Il «direttorio» a cena da Blair di Cesare Martinetti

Il «direttorio» a cena da Blair Il «direttorio» a cena da Blair Vertice a Londra, Jospin con Chirac e Schroeder Cesare Martinetti corrispondente da PARIGI Appuntamento a Downing Stre¬ et, questa sera alle 8. Il «diretto¬ rio» europeo si ritrova, a cena. Padrone di casa Tony Blair, invi¬ tati il cancelliere Gerhard Schroe¬ der, il presidente francese Jac¬ ques Chirac e il primo'ministro Lionel Jospin. Ordine del giorno ufficiale, secondo il- portavoce britannico Alastair Campbell, «la situazione in Afghanistan». Ordi¬ ne del giorno vero: vie pohtiche per uscire dall'impasse dopo un mese di raid militari. C'è bisogno di pohtica e non solo di bombe, come ha capito Tony Blair la settimana scorsa nella sua diffici¬ le tre giorni in Medio Oriente. La stampa francese parla di «bruta¬ le ritomo» alla realtà, «periplo disastroso» e «imbarazzante» per il più «engagé» dei leader europei nella crociata di Bush. La Francia ha il suo piano per l'Afghanistan. Il ministro degh Esteri Hubert Védrine lo ha spie¬ gato nei giorni scorsi ai capi arabi moderati. Il presidente Chirac ne parlerà stasera a Downing Street aprendo una settimana di serrate iniziative intemazionah. Marte¬ dì il presidente francese sarà a Washington da Bush e a New York da Kofi Annan. Mercoledì a Parigi vedrà il ministro degh Esteri israeliano Shimon Peres e il presidente pakistano Pervez Musharraf. Ma l'Eliseo dà anche glande importanza all'incontro con il vicepresidente cinese Hu Jintao, definito come il successo¬ re designato di Jiang Zemin, con il quale peraltro Chirac ha avuto un colloquio telefonico nei giorni scorsi. Il nuovo rendez-vous della trojka, questa volta non ha susci¬ tato proteste in Europa. Due setti¬ mane fa a Gand i tre - su invito di Chirac - decisero di trovarsi al di fuori del vertice dei Quindici paesi dell'Unione europea. Prote¬ stò Prodi, protestò l'Italia e il premier belga presidente di tur¬ no dell'Unione. I tre si spiegaro¬ no dicendo che si trattava di ima riunione poco più che tecnica tra i soh paesi dell'Unione diretta¬ mente impegnati in operazioni militari. In realtà l'incontro (che durò appena 40 minuti) ebbe soprattutto una funzione pohti¬ ca, tanto più forte, quanto più negata. L'unico che ha dato qual¬ che segno di pentimento per lo strappo europeo è stato il cancel¬ liere Schroeder in un'intervista a «Le Monde» pubblicata anche da «La Stampa». Ma stasera lo strappo si ripete, su invito di Tony Blair. La diffe¬ renza, sottolineata dal portavoce di Downing Street, è che il pre¬ mier britannico ha incontrato il presidente del Consiglio italiano Silvio Berlusconi di ritomo dal Medioriente informandolo sul suo viaggio. E inoltre ha intenzio¬ ne di incontrare la prossima setti¬ mana anche il premier spagnolo Aznar salvando in questo modo le forme con gli altri due grandi paesi dell'Unione europea ma certo non la sostanza di uno strappo con BruxeUes conferma¬ to una volta di più dalla cena di questa sera. L'iniziativa è di Blair. A Dama¬ sco e Riad, di fronte a Bashar Assad e al vecchio re Fahd, il premier britannico (che «Le Figa¬ ro» ha definito (di piccolo telegra¬ fista di George W. Bush») ha capito che il suo impegno milita¬ re totale al fianco del presidente degh Stati Uniti non gh consente di essere il mighore ambasciato¬ re per discutere il dopo-taleban con i regimi musulmani. Un gran¬ de spazio diplomatico si apre per la Francia e Jacques Chirac non si è fatto pregare. Questa volta il presidente si muove in piena intesa con il governo che nei giorni scorsi ha inviato il mini¬ stro degh Esteri Hubert Védrine in un tour presso i leader arabi. Venerdì Védrine era in Pakistan e bisogna dire che la diplomazia francese ha strappato ieri il pri¬ mo successo concreto con i tale¬ ban ottenendo la liberazione del giornalista di «Paris Match» Mi¬ chel Peyrard, da tre settimane prigioniero a Jalalabad, accusato di spionaggio e finalmente resti¬ tuito all'ambasciatore francese sano e salvo. Il piano francese non è certo un segreto. Prevede un processo di transizione pohtica nel quale l'Onu deve giocare un molo emi¬ nente attraverso Lakhdar Brahi- mi, l'inviato speciale deUe Nazio¬ ni Unite. I francesi prevedono un «concorso» anche da parte del¬ l'ex re afghano Zaher Shah. Se¬ condo il Quai d'Orsay il vero nodo pohtico sta nel fatto che gh occidentali non sono ancora riu¬ sciti a trascinare dalla loro parte nessuna personalità pashtun e cioè dell'etnia maggioritaria in Afghanistan (40 per cento della popolazione) apparentemente compatta dalla parte dei taleban. Come ha detto Védrine di ritomo dal Pakistan: «1 primi obbiettivi militari sono stati raggiunti. Ora bisogna avviare un processo poh¬ tico». E per questo Bush e Blair hanno bisogno di alleati. La Fran¬ cia fa sapere d'essere pronta. La Francia ha pronto un piano diplomatico per il dopo-Taleban «Gli inglesi troppo vicini a Bush per mediare» Il premier Tony Blair con II presidente francese Jacques Chirac