Argentina all'ultima spiaggia Riforme contro la bancarotta

Argentina all'ultima spiaggia Riforme contro la bancarotta TRE MESI PER RISCRIVERE UN DEBITO DA 136 MILIARDI DI DOLLARI. IL PRESIDENTE DE LA RUÀ CONTA SULUAPPOGGIO ESTERNO Argentina all'ultima spiaggia Riforme contro la bancarotta scenari Fra ncesca Am brogetti BUENOS AIRES Con un'economia da tempo in sala di rianimazione, il governo argenti¬ no ha proposto una nuova strategia per tentare di superare la fase più critica e puntare poi ad una guarigio¬ ne che però appare ancora molto lontana. In questo caso «la volta buona» non sarebbe la terza del motto popolare ma la nona: tanti sono stati i programmi di emergenza varati finora senza successo in Ar¬ gentina. Nel giro di due anni, da quando la «Alianza», la coalizione di centrosinistra guidata dal presiden¬ te Fernando De la Rua, ha ereditato dal governo peronista di Carlos Me- nem una situazione economica che nascondeva tutti gli elementi per una «catastrofe annunciata», sono state provate varie formule. Il risul¬ tato: una inarrestabile, finora, cadu¬ ta verso la bancarotta. Il bersaglio centrale delle nuove misure economiche annunciate gio¬ vedì dal presidente, e il peggiore dei tanti mali che affliggono l'economia, che come una palla di piombo al piede l'Argentina si trascina da trop¬ po tempo: l'insostenibile debito este¬ ro. Una specie di cappio al collo che lascia passare solo l'aria indispensa¬ bile per sopravvivere, non certo per respirare normalmente. L'annunciata «ristrutturazione ordinata e volontaria» del debito pubblico die prevede minor rendi- mento - il 7 invece dell'11% - ma la garanzia delle entrate fiscali, dovreb¬ be consentire di risparmiare nel 2002 quattro miliardi di dollari di interessi. Il segretario generale della presi¬ denza Nicolas Gallo, uno degli uomi¬ ni-chiave dello staff di De la Rua, ha detto ieri ali stampa estera che il programma di sostituzione dovreb¬ be essere completato nel giro di tre mesi. Ma il provvedimento, accolto con favore da alcuni settori e con diffidenza da altri che non sono convinti che sia attuabile, sarà un fallimento se non verranno cambiati buoni per almeno 15 miliardi di dollari. E questo è stato ammesso da Horacio liendo, consulente del mini¬ stro dell'Economia Domingo Caval¬ lo, che ha ispirato l'attuale strategia. I circa 60 miliardi di dollari di debito dell'Argentina dieci anni fa - un peso già non indifferente per un Paese in via di sviluppo - oggi sono diventati 136. Per un'economia che non solo non cresce ma che da ben 40 mesi sta affondando lentamente nelle sabbie mobili della recessione, il solo pagamento degli interessi è diventato quasi una «missione im¬ possibile». Le entrate fiscali stanno infatti calando e la bilancia commer¬ ciale soffre le conseguenze del cam¬ bio fisso con il dollaro che rende le esportazioni argentine sempre me¬ no competitive, in particolare in relazione al Brasile, che da mesi sta svalutando. La sensazione di essere arrivati all'ultima spiaggia è talmente diffu¬ sa in Argentina che ci sono state reazioni diffidenti ma non aperta¬ mente ostili alla riforma economica. Oltre al fronte del debito, il governo con i nuovi provvedimenti ha deciso di attaccare la recessione e di interve¬ nire nel campo sociale per alleviare le sofferenze dell'esercito di esclusi che in Argentina si ingrossa ogni giorno di più. La disoccupazione ha raggiunto il livello-record del 1896. Anche la sub-occupazione è messa male e oggi quasi la metà degli abitanti di quello che un tempo era uno dei Paesi più ricchi, del mondo si trova al di sotto della soglia della povertà. Un sintomo evidente il calo, per la prima volta in molti anni, delle vendite ai supermercati e perfi¬ no dell'uso dei trasporti pubblici. Il piano prevede le moratorie dei debiti delle imprese, la riduzione transitoria dall' 11 al 596 dei contribu¬ ti previdenziali dei lavoratori, la lotta all'evasione anche con sgravi fiscali sugli acquisti con carte di credito, incentivi per tentare di far tornare parte dei capitali trasferiti all'estero (si parla di 200 mila miliar¬ di di lire) e un piano sociale con sussidi per famiglie numerose, anzia¬ ni senza reddito. Forte dei segnali positivi che stan¬ no giungendo dall'estero - il Fondo monetario si è detto disposto a «lavo¬ rare con l'Argentina in una politica di crescita» e il gruppo dei Sette grandi ha mostrato «soddisfazione per le iniziative intese a ridurre il debito» -, il governo argentino spera adesso nell'appoggio dei mercati e del fronte intemo. La reazione inizia¬ le dei primi non è stata buona, il rischio-paese ha superato ogni re¬ cord precedente: i 2500 punti rag¬ giunti ieri sono quasi il doppiò di quelli della Nigeria, seconda in clas¬ sifica. Si spera invece che lunedì venga siglato un accordo con i gover¬ natori delle 23 regioni argentine, la maggioranza delle quali amministra¬ ta dall'opposizione peronista, per un'equilibrata distribuzione delle en¬ trate. Con diverse sfumature anche i fronti imprenditoriale, politico e sin¬ dacale hanno fatto capire di essere disposti ad accettare la strada intra¬ presa. Nessuno sembra in grado d'altra parte di offrire alternative valide. Il pagamento degli interessi si è trasformato ormai in una missione impossibile Le entrate fiscali calano mentre l'export soffre della parità fissa col dollaro Il presidente Fernando De la Rua e il ministro dell'Economia Domingo Cavallo

Persone citate: Carlos Me, Domingo Cavallo, Nicolas Gallo

Luoghi citati: Argentina, Brasile, Buenos Aires, Nigeria