De Sade targato Mishima di Monica Bonetto

De Sade targato Mishima LA PRIMA PRODUZIONE De Sade targato Mishima Il Divino Marchese in carcere «raccontato» a più voci dalla moglie e dalle altre donne SI tratta di un «saggio su Sade considerato dalle don¬ ne», spiegava Yukio Mishi- ma, al secolo Kimitake Hiraoka. Il dramma in questione era «Madame de Sade», testo pretta¬ mente di parola incentrato sul- la figura della consorte del famoso marchese, e attualmen- te scelto da Massimo Castri come prima delle produzione del Teatro Stabile a essere rap¬ presentata nella stagione 2001/2002. La data del debutto naziona- le è stata fissata per martedì 6 novembre alle 20,45 al Teatro Carignano; lo spettacolo reste¬ rà poi in replica sino a domeni- ca 18 novembre. La regia è di Massimo Castri, le scene e i costumi di Maurizio Baiò, il suono di Franco Visioli e le luci di Giancarlo Salvatori. Recitano Laura Pasetti (mar- obesa de Sade), Lucilla Morlac- chi (signora di Montreuil, ma- dre della marchesa). Elena Ghiaurov (contessa di Saint- Fond), Francesca Inaudi (sorel¬ la della marchesa). Cinzia Spa- nò (baronessa di Simiane) e Olga Rossi (la cameriera Cbar- lotte). Solo donne insomma. Sei don- ne che aspettano il ritorno a casa del «divino» marchese in¬ carcerato per l'ennesima volta a causa della sua condotta non propriamente morigerata e del¬ le opere che scrive, fonti di continui scandali. Sei donne che dissertano su di un personaggio che non com¬ parirà mai, neppure alla fine, quando ormai vecchio busserà alla porta di casa dopo essere stato scarcerato grazie a un decreto dell'Assemblea Costi¬ tuente (siamo nel 1790). Nel frattempo, tra il 1772 e il 1790, le sei creature che Mishi¬ ma ha relegato a rappresentare ferree categorie come la fedeltà coniugale, la morale, la genero¬ sità, la passione camale, la spontaneità e la cosiddetta ani¬ ma popolare (è l'autore stesso a puntualizzarne la distribuzio¬ ne in una postfazione all'opera) si ritrovano nel salotto della suocera dell'incriminato e parla¬ no, raccontano, ricordano, s'in¬ terrogano sull'assente. Non ac¬ cade niente di più, nulla si muove o cambia: Madame de Sade ripete come un ritornello la sua convinzione sull'innocen¬ za del marito e il resto è un tempo declinato in un fisso universo asfittico, dove l'etema contrapposizione tra bene e ma¬ le perde ogni tensione vivifica¬ trice. Per inquadrare l'azione della pièce nella vicenda umana del marchese de Sade, ricordiamo che questi, in seguito alla de¬ nuncia del padre della cuoca Catherine Grillet (che al Castel- lo era chiamata Justine), venne arrestato nel febbraio del 1777. La moglie si batterà continua¬ mente per ottenere la sua libera¬ zione e esaudirà le sue richieste di libri, alimenti e altri generi di conforto. Da questo momento lo incontrerà soltanto in carce¬ re. Nel giugno 1778 viene scor¬ tato ad Aix. L'istruttoria per la revisione del processo del 1772 si risolve in suo favore. Sade è libero per la legge, ma una «lettre de cachet» del re, solleci¬ tata dalla suocera, lo destina nuovamente al carcere di Vin- cennes. Durante il viaggio di ritomo, riesce a fuggire e si rifugia a La Coste, dove s'illude di essere dimenticato, anzi per¬ fino aiutato da Madame de Montreuil a conservare la liber¬ tà. Invece, il 23 agosto, viene prelevato dall'ispettore Marais e rinchiuso a Vincennes. Vi rimane fino al febbraio 1784. Passa alla Bastiglia, ma dieci giorni prima della presa (14 luglio 1789) è trasferito al mani¬ comio di Charenton. Il 13 mar¬ zo 1790 l'Assemblea Costituen¬ ntreuil te decreta la libe¬ razione dei dete¬ nuti per «lettres de cachet». Il 2 aprile, appena uscito, si reca al convento di Sain- te-Aure. La mo¬ glie si rifiuta di vederlo e il 9 giu¬ gno ottiene la se¬ parazione. «Mishima eu¬ ropeizzato - scri¬ veva Marguerite Yourcenar a pro¬ posito di questo testo teatrale - giocando qui le sue carte di uo¬ mo di teatro, ci sembra cadere in una facile retori¬ ca». E sarebbe così se un finale insospettato non sovvertisse l'ordine delle cose regalandoci, dice ancora la scrittrice france¬ se, «un grande momento» teatra¬ le. Che appartiene tutto a Mada¬ me de Sade: la sposa irreprensi¬ bile che non ha mai smesso di visitare il marito in cella, che lo ha sempre elogiato e difeso, lo rifiuta proprio quando potreb¬ be ricongiungersi a lui. Al mar¬ chese giunto finalmente libero sulla soglia di casa, fa dire di andarsene; non lo vuole rivede¬ re mai più. Sipario. Mishima, cultore di letteratu¬ ra medievale giapponese, appas¬ sionato di teatro tanto da recita¬ re oltre che scrivere drammi e romanzi, aristocratico e reazio¬ nario, perso in una continua esibizione di sé e nell'esaltazio¬ ne dell'estetismo guerriero del samurai, morì molto teatral¬ mente nel 1970 con il rito dell'«hara-hiri» nell'ufficio del capo di stato maggiore dell'eser¬ cito. Monica Bonetto AL TEATRO CARIGNANO CASTRI DIRIGE UN TESTO TUTTO DI PAROLA IN CUI L'UOMO NON COMPARE MAI. INTERPRETI PRINCIPALI LAURA RASETTI E LUCILLA MORLACCHI W . 1 ■ ^ ■ Lucilla Morlacchi interpreta la signora di Montreuil

Luoghi citati: Aix, Montreuil