«Ecco dove Casson ha sbagliato»
«Ecco dove Casson ha sbagliato» «Ecco dove Casson ha sbagliato» Guariniello: «Troppi i casi contestati dall'accusa» Alberto Caino TORINO «Un po' me lo aspettavo». Raffaele Guariniello è il magistrato che più si è impegnato nei processi per la tutela della salute dei lavoratori: sue sono state le prime inchieste sulle ((fabbriche del cancro» (solo all'Ipca di Chiè si ammalò e morì oltre un centinaio di dipendenti a causa della betanaftilamina). Da addetto ai lavori ha seguitò con attenzione il processo del Petrol¬ chimico di Porto Marghera. E Ojjgi non nasconde la sua preoccupazior ne. Perché, in controtendenza, temeva un'assoluzione gene- raleoquasi? «Il rischio di questi processoni con centinaia di casi di tumore, diver¬ si fra loro, è di confondere le responsabilità direttamente attri¬ buibili ai datori di lavoro con altre». Una critica a Casson, più che ai giudici. «So che Casson ha sostenuto un'ac¬ cusa molto impegnativa. L'espe¬ rienza di questo genere di processi suggerisce che è preferibile sele¬ zionare i casi per cause di morte: la letteratura scientifica non rico¬ nosce ancora un nesso di causali¬ tà fra l'esposizione prolungata al clonilo di vinile monomero (Cvm) e il tumore della faringe, mentre vi è certezza per l'angiosarcoma delfegato. Su questa traccia sareb¬ be stato più agevole sostenere l'accusa». Il presidente del collegio giu¬ dicante, Nelson Salvarani, ha spiegato che non vi era evidenza scientifica, prima del 1973, che il Cvm provocas¬ se il cancro e che per questo ha assolto i dirigenti Monte¬ dison sui casi specifici di mor¬ te, anche di angiosarcoma delfegato. «Conosco Salvarani come ottimo magistrato. Tuttavia mi permetto di sottolineare che, partendo dalla specificità dei casi, si è consolida¬ ta una giurisprudenza che ha di¬ sinnescato l'argomento dell'evi¬ denza scientifica e della conoscibi¬ lità da parte degli amministratori. Si prenda l'ultima e recentissima sentenza della Cassazione. Il pro¬ cesso è quello per l'amianto sui treni che ha portato alla condanna definitiva di dirigenti delle Ferro¬ vie dello Stato. I giudici esamina¬ no la tesi difensiva («Al tempo non si sapeva che il minerale fosse cancerogeno») e scrivono che per definire un profilo di responsahih- tà colposa è sufficiente che gh amministratori non abbiano adot¬ tato misure per prevenire un peri¬ colo per la salute, collegato in quel caso al rischio dell'asbestosi, ben conosciuto da tempo». Già, ma a Venezia si è discus¬ so soprattutto dei danni pro¬ vocati dal Cvm. «I miei consulenti mi dicono che dagli anni '40 sono noti i danni epatici e dai '60 quelli osteo- artico¬ lari e vascolari provocati da que¬ sta sostanza. In base alle leggi esistenti, la Montedison avrebbe dovuto prendere provvedimenti molto prima del 1973». I primi commenti alla senten- za sul Petrolchimico rileva¬ no i ritardi del legislatore su questa materia. ((Al contrario, in materia di igiene del lavoro vi era già una buona lègge nel 1927 che nel 1956 è stata ripresa e migliorata. Sulla base di questa normativa si è affermata la responsabilità degh imputati in decine di processi solo a Torino, ma io ne ricordo anche uno recen¬ temente deciso in tal senso pro¬ prio dalla Corte d'appello di Vene¬ zia». ' La preoccupa che questo ca¬ so possa diventare il prece¬ dente di segno centrano? «Non lo nascondo, ma da qui ad estrarvi un insegnamento per tut¬ ti i casi ce ne corre. Le basi della giurisprudenza specìfica sono soli¬ de e c'è anche dell'altro: qui a Torino abbiamo costruito un os¬ servatorio sui tumori di origine professionale che conta ormai 11 mila storie di persone e di lavoro». «Il rischio di questi maxi-processi con centinaia di episodi di tumore, diversi tra loro, è quello di confondere le responsabilità che si possono attribuire ai datori di lavoro con altre» Il Petrolchimico di Porto Marghera Per il procuratore di Torino Guariniello, l'accusa sostenuta da Casson era impegnativa e avrebbe dovuto selezionare i casi
Persone citate: Alberto Caino, Casson, Guariniello, Nelson Salvarani, Raffaele Guariniello, Salvarani
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