Il Belgio si schiera per una pausa

Il Belgio si schiera per una pausa Il Belgio si schiera per una pausa I ministro Michel sorprende l'Europa e irrita l'America Enrico Singer corrispondente da BRUXELLES Il ministro degh Esteri belga, Louis Michel, si è espresso a favore della sospensione dei bombardamenti americani sul¬ l'Afghanistan nel mese del Ra¬ madan, che comincia il 17 novembre. «Una pausa sareb¬ be positiva perché ogni atto che può irritare il mondo mu¬ sulmano deve essere evitato», ha detto ieri ad Ashkhabad, la capitale del Turkmenistan, do¬ ve è in missione per conto dell'Unione europea di cui il Belgio in questo momento ha la presidenza di turno. E le sue parole hanno immediatamente irritato gli Stati Uniti - Condo- leezza Rice, consigliere per la sicurezza, ha dichiarato che gli Usa «non possono permettersi di sospendere la lotta al terrori¬ smo» - e hanno imbarazzato i Quindici. In particolare ingle¬ si, francesi e tedeschi. Se c'era bisogno di una pro¬ va del disordine in cui si muo¬ ve la politica estera dell'Unio¬ ne, Michel l'ha servita su un piatto d'argento. Il problema non è tanto l'opportunità della sospesione dei bombardamenti per il Ramadan, su cui è aperto effettivamente un dibattito nel¬ le diverse capitali. Il problema è che nelle riunioni dei mini¬ stri degh Esteri europei - l'ulti¬ ma c'è ^ stata appena lunedì scorso a Lussemburgo - non è stata presa alcuna posizione comune in proposito. L'iniziati¬ va di Louis Michel, insomma, non era né concordata, né tantomeno autorizzata da un mandato della Uè. Una mossa personale, allora? O forse sol¬ tanto una «gaffe»: termine che da qualche tempo va molto di moda a Bruxelles quando c'è da nascondere dissensi che so¬ no, invece, di sostanza. La tesi della «gaffe» è stata subito accreditata dal portavo¬ ce del ministero degli Esteri belga. Che ha parlato, anzi, di «incomprensione»: un altro ter¬ mine riT"»*'ito più volte neUe ultime sei. .imane. «Michel non ha lanciato alcun appello per una pausa, non ha affatto detto che si devono fermare i bom¬ bardamenti. Ha soltanto sotto¬ lineato che per rispettare la sensibilità musulmana, si do¬ vrebbe evitare di creare irrita¬ zioni». Questa è l'interpretazio¬ ne «corretta» del ministero de¬ gli Esteri. E il portavoce, Koen Vervaeke, ha voluto anche pre¬ cisare che l'Europa «continua a sostenere gli Usa e ad essere sohdale anche se i bombarda¬ menti devono continuare». La «raccomandazione» di Michel è quella di «condurre le azioni belliche in modo estremamen¬ te ben mirato per evitare vitti¬ me civili e limitare l'irritazio¬ ne musulmana». Anche con tutte queste preci¬ sazioni, l'uscita del ministro Michel ha spiazzato molte per¬ sone. A cominciare dall'Alto rappresentante per la politica estera e la sicurezza della Uè, lo spagnolo Javier Solana, ex Segretario generale della Nato, che dall'11 settembre cerca di tenere insieme i pezzi di quella che dovrebbe essere la politica comune dei Quindici in questi! due delicati settori. Ieri, com¬ phce anche il primo dei quat¬ tro giorni del lungo ponte festi¬ vo, non ci sono state reazioni pubbliche alla «gaffe». Ma l'ir¬ ritazione inglese, francese e tedesca ha raggiunto diretta¬ mente il ministero provocando la messa a punto che è arrivata esattamente sette ore dopo le dichiarazioni che Louis Michel aveva fatto alla fine del collo¬ quio con il presidente turkme¬ no, Saparmurad Nyazov. Il ministro degh Esteri bel¬ ga, che ha già visitato anche 'Uzbekistan, sarà tra oggi e domani in Tagikistan e poi a Mosca per completare la sua misfeione diplomatica per con¬ to della Uè nei Paesi più vicini al conflitto afghano. E c'è da prevedere che sarà più pruden¬ te per evitare nuove «gaffes» con il loro inevitabile corolla¬ rio di irritazioni e di correzio¬ ni. Ma il dato di fondo resta: la coesione europea nella «gran¬ de alleanza» contro il terrori¬ smo è salda sugli obiettivi generali, ma è attraversata da alcuni punti critici. Una eco degh interrogativi che circola¬ no è rimbalzata anche alla Nato, nell'ultima riunione del Consiglio atlantico di due gior¬ ni fa. Qui i rappresentanti di Italia, Germania e Francia han¬ no espresso la loro «sorpresa» per le difficoltà che americani e inglesi hanno nello «spiegare i loro obiettivi». Una preoccupazione raccol¬ ta, a quanto pare. Dal momen¬ to che Alhstair Campbell, il mago della comunicazione del premier britannico Tony Blair, ha partecipato alla riunione della Nato ed è volato poi negli Usa per mettere a pùnto i dettagli finali di una struttura di informazione anglo-america¬ na. Un «Media Operations Cen¬ ter» sul modello di quello che fu creato a Bruxelles nel Co¬ mando generale dell'Alleanza Atlantica ai tempi della guerra in Kosovo. Il nuovo «Moc» dovrebbe avere tre centrali operative: a Londra, a Washin¬ gton e a Islamabad. Quella di Londra dovrebbe agire in con¬ tatto con le sede Nato di Bruxel¬ les. Per quella di Islamabad ci sono i problemi maggiori. Ma dovrebbero essere presto supe¬ rati.

Persone citate: Alhstair Campbell, America Enrico Singer, Condo, Javier Solana, Koen Vervaeke, Louis Michel, Rice, Tony Blair