In manette gli eroici pompieri di Paolo Mastrolilli

In manette gli eroici pompieri In manette gli eroici pompieri Giuliani li toglie dagli scavi, loro si scontrano con la polizia Paolo Mastrolilli NEW YORK Li avevamo visti sporchi, insangui¬ nati, coperti dalla cenere e bagnati di sudore. Li avevamo ammirati mentre correvano verso il World Trade Center, quando tutti scappa¬ vano dal rogo dei due aerei. Poi li abbiamo compatiti, leggendo ogni riga sulle loro tragiche- storie di eroismo, e slamo stati contenti di vederli abbracciati al presidente Bu¬ sh, con i loro cappelloni di sicurez¬ za, mentre lui sventolava la bandie¬ ra a stelle e strìsce sulle rovine delle Toni Siamo andati anche a stringe¬ re le loro mani, perché non c'è un solo abitante di New York che non sia passato davanti alla stazione dei pompieri nel suo quartiere, senza sentire un groppo alla gola davanti ai fiorì è alle foto dei ragazzi caduti. Quella di ieri, però, è una scena che la gente di questa città non aveva proprio bisogno di vedere: i poliziotti che arrestano i pompieri, davanti alle rovine ancora fumanti del World Trade Center. Eppure è successo, quando gli eroi dei soccor¬ si dopo gli attentati hanno perso la pazienza, trasformandosi in sinda¬ calisti da rissa. I pompieri si sono rivoltati, per¬ ché il sindaco Giuliani ha deciso di ridurre la loro presenza nel cratere a 25 uomini, affidando il prosegui¬ mento delle operazioni di sgombero a lavoratori edili specializzati. I (dir efighter» servono per altre emer¬ genze nella città, ha pensato Rudy, e quindi a questo punto possiamo sostituirli con professionisti nella rimozione dei detrìti, più preparati anche ad affrontare i rìschi di que¬ sto lavoro specifico in una zona ancora contaminata dal fumo avve¬ lenato delle rovine. Ma i pompieri hanno perso 343 colleghi nel crollo delle Torri, e sperano ancora di poter recuperare alcuni dei 250 corpi di amici seppelli¬ ti sotto le macerie, che verrebbero spazzati via dalle nuove squadre di sgombero. Questa, almeno, è la ra¬ gione ufficiale per cui ieri hanno incrociato le braccia, improvvisan¬ do una marcia di protesta verso la zona ristretta intomo all'ex World Trade Center. «Laggiù - si è lamenta¬ to Bob McGuire - ho perso mio nipote Richard Alien, pompiere co¬ me me, e adesso non voglio che i suoi resti vengano caricati sopra un camion e buttati in una discarica». Dopo un breve comizio, più di mille «firefighter» si sono messi a camminare verso la punta meridio¬ nale di Manhattan, sotto uno stri¬ scione che diceva «Sindaco Giuliani, lasciaci riportare i nostri fratelli a casa». Hanno sfondato le barriere metalliche alzate dai poliziotti, con l'obiettivo di raggiungere City Hall, ossia la sede del Comune, per conse¬ gnare il loro messaggio direttamen¬ te nelle mani di Rudy. Ma quella energica passeggiata era una manifestaziòno non autoriz¬ zata, e quindi una viu. idone della legge, ci i i colleghi poliziotti sono obbligati a far rispettare. Anche il New York Police Department ha perso 23 uomini nel doppio attenta¬ to, ed è salito di parecchi gradini nella fiducia e nella stima dei cittadi¬ ni. Il mestiere degli agenti però è diverso da quello dei pompieri, e quindi i «cop», tradizionalmente me¬ no popolari dei «firefighter» a New York, hanno finito per tirare fuori le manette e arresta¬ re gli ex eroi, diven¬ tati perturbatori dell'ordine pubbh¬ co. A un certo pun¬ to i due gruppi si sono fronteggiati, e sono volati anche spintoni e schiaffo¬ ni I reparti della polizia a cavallo hanno impedito l'as¬ salto immediato a City Hall, e parec¬ chi pompieri si so¬ no ritrovati con le mani legate die¬ tro alla schiena. Alla fine la maggior parte degli eroi fermati sono stati liberati, ma 12 sono rimasti in stato d'arresto, con 5 agenti feriti. I pompieri comunque hanno po¬ tuto completare la loro marcia, arri¬ vando pacificamente davanti agli uffici del Comune. Hanno osservato un minuto di silenzio, e poi hanno intonato il canto «God Bless Ameri¬ ca», senza altri scontri con la poli¬ zia. «Abbiamo consegnato il nostro messaggio», ha detto Peter Gonnan, presidente della Uniformed Fire Of- ficers Association. Ma poi, con tono di minaccia, ha aggiunto: «Se ci obbligheranno a tornare, la prossi¬ ma volta scenderemo su City Hall in cinquemila». «Capisco l'emozione - ha risposto Giuliani - ma questo comportamen¬ to è inaccettabile. Purtroppo sapeva¬ mo dal principio che molti corpi erano bruciati: continueremo a cer¬ carli, ma dobbiamo gestire i lavori professionalmente». E' una brutta storia, soprattutto se hanno ragione quelli die ci vedo¬ no dietro una motivazione economi¬ ca. L'angoscia dei pompieri, infatti, è sicuramente autentica: i soccorri¬ tori hanno raggiunto finalmente le scale inferioridelle Toriri, e là sotto sperano di trovare diversi corpi, tra cui forse quelli dei loro cofieghi. Peròèanche vero che dall'll settem¬ bre in poi i «firefighter» hanno fatto una fortuna in straordinari, al pun¬ to che le autorità cittadine si aspetta¬ no un'ondata di prepensionamenti, quando l'emeivenza sarà terminata. Matti le ore cu lavoro fuori orario hanno gonfiato eoa tanto gli stipen¬ di, da rendere conveniente il ntiro al massimo retributivo possibile. E' una fatica terrìbile quella fatta dai pompieri, tra fumi velenosi e ricordi agghiaccianti, e merita di essere compensata. Non al punto, però, di saenflcare il mito dei soccor¬ ritori, su cui la città stava rico¬ struendo la propria speranza e la solidarietà. I pompieri di New York sono scesl in piazza per protestare contro la decisione del sindaco Giuliani di toglierli dalla macerie di «Ground Zero» per affidare II lavoro di scavo a una ditta privata specializzata

Luoghi citati: Manhattan, New York