«Colpa delle lampadine in pista»

«Colpa delle lampadine in pista» «Colpa delle lampadine in pista» Gli scali milanesi a «due velocità», è polemica MILANO Tutta colpa dei cinesini. Adesso si è scoperto perchè da lunedì scorso a Linate e Malpensa si vola a scartamento ridotto. Si è capito perchè l'Enav ha calato la scure sui due scali milanesi, de¬ classandoli al livello I, che con¬ sente la piena operatività solo con visibilità superiore ai 550 metri. E si capisce pure perchè il superispettore dei Trasporti An¬ drea Fomasiero, senza che sia cambiato nulla nei due aeroporti, ha deciso che a Malpensa si può tornare a volare anche se la visibilità è a 75 metri mentre a Linate no. La colpa è solo dei cinesini, di quelle f?77 lampadine lungo la pista di Linate, che diventano 6621 nel più grande scalo di Malpensa. Dei cinesini e del siste¬ ma di controllo Avi, che avverte i tecnici in 30. secondi, se una lampadina si è fulminata o non funziona regolarmente. Sea, che gestisce i due scali milanesi, natu¬ ralmente protesta: «Il sistema Avi di teleallarme funziona dal '90 sia a Linate che a Malpensa. E dal '98 è stato ulteriormente rafforzato, dopo le indicazioni del ministero dei Trasporti». Sea protesta e insiste che pure Linate, il city-airport tanto ap¬ prezzato dalle compagnie stranie¬ re perchè più vicino alla città, tomi ad essere operativo al massi¬ mo livello: «Il problema a Linate riguarda solò 900 metri di pista, dove sono in corso lavori di manutenzione ai cavi elettrici. In quel tratto, dove è stato disattiva¬ to il sistema Avi, vengono effet- tuate continue operazioni visive di controllo da parte del persona¬ le Sea. I lavori finiranno comun¬ que entro il 6 novembre». A quella data, quindi, saranno accese tutte le lampadine e Lina¬ te tornerà ad essere operativo come Malpensa. E - in teoria - dovrebbero finire i troppi disagi dei passeggeri, normalmente pe- nalizzati dalla nebbia in Val Pada¬ na, doppiamente penalizzati ades¬ so che tra Enav, Enac, Sea, com¬ pagnie e superispettori, è aperta una guerra senza quartiere in nome della sicurezza. Dibattito diventato improvvisamente ur¬ gente, dopo i 118 morti di Linate. Il primo a pensare che la discussione sia pretestuosa è Osvaldo Gammino, portavoce del¬ le compagnie straniere: «Guardi che un pUota in fase di atterrag¬ gio non ha tempo di guardare se una lampadina a bordo pista è fulminata o no... Anzi, fuori dal finestrino non ci guarda proprio. I suoi occhi sono al sistema di atterraggio Ils, quello a bordo di ogni aereo». E ancora: «Noi non siamo così folli da voler operare se mancano i requisiti di sicurez¬ za. Ma è come minimo sospetto che, in questa discussione che interessa tutti gli enti di control¬ lo dell'aviazione civile, gli unici a non aver avuto voce in capitolo siano solo i rappresentanti delle compagnie». Il sospetto diventa doppio, se si pensa che fino all'8 ottobre, giorno della strage di Linate, nessun ente di controllo si era mai preoccupato di verificare se a Milano era in funzione un radar di terra, se i cinesini erano accesi e i teleallarmi entravano in fun¬ zione per tempo o se la segnaleti¬ ca di pista era adeguata. E non approssimativa al punto da con¬ fondere un pilota esperto come quello del Cessna che, partito dallo scalo privato, ha attraversa-v to la pista mentre stava decollan¬ do il volo Sas 686 con destinazio¬ ne Copenaghen. Ma anche su questo il rappre¬ sentante delle compagnie ha una sua soluzione: «Si vuole rendere più sicura la pista di decollo, impedendo gli attraversamenti pericolosi? Basta mettere ima segnaletica adeguata, due mani di vernice fluorescente a terra e un 'notam' a tutti i piloti, che avverte che c'è solo una direzio¬ ne consentita per entrare in pi¬ sta». Un lavoro da poco, avverte Gammino: «Basta mezza giorna¬ ta. Se non ci sono più incroci, non c'è più bisogno del teleallarme. Se non si fa, e perchè ci sono altri problemi. Ad esempio le proteste di chi ha speso 10 miliardi per comperarsi un aereo e poi deve fare un giro più lungo, perdendo al massimo 8 minuti prima di decollare». [f.pol.] «E' sospetto che in fatto di sicurezza le uniche a non aver avuto voce in capitolo siano state le compagnie aeree»

Persone citate: Gammino, Osvaldo Gammino

Luoghi citati: Copenaghen, Milano