Il premier conferma: l'Usa-day si farà di Antonella Rampino

Il premier conferma: l'Usa-day si farà Il premier conferma: l'Usa-day si farà Risposta agli appelli per un rinvio della manifestazione Antonella Rampino ROMA La marcia di solidarietà agli Stati Uniti si farà, e si farà il 10 novem¬ bre, come previsto. «Si farà con l'apertura etica, polìtica e morale che la contaddistingue fin dall'ini¬ zio». Lo dice Silvio Berlusconi a pomeriggio inoltrato, dopo che per tutto il giorno si erano inseguite voci contrastanti. Forse l'iniziativa poteva sembrare surclassata dalla decisione dell'Italia di partedpare alle azioni militari in Afghanistan, forse si poteva mettere in imbaraz¬ zo quei cittadini solidali con gli Stati Uniti contro il terrorismo, ma perplessi a vedere il proprio paese in guerra. Può darsi che sia così, aveva detto Fisanu, ma «lo scenario è cambiato, la solidarietà no». E c'era poi il problema di cosa avreb¬ be fatto l'opposizione, dal centrosi¬ nistra con le uniche eccezioni di Fassino e Amato era arrivato un pollice verso. Dubbi in mattinata li aveva avanzati Mario Segni, rivol¬ gendosi direttamente al premier. Ma, soprattutto, Francesco Cossiga aveva preso carta e penna e scritto due lettere: invitando il presidente del Consigho ad estendere all'oppo¬ sizione la manifestazione «lei 10 novembre, o a rinunciar*, e il leader dell'opposizione Francesco Rutelli ad «appoggiare la pur doloro¬ sa proposta del govemo». Dando atto a Berlusconi «di aver spezzato l'isolamento in cui il nostro paese stava per essere ulteriormente cac¬ ciato», Cossiga gli ha offerto l'occa¬ sione di riconfermare l'Usa day. E nello stesso giorno in cui è la mag¬ gioranza a chiedere che sull'Italia m guerra il Parlamento debba non solo esprimersi, ma anche votare. Due cose che avranno un effetto collaterale: acuire le divisiominter- ne al centrosinistra. La marcia del 10 novembre sì farà, spiega dunque Berlusconi a Cossiga dopo aver assicurato di avere esanimato la cosa «con animo sgombro da pregiudizi», perché «il contenuto ideale dell'appuntamen¬ to è di grandissima attualità e non ha niente di partigiano». Quelli che vi si oppongono sono «improvvidi propagandisti», che appunto per «puro strumentalìsmo» vogliono ve¬ dervi «lo zampino del govemo e uno spirito di divisione che non esìstono in alcun modo», tant'è che d partiti della maggioranza hanno raccolto una proposta e vi lavorano senza esclusivismi»r Un fatto tpie- sto confermato dal filo diretto che Roberto Antonione, neocoordinato¬ re di Forza Italia, mantiene con Gianfranco Fini. L'iniziativa poi, osserva Berlusconi, «viene dalla so¬ cietà civile, non dalla politica». L'idea è stata infatti di Giuliano Ferrara, e oggi II Foglio pubblica l'editoriale del direttore: l'Usa day non sì tocca, «a Roma sventolerà quella bandiera americana che altri hanno bruciato». Un passaggio che preoccuperà ulteriormente il sinda¬ co Walter Veltroni: «Diamo vita a manifestazioni che uniscano gli ita¬ liani, non che lì dividano», e proprio mentre stiamo per entrare in guer¬ ra. Veltroni era tornato a proporre al govemo dì ritirare l'iniziativa, efirendo la possibilità che venisse indetta dal Campidoglio e da un'al¬ tra città amministrata dal centrode¬ stra (nei giorni scorsi era circolata l'ipotesi dì Milano, e di Gabriele Albertini). Una proposta rimasta senza risposta: Veltroni, appresa la decisione dì Berlusconi, ha fatto sapere che le preoccupazioni per l'ordine pubbhco restano, ma che il Campidoglio farà comunque la pro¬ pria parte. Le preoccupazioni ri¬ guardano la data: per il 10 a Roma c'è pure una manifestazione del Social Forum, sono loro che, la sera dell'inizio-dei bombardamenti in Afghanistan bruciarono la Old » ..GlorwEerrara toma a definire «no- i Vemaiisti» i marciatori del 10, fa¬ cendone ì portabandiera di «un atto politico consacrato». Novembristì che «riscattano le ragioni profonde dell'identità nazionale italiana, che mostra nella lotta al terrorismo il suo volto umile ma coraggioso» in opposizione ai bellicosi antizaristi decabristi del 1825, nei cui panni Ferrara sembra vedere una sinistra sempre ridotta al «che fare?». Non a lui, ma alla marcia svento¬ lando la bandiera americana rispon¬ de Fiero Fassino: «E' una manifesta¬ zione del tutto legittima, siamo un paese democratico e libero, ma io non ci andrò perché' è promossa da uno schieramento politico contra¬ rio al mìo, le questo non significa affatto che io sìa antiamericano». Come dire, attenti a non fare la conta del filoamericanìsmo sul¬ l'Usa day. E Rutelli, che non sarà in piazza per le stesse ragioni di Fassi¬ no: «Chi convoca manifestazioni deve valutare in che contesto si svolgono». Ilcentrosinistra «antepo¬ ne l'aspetto oi^anizzativo a quello dei valori, senza considerare che disdire l'Usa day, come vorrebbero loro, sarebbe come ammettere che si tratta dì una manifestazione dì partereeosìnonè», chiosaAntonio- ne, indaffarato per portare in piaz¬ za anche il sindaco di New-York Rudolph Giutìlip Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi