Bin Laden ai pakistani «Rovesciate Musharraf alleato dei crociati»

Bin Laden ai pakistani «Rovesciate Musharraf alleato dei crociati» Bin Laden ai pakistani «Rovesciate Musharraf alleato dei crociati» Una lettera diffusa dalla tv Al Jazira alla vigilia delle manifestazioni del venerdì. I taleban: stiamo braccando un altro inviato di re Zahir Giovanni Cerniti inviato a ISLAMABAD La lettera è sullo sfondo, dietro l'annunciatore con i baffi che legge il telegiornale di Al Jazi¬ ra. E riecco Osama bin Laden, tredici righe, dall'11 settembre è il fax numero quattro. E' il suo appello ai pakistani: ribella¬ tevi, difendete l'Islam dall'at¬ tacco dei cristiani, cacciate il loro alleato Musharraf. «Il go¬ verno pakistano - traduce dal¬ l'arabo Al Jazira - si muove sotto lo stendardo dei cristiani mentre In Afghanistan i musul¬ mani vengono massacrati. I fratelli pakistani devono ireagi- re alla Crociata contro l'ISlam». Il generale Musharraf come Bush, il nemico. E' quello che urlano nelle piazze dei mullah quando bruciano i pupazzi di paghe. Ora lo scrive anche Bin Laden, ma più che un ordine sembra una preghiera. Dal 7 ottobre, dalla prima notte della caccia a Osama, i «fratelli paki¬ stani» hanno molto gridato e poco reagito. E con l'esercito, le manette e le minacce, Mushar¬ raf resta saldo al potere. Eppure, se Bin Laden ha calcolato i tempi, il suo fax ad Al Jazira è andato in onda nel momento giusto. La sera prima del venerdì di protesta nelle moschee. A una settimana dal¬ lo sciopero generale annuncia¬ to dai partiti islamici e dalle minacce di assedio a Islama- bad; «Il Pakistan deve uscire dalla coalizione intemazionale che attacca l'Islam!» A sette giorni dalla partenza di Mu¬ sharraf per Parigi e Washin¬ gton. E' vero che Musharraf ostenta sicurezza, ogni intervi¬ sta è un sorriso, esercito e polizia sono dalla sua parte, ma è anche vero che non passa giorno senza un nuovo provve¬ dimento da regime militare che ha qualcosa e qualcuno da temere. Quello di ieri dice che fuori dalle moschee da oggi saranno schierati i reparti spe¬ ciali dell'esercito, che gli alto¬ parlanti in cima ai minareti verranno spenti al primo accen¬ no alla Guerra Santa, e per i mullah che eccitano la folla è ^rohlb l'ordine d'arresto."5;" * Musharraf si sente al sicuro, ma il suo Pakistan continua ad egsere tma pri^up linea figgile, e nessuno sa quanto affidabile. Nemmeno gli alleati americani, se è vero che una fonte autore¬ vole ha rivelato al Washington Times che sarebbero proprio i servizi segreti pakistani a ga¬ rantire ai taleban rifornimenti di armi, munizioni e carburan¬ te. Servizi segreti che vengono sospettati di tutto, dal fallimen¬ to della missione e la morte di Abdhul Haq al fiasco di quella intercettata ieri dai taleban. U capo tribù Hamid Karzaj, entra¬ to in Afghanistan per conto dei sostenitori di re Zahir, proprio come Abdhul Haq, è stato indi¬ viduato nella zona di Oruzgan. In sua difesa sarebbero Interve¬ nuti quattro elicotteri america¬ ni. «Sono riusciti a scappare sulle montagne - dice Abdhul Salam Zaeef, l'ambasciatore a Islamabad - ma li prenderemo: il territorio afghano è sotto il nostro pieno controllo». Le tredici righe di Bin Laden arrivano nel giorno deh'arresto di Javed Hasmi, il presidente della Lega Musulmana del Paki¬ stan. Anche in questa decisio¬ ne, attribuita al presidente Mu¬ sharraf, si possono leggere due versioni. O prova di forza, o prova di debolezza. La Lega Musulmana è il partito dell'ex presidente Nawaz Sbarif, depo¬ sto dal generale Musharraf con il colpo di Stato del 12 ottobre '99. Fino a mercoledì si era astenuta dalle manifestazioni. non si era schierata con i nemi¬ ci del Presidente, aveva evitato di rispondere all'appello del partito dei mullah. Ma proprio mercoledì, alle sei del pomerig¬ gio, Javed Hashmi aveva an¬ nunciato l'adesione della Lega Musulmana alle manifestazio¬ ni e allo sciopero della prossi¬ ma settimana. Otto ore più tardi, nella vecchia abitazione del presidente Nawaz Sharif, l'arresto. La motivazione, dice il governo, è nella legge sulla- sicurezza nazionale. All'ambasciata taleban, è ov¬ vio, queste notizie pakistane vengono intese come prove di debolezza. L'ambasciatore Zae¬ ef si mostra sornione, rinuncia all'interprete e fa di tutto per accreditare un regime di Kabul soffocato da attestati di solida¬ rietà pakistana e islamica. E se gli ricordano che la Turchia, paese musulmano, sta per invia¬ re le sue truppe contro il Mul¬ lah Omar, la risposta è sconta- Ritratti di Bin Laden issati dai dimostranti durante un corteo a Karachi. Nella foto piccola, la lettera dello sceicco ta: «Chi sta con l'America, chi aiuta l'America, non è più con l'Islam. E' un traditore che verrà trattato come tutti gli aggressori». Nella sua vaghez¬ za Zaeef conferma l'arresto di soldati americani, ma non dice né quanti né dove. E' ancora in attesa della «fatwa», l'annun¬ ciata sentenza del mullah Omar che dovrà decidere la sorte dei prigionieri di guerra. E non lo turbano le smentite sulle 1500 vittime civili afgha¬ ne e la bomba sulla sede di Mezzaluna Rossa. «Da me vole¬ te le prove, dagli Usa mai». Bin Laden scrive e i fonda¬ mentalisti pakistani si sono méssi in l mància'. ' Altril'mille, cantando «Guerra Santa è la nostra vita», sono entrati in Afghanistan dalla zona tribale. Il Mullah Soofi Mohammed, presidente del partito «Per la stretta applicazione della legge islamica», li aspetta a Jalala¬ bad e dice che ne ha già arruola¬ ti diecimila. «Chi ha più di cinquant'anni è gentilmente pregato di restare vicino ai confini ed aspettare». La riser¬ va. «E' giunto l'ordine di aggre¬ garli al nostro esercito», dice Zaeef. Perché gli ultimi bombar¬ damenti hanno distrutto gli impianti elettrici di Kandahar, colpito la diga di Kajaki che potrebbe crollare e ucciso repar¬ ti di miliziani. Hanno bisogno di rinforzi, uomini e armi dal Pakistan. Hanno reclutato an¬ che 70 avvocati. «Siamo pronti a difendere la Guerra Santa», dice Aziz Khilji, il mullah delle toghe di Quetta. I nuovi difenso¬ ri d'ufficio di Bin Laden. ...—."■.—'•*-«.—■-' •■