Quei picari di Finlandia di Luigi Forte

Quei picari di Finlandia Quei picari di Finlandia «Lo smemorato di Tapiola» di Paasilinna: un viaggio nella breve estate nordica, una splendida occasione per una parata di tipi e situazioni stravaganti RECENSIONE Luigi Forte LA Finlandia di Arto Paasilin¬ na è zeppa di riferimenti geografici, ma sta altrove, nell'emisfero della Fantasia, nella debordante, grottesca, irre¬ frenabile vocazione al riso. E' una macchina di situazioni improbabi¬ li, che trasformano un paese di 187 mila laghi, coperto di foreste e avvolto nel silenzio in una sorta di chaplinade, in un groviglio di gag, da cui è difficile districarsi. Sem¬ bra che Im, l'autore cult che vende qualcosa come centomila copie di ogm romanzo, non pensi ad altro che a sorprendere il lettore. Potreb¬ be essere una gran fatica, e invece nel caso di questo finlandese quasi sessantenne, ex guardiàboschi giornalista e poeta, è addirittura fisiologico, fa parte del suo esaspe¬ rato metabolismo letterario. Anche stavolta, con Lo smemo¬ rato di Tapiola (1991) il quinto romanzo che la casa editrice Iper¬ borea presenta in versione italia¬ na (a cura di Helina Kangas e Antonio Mdorca, con una breve introduzione di Fabrizio Carbone) il gioco si ripete con un meccam- smo narrativo ben oliato: un viag- gio a tappe nella breve estate finlandese, da Helsinki a Tampere e poi verso i boschi e le paludi dell'Ostrobotnia, nella parte occi¬ dentale del paese. Il viaggio è avventura, si sa, e una splendida occasione per una parata di tipi e situazioni stravaganti. Fin dall'ini¬ zio, quando il consighere agrimen¬ sore Taavetti Rytkònen blocca il traffico nel tentativo di annodarsi la cravatta in mezzo dia strada, a Tepida, un centro satellitare di Helsinki. Ha appena ritirato in banca un'enorme quantità di mar¬ chi e appare, dall'alto dei suoi quasi settant'anni, un uomo felice. Forse anche per un'amnesia, che gh rende più agevole il presente senza cancellare il ricordo di avve¬ nimenti lontani. Vecchie storie di guerra, atti di coraggio, memorie di un paese martoriato dai nazisti e devastato dd russi. L'occasione per tali rievo¬ cazioni arriva di lì a poco ed è il taxista Seppo Sorjonen che lo tira fuori dall'ingorgo, gli annoda la cravatta e si lancia con lui in un viaggio pieno di imprevisti. Lo smemorato e il suo scudiero, la coppia servo-padrone carambola¬ no in un clima picaresco in cui l'immaginazione dello scrittore ri¬ schia di arenarsi su se stessa nella ricerca spasmodica di eccentricità e stravaganza. Sarà pur vero che Paasilinna sfrutta abilmente un genere mino¬ re come l'ecosatira di costume: bastano pochi episodi come le disavventure di dodici vegetaria¬ ne francesi convertitesi dia carne di toro o la figura dell'agricoltore ed ex veterano, Heikki Màkitalo, che in polemica con lo Stato incen¬ dia e distrugge tutta la sua proprie¬ tà e quasi viene proposto per un'onorificenza al merito agricolo, per capire che su questo terreno lo scrittore finlandese è di casa. Ma stravaganza e improbabilità delle situazioni accentuano in queste pagine un'atmosfera un po' artefat¬ ta, in cui la riflessione sulla realtà si riduce al gioco di un abile prestigiatore. Tuttavia non si può non guarda¬ re con simpatia i personaggi un po' sgangherati di Arto Paasilinna, con la loro segreta vocazione aso- cide e il loro spirito libero e indipendente. La demenza senile di Taavetti nasconde qudche bri¬ ciola d'utopia e un segreto amore verso giorni senza il marchio del dovere. Ma anche l'inquietante certezza di un destmo reclinato sulla propria decadenza. Dietro un riso disincantato, la brezza roman¬ tica dei boschi finlandesi dell'eco- scrittore trasmette brividi leggeri, che preludono ai lunghi invemi della memoria. Arto Paasilinna Lo smemorato di Tapiola trad. di Melina Kangas e Antonio Maiorca. Iperborea, pp, 232, L. 26,000 ROMANZO

Persone citate: Antonio Maiorca, Antonio Mdorca, Arto Paasilinna, Fabrizio Carbone, Heikki Màkitalo, Melina Kangas, Paasilinna

Luoghi citati: Finlandia, Helsinki, Tampere