I taleban: impiccati 25 inviati di Zahir

I taleban: impiccati 25 inviati di Zahir I taleban: impiccati 25 inviati di Zahir Islamabad spaventa i mullah, fallita la protesta del venerdì Giovanni Cerniti inviato a ISLAMABAD .——^^———^——^— Dicono che venticinque li hanno già impiccati. «Perché chiunque entri in Afghanistan per aiutare l'ex Re Zahir è un alleato degh americani, e dunque un condannato a morte», ricorda l'agenzia di stampa dei Taleban. I venticinque «pasthun» che l'altra notte erano con Hamid Karzaj, il capo della tribù Popalzai. Cercavano contatti con i capi mili¬ ziani ancora fedeli al mullah Omar, hanno trovato i più fanatici. Karzaj, già vice ministro degli esteri di Kabul, sarebbe in fuga sulle monta¬ gne e i taleban giurano che è questione di poco, presto lo prende¬ ranno. Come il comandante Abdul Haq, fucilato all'istante. «E' l'ordi¬ ne del mullah Omar». E la seconda missione del Re, il secondo tentati¬ vo di arruolare taleban incerti, .dissidenti o in vendita, sarebbe un secondo fallimento. L'ambasciato¬ re Zaeef, da Islamabad, ne è sicuro. E invece, da Peshawar, Ahmed Karzaj smentisce quasi tutto: «Mio fratello mi ha telefonato all'alba con il suo satellitare. Non è vero niente, stanno bene. Hanno avuto un combattimento mólto pesante e uno di loro è ferito. Nulla più di questo. Mentono». La guerra invisibile ha i suoi morti e feriti e prigionieri altrettan- i to invisibili. Uno che annuncia, un ^ altro che smentisce. Pareggio nella nebbia. Moulvi RahamatuUàh Kaka- zada, il console di Kabul a Karachi, ieri si fa intervistare dalla tv «Al Jazira» e comunica che dal 7 otto¬ bre «tra 60 e 100 militari americani sono rimasti uccisi». Dove come quando non si sa, non lo dice. Però «ringraziando Allah in Afghanistan tutti i fratelli sono ben protetti dai malvagi americani, in particolare il Principe dei Credenti e lo sceicco Osama bin Laden». «Al Jazira» non insiste. La Casa Bianca, come il fratello di Hamid Karzaj, risponde che «ancora una volta i taleban stanno mentendo». I tifosi e gli interessati possono solo scegliere da che parte stare, a chi credere. Così l'ambasciatore Zaeef difende il suo dipendente di Karachi: «State attenti, noi non abbiamo mai dato false notizie, a noi la propaganda di guerra non interessa. Diciamo solo quello che ci risulta». Ma non lo dimostrano. «E perché gli Usa sì? Non è stato Rumsfeld a dire che loro raccontano apposta bugie?». Hamid Karzaj 1 hanno intercetta¬ to nella provincia di Oruzgan, non lontano dalla Kandahar dei nascon¬ digli di Bin Laden e del mullah Omar. Nessuno confermerà che que¬ sta potrebbe essere la vera missio¬ ne del capo tiibù, stanare lo sceic¬ co, ma cu questo è probabile che parleranno domani il presidente Musharraf e il Donald Rumsfeld segretario alla difesa americano. Il Pakistan dei generali teme i tempi lunghi e gli attacchi durante il mese sacro del Ramadam. Hanno sempre chiesto che l'attacco Usa fosse «bre- ve, mirato e senza danni collatera¬ li». L'alleanza con gli americani il presidente Musharraf l'ha definita una necessità, «non avevamo scel¬ ta, eravamo sotto pressioni gravi per la nostra sicurezza nazionale». Per garantire l'alleanza ha dovuto rimuovere il capo dei servizi segreti e metà stato maggiore. Per garanti¬ re l'ordine pubbhco ha minacciato di arresto i mullah e i capi dei partiti islamici. La fine dei bombar¬ damenti e delle vittime, la cattura di Osama e un governo amico a Kabul sono gh obiettivi di Mushar¬ raf. E' il tempo che passa il suo vero nemico. Nel Pakistan dei generah l'infor¬ mazione viaggia davvero nella neb¬ bia: una smentita e non se ne parli più. Al Nord i fondamentahsti paki- , stani continuano a passare il confi¬ ne per arruolarsi con i taleban. Il governo smentisce, dalle nostre frontiere non è qui il pareggic mi QT*t*i ni io i-i min frontiere non è passato nessuno: e qui il pareggio è più incerto, i guerrigfieri mica passano dal posto di frontiera. E nemmeno i riforni¬ menti di armi e carburante che allarmano gh Stati Uniti. Gh aerei spia hanno fotografato «un gran, via vai di gente che porta ogni genere di cose e nessuno sa cosa». L'ambascia americana si è lamentata con il governo pakistano, e la risposta è stata la consueta smentita. E anco¬ ra: il quotidiano in lingua urdù «Jang» scrive che un suo dipenden¬ te il 23 ottobre ha trovato una strana polvere bianca in una busta, e giovedì il laboratòrio dell'Aga Khan Hospital ha stabilito che è antrace. Il quarto caso'in due setti¬ mane, aggiunge «Jang». Una nota del governo informa che non sareb¬ be del tutto vero, «verificheremo se questo allarme ha fondatezza». E almeno in un caso «sembra di sì», diranno poi. E' passato un altro venerdì di preghiera e minacce, ma Musharraf non ha visto manifestazioni di piaz¬ za. Il fardi Bim Laden-alla tv «Ai Jazira» o non ha avuto successo oppure è stato accantonato. Forse non è ancora il momBÒtb". Cento arresti a Karachi, 18 nel centro di Islamabad, i mullah diffidati da prediclje «che vanno contro la legge antiterrorismo». Alla Moschea Ros¬ sa si sono adeguati, nessun corteo e il mullah Ghazi dall'altoparlante del minareto è rimasto sul vago. Dentro, invece, preparano lo sciope¬ ro generale di venerdì prossimo e raccolgono le offerte per i volontari in guerra. Sulla bacheca, i ragazzini della scuola coranica fissano le ricevute con le puntine da disegno: quattro orologi, una collana, tre bracciah, due scatoloni da pronto soccorso, un chilo d'oro, 450 dolla¬ ri, dodici prenotazioni per donare il sangue... «Noi sappiamo aspettare - dice il mullah Ghazi -. Stiamo ancora aspettando le prove dentro Osama e più quelli bombardano, più massacrano l'Islam, e più ci sentiamo forti. Contro Musharraf, vedrete, saremo milioni». Finora invisibili. Gli uomini dell'ex re smentiscono l'eccidio Gli «studenti» vantano di avere eliminato 100 soldati.Usa ma non dicono dove né quando lllliiillMM . ' *'^.^TJlk.O Una postazione dei taleban a Dasht-i-Qala, nell'Afghanistan nord-orientale; I bombardamenti americani non sono finora valsi ad aprire la strada ai mujaheddin