Onu, arabi, Europa. I nuovi anatemi di BIN LADEN

Onu, arabi, Europa. I nuovi anatemi di BIN LADENATTACCHI ED ESORTAZIONI ALLA JIHAD Onu, arabi, Europa. I nuovi anatemi di BIN LADEN Giovanni Cerniti Inviato a ISLAMABAD «Gli italiani, con i francesi e i britannici, dopo la prima guerra mondiale si sono spartiti il mondo arabo. E' da allora che ci persegui¬ tano...». L'interprete del Tgl Rai, da Roma, capta la frase in arabo. Osama bin Laden sta parlando da «Al Jazira», la tv araba che gli aveva chiesto un'intervista, do¬ mande scritte inviate anche dalla Cnn. Ha risposto con una video¬ cassetta. E dal suo rifugio fa sapere che ce l'ha con il resto del mondo. «Ci perseguitano». Tutti. Non solo Italia, Francia e Inghil¬ terra. Proprio tutti. Dalle Nazioni Unite alla Lega Araba. «Dal crocia¬ to Bush ai miscredenti che rinne¬ gano l'Islam». Doveva essere un'intervista, è un comizio. Senza rabbia, la voce che non si alza di tono, il gesticolare lento. «Siamo di fronte alla crociata più violenta e feroce dai tempi di Maometto». La sua lezione di storia, d'Islam e di guerra, dalle grotte dell'Afgha¬ nistan. La barba è più lunga e forse più bianca. Il turbante è sempre lo stesso, bianco pure questo, ma è più stretto e lungo. Scende dal collo, diventa una sciarpa e s'infi¬ la nella la tuta mimetica che gli fa da giacca. Il Profeta mistico e il Generale in guerra. Bin Laden tonla a parlare in tv, ma non avrà la stessa audience. Le reti america¬ ne lo oscurano, poche immagini e appena una sintesi: «Il terrorista che si nasconde in Afghanistan ha attaccato le Nazioni Unite». Solo Al Jazira lo trasmette per venti minuti, ma quando in Pakistan è quasi mezzanotte e nei Paesi mu¬ sulmani anche: seguirà dibattito, il «Porta a porta» del Qatar. La videocassetta non è delle migliori, le immagini saltano, le domande sono taghate. Lui è in primo piano, seduto a terra, lo sfondo è ima tenda marrone, alla sua sini¬ stra il solito kalashnikov che fu di un generale russo. «Questa è una guerra di religio¬ ne», dice Bin Laden. Contro l'Ame¬ rica, le Nazioni Unite e gli «ipocri¬ ti», i musulmani che si rivolgono all'Onu «ingannando Dio, il suo Profeta e tutti i credenti». Per i primi dieci minuti la telecamera inquadra Bìn Laden quasi immobi¬ le, gli occhi ispirati e fissi, il turbante che dondola accompa¬ gnando le parole: «Le Nazioni Unite sono uno strumento crimi¬ nale, noi veniamo massacrati ogni giorno e non muovono'un dito». Entra negli ultimi dieci minuti e compare la mano destra con il solito orologio, e questa volta ha il quadrante in giù, sotto il polso. All'anulare ha un anello, forse un lapislazzulo delle monta¬ gne afghane di Koh-i-Handakor. La mano si muove lieve, ma volteggia e punta l'indice quando deve accusare: «Ipocriti! Non c'S prova alcuna che coinvolga il popolo afghano in tutto ciò che è successo in America!». La videocassetta era arrivata alla redazione di Al Jazira da un paio di giorni, confenna ilcapore- dattore Ali al Kaabi dal Qatar. Non dice quando, non dice come, nemmeno se era accompagnata dal fax trasmesso dalla tv giovedì sera: l'appello ai pakistani, l'invi¬ to alla rivolta contro il presidente Mushairaf. E' ima cassetta da 45 minuti, ma ne è andata in onda solo una metà. Al Jazira è già stata sospettata, se non di fian¬ cheggiamento almeno di benevo¬ lenza. Un paio di giorni per medi¬ tare. Secondo «Ai-Rai al-Aam», il quotidiano del Kuwait che ha anticipato la notizia della nuova videocassetta, nei tre quarti d'ora Bin Laden «ripete che dieci milita¬ ri americani in questo momento sono prigionieri dei taleban». O non è così oppure Al Jazira non l'ha mandato in onda. Censura come per Kofi Annan definito «criminale» e l'Onu «si •T",nto del male». E' la seconda videocassi .■.d di Bin Laden. Nella prima, la sera del 7 ottobre, quando George W. Bush era in diretta sulla Cnn e i primi aerei bombardavano l'Af¬ ghanistan, era con i suoi fedelissi¬ mi egiziani, il pediatra Al- Zawahri e il portavoce Abu Gaith. Sullo sfondo le rocce della grotta, sul tappeto la teiera, Bin Laden che beve il suo tè accanto al kalashnikov. L'immagine della flemma sotto le bombe. Sono pas¬ sati 27 giorni, mancano la teiera e la flemma e arrivano i «miscreden¬ ti e gli infedeli che hanno rinnega¬ to il Corano e la tradizione del Profeta». I venti minuti sembrano tutti per loro. Come la notte del 7 ottobre, Osama bin Laden continua a cer¬ care consenso nel mondo arabo e musulmano. Si presenta come il Profeta, sempre asciutto, asceti¬ co, prigioniero solo di Allah e delle sue volontà. Non parla più degh attentati dell'11 settembre, non ringrazia «Iddio per ciò che l'Ame¬ rica ora assaggia». Non minaccia, come il suo robusto portàvcjde' Abu Gaith la sera del 9 ottobre: «Non prendete aerei, non entrate nei grattacieli». Ma se esiste un ritornello riguarda la Palestina. Tutto parte da lì, anche l'attacco a Kofi Annan e alle Nazioni Unite: «Chi ha votato la risoluzione per la spartizione della Palestina nel 1947? Chi ha consegnato la terra dell'Islam agli ebrei?». Il diritto intemazionale, punta l'indice e lo chiude a cerchio con il polhce, non vale. «Non rispetta la legge del libro sacro dell'Islam e gh' insegnamenti del Profeta». La videocassetta, è scontato, ora verrà esaminata dagli esperti del Pentagono. Se un «messaggio» poteva essere l'orologio america¬ no così ostentato la sera del 7 . ottobre, allora potrebbe essere tale anche l'orologio sotto il polso. Visti nella notte di Islamabad i venti minuti di Osama in tv sem¬ brano interessare, più che per i contenuti nascosti, per quelli evi¬ denti. Per quel che ha detto ai musulmani del Pakistan: a chi già ha preso la via dell'Afghanistan in armi e a chi contesta le decisioni del presidente Mushairaf. Venti minuti da Profeta e Gene¬ rale in un sabato cominciato in versione Mullah. Per il quotidia¬ no «Pakistan Observer», mentre la Cnn girava tra le macerie, Osama avrebbe passato il venerdì nella Moschea di Kandahar. A pregare'e predicare, secondo un '•tfeSttotìHtì 'attivato innevata.'a" Quetta, «contro gh infedeli che bombardano gli innocenti». A di¬ fendere gh afghani, «attaccati sen¬ za avere alcuna responsabUità». Come ierijBera in tv: «Tutto l'Occi¬ dente tranne qualche eccezione sostiene questa campagna feroce e ingiusta che non poggia su alcuna prova che coinvolga il popolo afghano». Non era in piedi: come il 7 ottobre, non era con i suoi consiglieri. Era solo, come un Profeta o un Generale, che parla ai fedeli e ai soldati della Guerra Santa con audience bassa. «Con¬ tro i miscredenti e i criminali!». Indifferentemente tutti. In differi¬ ta, solo su Al Jazira. , . Un messaggio diverso da quello di un mese fa Il leader terrorista èapparso più vecchio era solo e ha parlato con tono da profeta Sull'Italia: «Dopo la Prima guerra mondiale ha spartito il mondo arabo con Londra e Parigi» " Osama bin Laden nella nuova videocassetta in cui ha lanciato i suoi anatemi al mondo