Rossi e Poggiali: perfetti di Enrico Biondi

Rossi e Poggiali: perfetti PROMOSSI E BOCCIATI DI UN MOTOMONDI ALE CHE HA VISTO PREVALERE SU TUTTI IL CAMPIONE DI TAVULLIA NELLA 500 E IL PICCOLO SAMMARINESE NELLA 125 Rossi e Poggiali: perfetti Bene Rolfo, Melandri in ombra, Yamaha ko Enrico Biondi Sabato pomeriggio, sul circuito di Jacarepaguà in Brasile si è chiusa un'era per il motocicli¬ smo. Dopo 53 anni e 580 Gran Premi disputati, la gloriosa clas¬ se 500 ha chiuso i battenti. Dal prossimo anno, con l'avvento del¬ le moto a quattro tempi e il conseguente innalzamento della cilindrata a 900 ce debutterà la nuova sigla, MotoGp. Motivo del¬ la rivoluzione (che non toccherà le classi 125 e 250) l'adozione di motori più «pilliti», meno inqui¬ nanti di quelli odierni, destinati a scomparire anche dalle nostre strade. In attesa di vedere se anche con i nuovi motori i piloti di casa nostra riusciranno ad essere com¬ petitivi, il bilancio della stagione appena conclusa può definirsi estremamente positivo per l'Ital- moto. Voti alti (quasi) per tutti, soprattutto nella classe regina dove, per la prima volta nella storia, abbiamo avuto tre piloti ai primi tre posti della classifica. E se Valentino Rossi, con la sua Honda, ha fatto la parte del leone, non bisogna dimenticare quanto di buono hanno fatto Max Biaggi e Loris Capirossi. Piloti di grande esperienza, da perfetti professionisti hanno atte¬ so (invano) un passo falso del prode campioncino pesarese. Grande anche Poggiali, fresco vincitore della classe 125, un po' in ombra i nostri campioni della 250, ma con la piacevole sorpre¬ sa del giovane (21 anni) Roberto Rolfo, l'universitario volante ed ora anche il pilota «privato» più veloce del mondo. Rossi 10. E ci mettiamo pure la lode. Mai vista tanta sicurezza, bravura, senso tattico e professio- nalità in un ragazzo di 22 anni. Avrà pure avuto la moto mighore del mondiale, ma è stato lui ad adattarla al suo stile di guida nei lunghi test invernali. Ci mettessi¬ mo a scrivere tutti i record che ha infranto in questa meravigliosa stagione, faremmo notte. Ricor¬ diamo solo che, dopo Giacomo Agostini, è lui il pilota ad aver vinto di più in Italia. Il futuro è suo. Poggiali 10. Lode anche per lui. E' nato a San Marino, ma lo possiamo considerare «dei no¬ stri» a tutti gli effetti. Quest'anno in 125 ha vinto meno del suo compagno Ui (tre corse contro sei) ma è andato sul podio in 11 gare su 16. Bell'esempio di matu¬ rità, poi, nell'ultima gara, sabato a Rio, quando in condizioni clima¬ tiche difficili ha saputo acconten¬ tarsi del quinto posto, evitando di fare «il fenomeno» a tutti i costi. Il mondiale si vince anche in questo modo. Biaggi 9. Più di quanto ha fatto, non poteva fare. E' caduto quat¬ tro volte in sei gare e sempre nell'identico modo. Con un mez¬ zo non all'altezza (per stessa am¬ missione della Yamaha in una conferenza stampa al Gp d'Au¬ stralia, quando i dirigenti nippo¬ nici hanno parlato di deficienza strutturale della moto) ha vinto tre prove, avvicinandosi a -10 punti da Rossi prima di crollare alla distanza. Cecchineilo 9. Il migliore degli itahani nella classe 125. Un meri¬ to per lui, una condanna per le giovani leve (Sauna; Giansanti, Sabbatani, Alex De Angelis, Peru¬ gini, Brannetti) se un pilota di 32 anni, alla fine della carriera, met¬ te tutti in riga. Rolfo 9. Lui sì che può dire di aver vinto il suo mondiale. Unico privato «vero», con una AprUia 250 «clienti», un buon team e ottimi meccanici, ha corso sem¬ pre al massimo. Quattro volte sul podio e quarto posto finale: quan¬ to basta per scendere dall'Aprilia e salire sulla Honda lasciata libe¬ ra da Katoh. E nel 2002 sarà tra i protagonisti. Capirossi 8. «Calimero» ha fatto il diavolo a quattro, arrampican¬ dosi anche sugli specchi per esse¬ re all'altezza di Biaggi e Rossi. Senza riuscirci, però, a causa di ima moto senza dubbio meno performante. Tornerà a mangiar gelati anche se non ha vinto neppure un Gp, ma il prossimo anno avrà la moto di Valentino e sarà finalmente competitivo. Melandri 6. Di stima, per l'unico successo conquistato e i quattro secondi posti. Era la (costosa) punta di diamante dell'Aprilia ed ha faUito l'obiettivo, schiacciato anche dalla superiorità mostrata da Katoh. A sua parziale scusante i numerosi infortuni. E' caduto meno di molti suoi colleghi, in compenso si è fatto sempre mol¬ to male. Ha ancora un anno di contratto per dimostrare che No- ale, non ha sbagliato investimen¬ to. Locatelli 5. L'ex mondiale della 125 ha aperto e chiuso con un podio neUa quarto di litro, ma per il resto non ha combinato granché. Gli è mancato il guizzo vincente e spesso si è accontenta¬ to di vivere alla giornata. Honda 10. Lo scorso anno non aveva vinto nulla. Quest'anno ha vinto tutto. Sarà un caso? Mai fare arrabbiare i figli del Sol Levante e i suoi uomini migliori, guarda caso itahani, come il te¬ am di Fausto Gresini capace di portare Katoh sul tetto del mon¬ do. Gilera 10. Al rientro subito il titolo iridato con PoggiaU. Tutto merito di quel grande team mana¬ ger die è Giampiero Sacchi. No¬ vello Re Mida, tutto ciò che tocca (prima Capirossi e Biaggi, poi Valentino Rossi e ora Poggiali e Ui) diventa oro. Aprilia 5. A bocca asciutta. Ed erano anni che non accadeva. Succede. Errori ne sono stati fatti tanti. L'importante è correggere la rotta e tornare a vincere. In fretta. Yamaha 4. Paradossalmente la grandezza di Biaggi è il segno della crisi della Casa nipponica. Il progetto 500 è miseramente falli¬ to. Con la nuova 4T Max si augura che cambi la musica. L'Aprilia a secco dopo tanti successi proprio come capitò lo scorso anno alla Honda che ora ha fatto l'en plein in tutte le categorie Voti alti anche per Biaggi e Capirossi che con moto inferiori per gran parte del campionato hanno tentato di opporsi al pesarese .tr*****. ANi FRA "-*—^ | A destra: Valentino Rossi campione In 500 Da sinistra: il sanmarlnese Manuel Poggiali iridato 125 e il torinese Roberto Rolfo, universitario volante e adesso anche II pilota «privato» più veloce del mondo In 250 |

Luoghi citati: Aprilia, Brasile, Italia, Rio, San Marino, Tavullia