In campo i commandos che presero Ocalan

In campo i commandos che presero Ocalan IL CONTRIBUTO DI ANKARA ALUOPERAZIONE «LIBERTA'bURAI^IBA», SPECIFICA RICHIESTA Di RUMSFELD In campo i commandos che presero Ocalan La Turchia manda in Afghanistan novanta ufficiali dei corpi speciali l'attacco inarì corrispondente da NEW YORK TRENT'ANNI di guerrìglia e 17 mila morti sono il loro biglietto da visita, il leader curdo Abdullah Ocalan dietro le sbarre di Inorali è il loro trofeo, sono stati lo spauracchio dell'Armata Rossa e ora dovranno occuparsi di tale¬ ban e terroristi in Afghanistan. I corpi speciali delle forze armate turche si sono conquistati sulle montagne del Kurdistan fama e onorì-fedeli come erano le guar¬ die personali del Saladino, feroci come vengono descritte le avan¬ guardie di Gengis Khan, discipli¬ nati come è nessun altro corpo dell'Alleanza Atlantica. Il loro credo è Atatùrk, fondato¬ re della moderna Turchia, musul¬ mana e laica. La difesa delle frontiere del Paese è la difesa dell'identità di ogni turco: hanno sconfitto i ribelli curdi, si adde¬ strano a conquistare Cipro. I gene¬ rali di Ankara scoprirono all'ini¬ zio degli Anni Settanta che il loro potente esercito - un milione di uomini, il più numeroso della Nato - era superannato ma debo¬ le. La guerriglia separatista nel¬ l'Anatolia del Sud-Est - il Kurdi¬ stan turco - agiva liberamente, faceva arretrare le truppe tradi¬ zionali, si impossessava di villagi, regioni, montagne. Creato e finan¬ ziato dai sovietici, il Partito dei lavoratori curdi (Pkk) minacciava di frantumare il paese facendo leva sulle rivendicazioni etniche locali: La decisione fu di combattere i guerriglieri curdi con le loro stes¬ se armi. Niente carri armati, blin¬ dati e caccia ma uomini pronti a tutto, capaci di vivere per settima¬ ne fra le montagne, abili cecchini ma i migliori del mondo nell'uso del coltello. Le forze speciali tur¬ che sono nate per riprendere il Kurdistan alla guerrìglia, e ci sono riuscite. Oggi sommano tre brigate di commandos e due uni¬ tà speciali della Marina: le Sas (Su alti savunma, difesa sott'acqua) e Sat (Su alti taaruz, attacco sott'ac¬ qua). Uh totale di oltre cinquemi¬ la uomini addestrati a missioni di infiltrazione, intelligence, com¬ battimenti ravvicinati con ogni arma, blitz a lunga distanza, ope¬ razioni rana. Si muovono quasi sempre a piedi, indipendentemen¬ te dal terreno. Gli unici mezzi che adoperano per missioni di salvataggio sono gli elicotteri americani UH-60 Blackhawk e gli AS-90. Se biso¬ gna recuperare un commando in difficoltà il reparto scelto sono gli «Ojkg», che dipendono dalle forze di polizia. Igovemi di Ankara non hanno mai posto limiti alle azioni militari di commandos e agenti speciali, l'unica loro missione è sempre stata «eliminare il nemi¬ co». Omicidi mirati, blitz nel confi¬ nante Iraq e - più raramente t in Iran e Siria. Pkk e gruppi simili non hanno avuto tregua. Le zone del Kurdistan turco in mano ai ribelli sono state riprese all'arma bianca, con agguati nella notte fra picchi e gole, con poca attenr zione per i «danni collaterali» e ancor meno per il ninnerò di perdite subite. Spietati con i nemici, indiffe¬ renti ai civili, dopo la Guerra del Golfo - nel 1992 - portarono le loro basì a Sud di Diyarbakir, a ridosso del confine. La creazione di una zona autonoma curda nel Nord dell'Iraq aveva consentito ai guerriglieri del Pkk di mettersi al sicuro oltre frontiera. Gli attac¬ chi sì spostarono così dentro l'Iraq: la cittadina di Zakho venne conquistata più volte, con tanto di bandiera turca issata sul penno¬ ne della scuola, e Ankara fece sapere ai peshmei^a, i guerriglie¬ ri, curdi iracheni che ospitare ì loro cugini del Pkk gli sarebbe potuto costare molto caro. I tank turchi arrivarono a minacciare Arbìl e Suleymania, principali centri abitati del Kurdistan ira¬ cheno. Alla fine degli Anni Novanta il Pkk era in rotta, restava in libertà il suo leader Abdullah Ocalan. Si rifugiò in Siria e i generali turchi telefonarono all'allora presidente Hafez Assad: «O se ne va o lo veniamo a prendere noi a Dama¬ sco». I commandos erano pronti a intervenire, nessun reparto siria¬ no era in grado di fermarli. Assad aveva imparato a temere i turchi dai rapporti del Kgb. Ocalan andò via ma dopo una lunga fuga - anche attraverso l'Italia - cadde proprio nelle mani di sei comman¬ dos turchi arrivati a Nairobi, in Kenya, sul jet privato dell'uomo di affari Cavit Cagiar. Il blitz per fermare il corteo di auto con il leader curdo diretto all'aeroporto e catturarlo durò 120 secondi, un record. Da allora Ocalan è nel carcere di Imrali. Per gli uomini della Prima brigata commando è meglio questo che ucciderlo: il trofeo vivente è un deterrente contro il nemico da quando i guerrieri nomadi antenati dei tur¬ chi dominavano l'Asia Centrale. Le montagne dell'Anatolia non sono tanto diverse da quelle del¬ l'Afghanistan e la sconfitta del Pkk è l'unico esempio di vittoria militare di un esercito regolare contro la guerriglia. E' stato il Segretario alla Difesa, Donald Ru- msfeld, a chiedere personalmen¬ te il loro impiego al premier turco, Bulent Ecevit. Adesso parti¬ ranno. La missione del contingen¬ te iniziale di novanta ufficiali è addestrare i mujaheddin dell'Alle¬ anza del Nord. Ma diventeranno di più, combatteranno nella cam¬ pagna d'inverno a fianco di ameri¬ cani e britannici. Dopo una vitto¬ ria contro i taleban potrebbero ritrovarsi assieme in Iraq. Fedeli, spietati e disciplinati, hanno praticamente sconfitto la guerriglia nel Kurdistan usando gli stessi metodi delle forze ribelli I Moro trofeo vivente è il leader catturato con un blitz di soli centoventi secondi in Kenya e da allora in prigione sull'isola di Imrali Il primo ministro tMrco Bulent Ecevlt