«Vaticano a rischio? Illazioni» di Gigi Padovani
«Vaticano a rischio? Illazioni» «Vaticano a rischio? Illazioni» Scajola: guardia altissima contro la «belva Bin Laden» colloquio Gigi Padovani inviato a LAVAGNA (Genova) NON solo è lanciata da un «disperato, isolato dal mondo islamico», ma la sfida all'Italia di Osama bin Laden, con la cassetta tv inviata sabato ad Al Jazira, è «storicamente pasticciata», quan¬ do fa riferimento alla spartizione del mondo arabo dopo la Prima Guerra Mondiale. Il ministro del¬ l'Interno, Claudio Scajola, non ha tentennamenti nel rispondere alle minacce del miliardario saudita, «un folle ancora più folle», una «belva», un «terrorista profeta di sventure», che «deformando la sto¬ ria ha infilato l'Italia nelle mire delle sue attenzioni». Certo, quelle parole, insieme con l'ingresso in guerra al fianco degli Stati Uniti, rendono l'Italia «un obiettivo più a rischio». Ma il responsabile del Viminale è sereno: «C'è un ragione¬ vole ottimismo rispetto al pericolo di attentati in Italia», anche per¬ ché - come ha sempre ripetuto dall'11 settembre il ministro - la guardia è alta e tutti gli obiettivi strategici sono sotto controllo, gra¬ zie ai «servizi di intelligence» e alle forze dell'ordine. Quando gli ricor¬ diamo l'allarme sul Vaticano lan¬ ciato dal suo sottosegretario. Man¬ tovano, Scajola ha quasi un moto di fastidio: «Congetture, nulla più, anzi, qualcosa di meno. Fin dall'ini¬ zio sappiamo che l'Italia, ospitan¬ do il Papa, è simbolo del mondo cristiano e quindi obiettivo a ri¬ schio...». Dopo il ponte dei Santi segnato dagli ingorghi in autostrada per i controlli sui Tir, decisi in base ad informazioni «da più fonti intema¬ zionali», il ministro dell'Interno cogUe l'occasione di una visita a Lavagna, sulla Riviera ligure di Levante - con l'inaugurazione di una piazza intitolata a Paolo Emi¬ lio Taviani - per fare il punto sulla situazione della sicurezza naziona¬ le. Niente è cambiato dopo che il nostro paese è entrato nell'opera¬ zione mihtare «Libertà duratura». «Anche stamattina, come di con¬ sueto, mi sono sentito con il capo della polizia Gianni De Gennaro, , tutto prosegue secondo quanto sta- bilito...». Routine, fa capire Scajo¬ la, così come il colloquio di De Gennaro con Ciampi, ieri mattina al Quirinale. In realtà, a giudicare anche dalle misure di sicurezza che cir¬ condano il ministro, la sorveglian¬ za è ancora più rigida. Se ne accorge anche lui, al Villaggio del Ragazzo di San Salvatore di Cogor- no, moderno centro educativo fon- dato da don Nando Negri, seconda tappa della mattinata ligure. Un ragazzo, apprendista falegname, si lamenta: «E che è? Volevo soltan¬ to stringergli la mano...», dice alla scorta che l'ha bloccato in modo brusco. Scajola si ferma, si scusa, lo saluta con un abbraccio. C'è il tempo per una pausa, per parlare della manifestazione a Ro¬ ma di sabato prossimo, sulla quale è impegnato anche lui, accanto al suo successore alla guida di Forza Italia, Roberto Antonione. La mar¬ cia in favore degli Stati Uniti si farà?, gli chiediamo. «Ma certo, è tutto pronto. Non è una iniziativa solo di partito, non lo è mai stata. E' vero, ci sono preoccupazioni di ordine pubbhco, me le ha segnala¬ te anche il sindaco di Roma, Wal¬ ter Veltroni, con una nuova lettera 1 che stamani ha inviato a Berlusco¬ ni e a me, ma sapremo fronteggiar¬ le». Veltroni si dice disponibile ad organizzare una manifestazione che non divida, mentre da Rutelli giungono segnali di apertura sul dibattito alla Camera di mercoledì. Che ne pensa, ministro? «Appunto, è il momento di essere uniti. Que¬ sta potrebbe proprio essere l'occa¬ sione di trovarci tutti insieme, senza contrapposizioni che non voghamo». Il centrodestra probabilmente deciderà i contenuti della giornata di sabato anche in base all'esito del voto parlamentare sulla guer¬ ra. Anche se Forza Italia rifiuta di collegare i due fatti, specie dopo il via libera di Berlusconi. E' quanto ha ricordato Scajola ai dirigenti azzurri iera sera, in ima cena a casa di Rocco Grimi, uno dei responsabili organizzazio¬ ne del partito, alla quale hanno partecipato anche Tajani, Dell'El¬ ee e Antonione. Il ministro dell'In¬ terno, d'altra parte, è convinto che gli itahani sono con il govemo. Hanno accettato le code in auto¬ strada senza mugugni, perché capi¬ scono che «dobbiamo combattere contro un nemico invisibile». San¬ no di dover essere «tutti più vigili». E il vertice di Londra ha dato più forza al premier: «Sono stati battu¬ ti i protagonismi, si è capito che l'Europa non si può fare senza l'Italia e la Spagna». «Ora l'augurio è che le operazio¬ ni di polizia intemazionale in cor¬ so, alle quali l'Italia partecipa a pieno titolo, possano diminuire l'esposizione del nostro paese», dice ancora Scajola, prima di ri¬ prendere il Falconi 900 della presi¬ denza del Consigho che lo riporta a Roma. Con un ultimo pensiero a quel suo predecessore al Viminale, il democristiano Paolo Emilio Ta¬ viani, nel cui ricordo ha appena scoperto la lapide a Lavagna: «Lo conosco da quando ero piccolo, a sette anni fu mio padrino di cresi¬ ma. Lo incontrai quando entrai nel govemo, purtroppo il giorno pri¬ ma della sua scomparsa, e mi incoraggiò: "Il ministro dell'Inter¬ no è un ruolo che ti si addice"». Un sorriso indica che anche Scajola ne è convinto, nonostante il G8 e Bin Laden. II ministro dell'Interno: al vertice di Londra sconfitti i protagonismi, l'Europa non si può fare senza Italia e Spagna
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