬ te. Siamo al punto dove ho detto, che siamo. Noi abbiamo l'iniziati¬ va, i taleban no». Passiamo all'Alleanza del Nord. Titola il «Washington Post»: I ribelli afghani piani¬ ficano l'assalto a Kabul. In¬ tervista a un ufficiale occi¬ dentale: «Non è possibile vin¬ cere soltanto con gli aerei e neppure con le sole forze -s I alleate sul terreno. Occorre¬ ranno anche le forze di terra americane». «Ripeto, l'obiettivo è liberare l'Af¬ ghanistan da Al Qaeda e dal regime taleban che l'appoggia e si è rivelato così oppressivo per il popolo. Non mi addentro nei pia¬ ni futuri, ma come abbiamo già detto molte volte, useremo tutte le risorse dell'esercito degli Stati Uniti, il che significa non solo l'aviazione né solo le forze di terra. E posso assicurarvi che ogni ramo delle Forze annate ha avuto finora un ruolo molto im¬ portante in questo conflitto». Ovviamente non le chiedo di rivelare nessun piano di sicu¬ rezza nazionale che possa danneggiare le nostre trup¬ pe. Le chiedo solo: avete fidu¬ cia nell'Alleanza del Nord? «Come ho già detto, useremo tutte le forze dentro l'Afghanistan di¬ sponibili per sbarazzare il Paese dai taleban. L'Alleanza del Nord fa parte di quelle forze. Ci sono nostri soldati con loro. Penso che siano molto seri in ciò che fanno. E come ho detto; noi continuere¬ mo a rifornirli per tutto l'inverno. Noi pensiamo che abbiano Wtte le chances di prevalere». Se ci sono 60 mila taleban e 15 mila uomini dell'Alleanza del Nord, dovremo integrare l'Alleanza del Nord con una quantità significativa di for¬ ze di terra americana per vincere questa guerra, no? «Una delle cose difficili da capire è quanti taleban siano stati uccisi negli attacchi aerei e dall'Allean¬ za del Nord. Ogni tanto sentiamo parlare di defezioni. Si può diser¬ tare in due modi: passare dalla parte dell'Alleanza del Nord o tornarsene semplicemente a casa. E' una situazione molto fluida. Mi limiterei a dire che l'Alleanza del Nord procede nella campagna alla velocità che immaginava¬ mo». Ci sono pressioni politiche? «La guerra la mette a punto il generale Tom Franks a Tampa. Il presidente ha chiesto di essere aggiornato una volta alla settima¬ na da Tom, che ha il pieno appog¬ gio del Consigho nazionale di Sicurezza. A quanto ne so, ha ottenuto tutto quello che voleva per proseguire questa guerra alla velocità che voleva. Le insinuazio¬ ni che il fianco politico si stia tirando indietro è assolutamente falsa». Come valuta 1 taleban in quanto nemico? «Difficile dire, non sono un eserci¬ to come gli altri. Li giudicherei come gente che ha governato l'Afghanistan rifiutando l'istru¬ zione alle donne, uccidendo don¬ ne e bambini per perseguire i propri scopi, prendendo gli aiuti umanitari e vendendoli al merca¬ to. Non li valuto molto, e penso che quando verrà il momento critico saremo noi a prevalere». Quanto la preoccupa la stabi¬ lità del generale Musharraf in Pakistan? E l'arsenale ato¬ mico pakistano? «Sono domande politiche un po' fuòfrdal mio ambito. Posto dire solo questo: il governo degli Stati trnMirta'ftcéiido tutto il possibile per sostenére U Pakistan, che ci appoggia in questa guerra contro il terrorismo. Ovviamente siamo preoccupati per quelle cose. E per altre ancora, che però concernono altri». Lei ha accennato alla guerra contro il terrorismo. Abbia¬ mo le forze per eliminare la minaccia nucleare e biologi¬ ca di Saddam Hussein, se decideremo di farlo? «Senza entrare nel dettagho, sono proprio quelle le nostre preoccu¬ pazioni: le armi di distruzione di massa, coloro che le detengono e la possibUità che cadano nelle mani delle organizzazioni terrori¬ stiche internazionali». Abbiamo le capacità per eli¬ minare la minaccia di Sad¬ dam? «Non voglio parlarne. Credo ci siano dei piani. E' il tipo di minaccia che prendiamo molto sul serio». Gli americani sono pronti a un alto numero di morti? «Penso di sì. Ovviamente faremo del nostro meglio per evitarli, ma sappiamo che questa non sarà un'operazione senza morti. Però noi siamo d'acciaio e anche le nostre famighe lo sono». Bin Laden ha mandato un nuovo vìdeo pieno di minac¬ ce. Che cosa gli rispondereb¬ be? «Sono le accuse di un malato mentale, che cercherà di usare l'Islam come scudo. Ma questa non è una guerra contro l'Islam o i musulmani, è una guerra contro i terroristi. Lui è un terrorista. Così gli direi: faresti meglio a spostarti spesso perché ti siamo alle calcagna». I suoi giorni sono contati? «Non lo so con certezza. Speriamo disi». Copyright Meet The Press - Nbc É Riforniamo l'opposizione di munizioni, cibo, coperte e presto dì abiti antifreddo. Abbiamo bombardato ì magazzini dei taleban che sono così rimasti con quello che portano addosso. Ora l'iniziativa l'abbiamo noi L'11 settembre questo Paese estate attaccato e civili innocenti sono stati uccisi. Penso che questa sia la missione più importante che mi sia stata affidata É L'ultimo video di Bin Laden è frutto di una mente malata. La mia risposta è: faresti meglio a spostarti spesso perché ti stiamo alle calcagna Il generale Richard Myers e, a sinistra, una parata militare dell'Alleanza del Nord che si oppone ai taleban, svoltasi ieri 60 chilometri a Nord dì Kabul